“L’auto elettrica? Farà la stessa fine de banchi a rotelle” La profezia tombale sugli inutili elettrodomestici a quattro ruote di Vittorio Feltri

di Vittorio Feltri per Libero

La sinistra crede in senso religioso e quindi professa un ecologismo radicale che si fonda su una cieca fede nelle misure, come divieti e limiti di transito nelle città, e negli strumenti, quali il monopattino e l’auto elettrica, che dovrebbero salvare l’umanità dalla fine del mondo, apocalisse che l’ambientalista senza titoli Greta Thunberg ha previsto avverrà da qui a un decennio circa a meno che gli esseri umani non rinsaviscano. Questo semplicismo, che già faceva sorridere coloro che sono ben consapevoli che l’inquinamento del pianeta non dipende dai veicoli, che in Europa, ad esempio, emetterebbero, stando ad alcuni dati, soltanto l’1% di CO2 totale, si è tradotto nella spinta, talvolta forzata, all’acquisto di auto elettriche, costrizione indiretta che si realizza, ad esempio, quando si stabilisce che a Milano queste possano circolare senza versare balzelli mentre chi non ne possiede una è obbligato a pagare tasse sempre più alte per accedere alla città o per muoversi in centro.

Puntualizzo che questo genere di veicoli costa mediamente di più rispetto a quelli tradizionali. Quindi si tratta di provvedimenti che creano disuguaglianze sociali, che discriminano proprio chi non è ricco avvantaggiando chi lo è, ossia riconoscendo a questo ultimo, considerato individuo virtuoso in quanto ecologista, un trattamento privilegiato. Ad ogni modo, se effettivamente l’auto elettrica rappresenta la salvezza, la soluzione, la risposta, per quale motivo in Cina, Paese produttore di motori elettrici, mentre l’Europa ne incentiva l’acquisto, crescono a dismisura i cimiteri di automobili di questo tipo, come Bloomberg ha documentato attraverso una inchiesta? Insomma, solamente questo fatto dovrebbe indurci ad adottare la prudenza, ad analizzare bene la situazione, a valutare se non siamo cascati in un tranello o
quanto meno in un equivoco, a domandarci sei veicoli elettrici siano o meno efficienti, utili, funzionali. A giudicare da quanto sta accadendo nel Paese che è primo produttore di motori elettrici (ben 6 delle 10 principali aziende produttrici di batterie elettriche sono cinesi), si direbbe proprio che l’auto elettrica sia l’equivalente del
banco con le rotelle di epoca grillina il quale avrebbe dovuto risolvere il problema del contagio da coronavirus nelle scuole e che invece è finito in discarica, comportandoci una spesa mostruosa.

Tanto materiale da riciclare e troppi soldi buttati via. Utilità? Nessuna. Gli istituti scolastici sono stati a lungo chiusi durante la pandemia e, quando erano aperti, se i banchi non venivano nemmeno adoperati in quanto ritenuti inservibili e scomodi. Senza contare che si rompevano spesso le rotelle, divenendo i banchi stessi sbilenchi. L’auto elettrica conoscerà lo stesso tragico epilogo? I segnali per sospettarlo ci sono tutti. E poi – paradosso – si porrà inevitabilmente la questione relativa allo smaltimento di questi motori, operazione impossibile. Alla fine, allo scopo di contrastare l’inquinamento, ne avremo determinato di più. Il tutto per moda, per posa, per pregiudizio, per miopia. E, soprattutto, per stupidità globale, le cui emissioni – ahinoi – non si possono ridurre in alcun modo. Dovremmo approcciarci alla questione ambientale, la cui sussistenza riconosco, in maniera più razionale, più equilibrata, evitando di scivolare pericolosamente sulla buccia di banana rendendoci vittime della nostra faciloneria.

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  1. Se solo per l’ennesima volta gli idioti non superassero gli intelligenti, sarebbe già caduta nel dimenticatoio l’auto elettrica, basta non acquistarle e i gioco è fatto. Purtroppo ad ogni respiro che emettono gli imbecilli dell’elite ci sono i seguaci e gli asserviti al sistema che corrono dietro alle loro idee e imposizioni come formiche al miele… finche tutto ciò non farà si che le formiche si divorino anche l’albero, difficile ma probabile che prima o poi accada.

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