Occhio al tampone! E’ partita in maniera subdola la campagna per il siero: i giornali della feccia invitano la gente a fare comunque il tampone, al fine di poter lanciare l’allarme sui contagi

Estratto dell’articolo di Roberta Villa per “Domani”   (quotidiano controllato dal criminale Carlo De Benedetti)

[…] se in piena estate compaiono i sintomi di un’influenza, rarissima in questa stagione, conviene prendere in considerazione la concreta possibilità che si tratti di Covid-19. Ok, ma se anche fosse, a che cosa serve saperlo? Nella stragrande maggioranza dei casi passerà come è venuto. Se non ci sono le condizioni di rischio che raccomandano la prescrizione di un antivirale come paxlovid, dal momento che la positività non comporta più obblighi di legge […] Alla base della “normalizzazione” di Covid-19 c’è l’idea che la sua gestione debba ricalcare quella dell’influenza.

[…] L’infezione da SARS-CoV-2 si distingue però dalle altre forme respiratorie per due aspetti fondamentali: l’estrema variabilità delle sue manifestazioni e la minore prevedibilità delle sue conseguenze. Il coronavirus può passare del tutto inosservato, provocare solo un po’ di stanchezza e mal di testa attribuibili magari a una giornata pesante, scatenare un classico raffreddore o una pesante forma simil-influenzale, con febbre alta che dura giorni, oppure puntare all’intestino, con nausea, vomito o diarrea. Unico segnale forse un po’ più specifico, ma non costante né esclusivo, sono le alterazioni di gusto e olfatto.

La gravità dei sintomi va da zero alla terapia intensiva (o purtroppo anche oltre), con un rischio che aumenta con l’età e la presenza di altre malattie concomitanti, ma non risparmia nessuno, giovani e bambini compresi. […]

L’influenza inoltre può lasciare deboli per qualche giorno, ma raramente provoca strascichi paragonabili a quelli del Long Covid, con cui almeno il 10 per cento degli infetti ha sintomi, talora invalidanti, che si trascinano per anni.

Covid-19, al di là dell’infezione delle vie aeree, è una malattia sistemica, che può estendersi quindi a tutto l’organismo, tanto che il virus è stato trovato in moltissimi tessuti diversi, dal cervello ai testicoli. Soprattutto, può danneggiare la superficie interna dei vasi sanguigni, detta endotelio, con effetti che possono estendersi a qualunque organo.

L’influenza non aumenta in maniera così significativa il rischio di diabete, infarti, ictus, malattie autoimmuni.

[…] Da un punto di vista individuale, sapendo di avere Covid-19 si può essere un po’ più indulgenti con sé stessi e assecondare l’organismo se chiede riposo. Inoltre un peggioramento della sintomatologia, anche dopo qualche giorno dall’esordio, non deve far pensare a una sovrapposizione batterica, come può accadere con l’influenza, ma a una polmonite che richiede non antibiotici, ma altri tipi di cure. Un malessere ancora vago, ma con tampone positivo, può suggerire di non intraprendere un viaggio, una gita, un’attività impegnativa che sarebbe difficile interrompere a metà, nel caso la febbre salisse o la situazione peggiorasse.

Sapere di aver avuto Covid-19 può inoltre indirizzare la diagnosi in caso di altri problemi di salute che dovessero comparire, evitando per esempio di attribuire al caffè o all’ansia l’accelerazione dei battiti cardiaci in un ragazzo giovane che potrebbe avere una miocardite provocata dal virus. Questa consapevolezza in alcuni casi può guidare una ripresa più graduale di un’attività sportiva agonistica intensa.

Con l’arrivo dei nuovi vaccini, poi, sarà possibile stabilire la tempistica del richiamo, rimandandolo di qualche mese se si è appena venuti a contatto con il virus.

E poi ci sono gli altri. Il desiderio di proteggere le persone che ci sono care, il senso di responsabilità nei confronti della comunità, dei conoscenti o degli estranei che possiamo incontrare nella nostra vita quotidiana. Si obietta che, comunque, qualsiasi sintomo di una possibile malattia infettiva si abbia, bisognerebbe comunque stare in casa e cercare di non infettare altri. Vale anche per l’influenza, e la cultura stakanovista di andare a lavorare anche con la febbre, tossendo tutto il giorno di fronte ai colleghi, è ormai largamente etichettata come tossica.

Ma non tutti i datori di lavoro la pensano così, tanto più se ci si mette in malattia per una sintomatologia lieve. Per un mal di testa si prende un analgesico e non si manca alla riunione. Chi non è dipendente, poi, a meno di poter lavorare da casa, non può permettersi di isolarsi per ogni vago mal di gola. Ci sono le difficoltà di chi deve accudire bambini piccoli, anziani o disabili: nel mondo reale non ci si può far sostituire per ogni vago malessere, anche correndo il rischio di trasmettere un raffreddore che comunque non avrà effetti gravi.

Ma con Covid-19 non è così: lo stesso virus che fa fare due starnuti a me, può mandare in ospedale lo sportivo settantenne, tutt’altro che fragile, che siede accanto a me al ristorante. Fare un tampone rapido quando non si sta bene significa quindi poter modulare le nostre scelte quotidiane a tutela nostra e degli altri. […]

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