Stop ai veicoli Euro5 in tutto il Piemonte, l’affare si complica: dietro a tutto una recente sentenza dell’ennesimo giudice rosso al servizio delle associazioni di fancazzisti ambientalisti

Smog a Torino, chiusa l’inchiesta su Appendino, Fassino e Chiamparino. Cirio si salva
Tratto da Repubblica del 21 luglio 2023

La procura ha lavorato mesi per capire se ci fossero le responsabilità degli amministratori di Città e Regione sull’alto livello di inquinanti nell’aria

La procura a Torino ha chiuso le indagini sulle presunte carenze della pubblica amministrazione in materia di contenimento dello smog che grava sul capoluogo piemontese.

In sette rischiano il rinvio a giudizio

L’avviso di chiusura indagine è stato notificato a sette persone: Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte fino al 2019; Alberto Valmaggia, assessore all’ambiente nella sua giunta; Piero Fassino, sindaco fino al 2016, con l’assessore alle politiche ambientali Enzo LavoltaChiara Appendino, sindaca di Torino dal 2016, con le due figure che si avvicendarono nella carica di assessore alle politiche ambientali, Stefania Giannuzzi e Alberto Unia.

Cirio fuori dall’inchiesta: è arrivato dopo

Si procede per inquinamento ambientale in forma colposa. La contestazione si riferisce a un periodo di tempo che termina nel 2019. Per questo motivo i nomi dell’attuale governatore del Piemonte, Alberto Cirio, e dell’assessore regionale Matteo Marnati, che erano stati iscritti nel registro degli indagati, sono stati stralciati e non compaiono nell’avviso di conclusione delle indagini.

Il via da un esposto di Torino Respira

“La Regione Piemonte e il Comune di Torino, titolari di una posizione di garanzia in materia di tutela della qualità dell’aria, non hanno adottato negli anni misure adeguate a raggiungere il rispetto dei valori limite di concentrazione degli inquinanti nell’aria previsti dalla normativa vigente, peraltro molto meno rigorosi di quelli suggeriti sin dal 2005 dall’Organizzazione mondiale della sanità”. Lo dichiara l’avvocato Marino Careglio, che con il collega Giuseppe Civale assiste il Comitato Torino Respira, firmatario dell’esposto che ha dato vita all’inchiesta sullo smog della procura di Torino. “Tale condotta, essenzialmente di carattere omissivo – dichiara il legale – ha concorso a cagionare la grave situazione di inquinamento che affligge l’aria di Torino e può integrare, così come ora ipotizzato anche dalla procura della Repubblica, il reato di inquinamento ambientale introdotto dal legislatore nel 2015, che prevede una responsabilità anche a titolo colposo”.

Torino Respira: “Saremo parte civile”

Torino Respira chiederà di costituirsi parte civile, in caso di rinvio a giudizio, per dare il proprio contributo all’approfondimento degli aspetti di carattere ambientale e giuridico della vicenda. “Torino Respira usa il diritto per tutelare l’ambiente, – commenta Roberto Mezzalama – in particolare per salvaguardare il diritto di ciascun cittadino e cittadina a respirare aria pulita, e continuerà a lavorare in questa direzione”.

COMUNICATO DI LEGAMBIENTE

“Lo stop agli Euro 5 non è un’imposizione dell’Europa, ma una scelta fatta coscientemente dalla Regione nel febbraio del 2021 a seguito della procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia per violazione dei limiti dell’inquinamento atmosferico. Si proceda dunque senza indugi, a tutela della salute pubblica, e si velocizzi l’implementazione delle altre misure contenute nel piano presentato”. A sollecitarlo Legambiente Piemonte Valle d’Aosta a proposito del blocco dei diesel fino agli Euro 5 che dovrebbe scattare in Piemonte dal 15 settembre. Il presidente regionale dell’associazione ambientalista, Giorgio Prino, ricorda che la Regione, in risposta alla sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2020, “ha presentato un piano d’azione in cui anticipava il blocco delle Euro 5 diesel di 2 anni rispetto alla scadenza comunitaria, non è dunque un ‘diktat europeo’, come lo si vuol dipingere oggi, anche a livello di governo nazionale. Immaginiamo – conclude Prino – che la Regione abbia redatto tale piano sulla base di dati che ne dimostravano l’effettiva efficacia. Si prosegua dunque senza indugio in tal direzione e nell’implementazione delle altre misure previste. A essere in pericolo non è solo la salute pubblica, ma anche la credibilità delle nostre istituzioni”.

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