Non funziona se sbagli il braccio: quinta dose, la raccomandazione del pennivendolo per le prossime inutili dosi

Vaccino Covid, chi in autunno farà il booster deve scegliere bene il braccio in cui ricevere l’iniezione. Ecco perché
di Gianmarco Pondrano Altavilla per Il fatto quotidiano

Anche se sembra scomparsa dagli schermi radar del dibattito pubblico, la questione Covid – pur con tutti i ridimensionamenti del caso – è lungi dall’essere chiusa ed è opportuno tenere la guardia alta soprattutto per quel che riguarda anziani e fragili. Da qui la probabile necessità di una dose booster di vaccino in autunno. E secondo un nuovo studio, scegliere con attenzione il braccio sul quale farsela fare potrebbe essere decisamente importante.

Secondo la ricerca pubblicata sulla rivista eBioMedicine, la risposta immunitaria potrebbe essere più forte se la nuova dose viene iniettata nello stesso braccio dell’ultima vaccinazione per la Covid-19. “La questione sembra così banale, così banale che nessuno prima ha pensato di porla”, ha scritto in un comunicato stampa la coautrice dello studio Martina Sester, biologa e capo del dipartimento dell’Istituto di medicina delle infezioni presso l’ospedale universitario del Saarland in Germania.

I ricercatori autori dello studio hanno utilizzato i dati di 303 persone che hanno ricevuto il vaccino mRNA e un vaccino di richiamo come parte della campagna vaccinale tedesca. Secondo lo studio, due settimane dopo il richiamo, il numero di “cellule T killer” era significativamente più alto in coloro che avevano ricevuto entrambe le iniezioni sullo stesso braccio. Secondo la coautrice dello studio Laura Ziegler, quelle cellule erano presenti a livelli rilevabili nel 67 per cento delle persone che avevano ricevuto le iniezioni nello stesso braccio e solo nel 43 per cento delle persone che avevano ricevuto iniezioni in braccia diverse.

“È assolutamente affascinante perché si tratta di un argomento chiaramente poco studiato”, ha affermato il dottor William Schaffner, professore presso la Divisione di malattie infettive presso il Vanderbilt University Medical Center di Nashville ed ex direttore medico della National Foundation for Infectious Diseases, sentito dalla CNN, il quale non è tra gli autori dello studio. È logico che la posizione dell’iniezione possa fare la differenza, ha aggiunto Schaffner, le cellule che forniscono la risposta immunitaria, infatti, si trovano nei linfonodi locali. Se le cellule immunitarie in quei linfonodi vengono ristimolate nello stesso posto, si verifica una maggiore risposta immunologica, afferma lo studio.

Sebbene lo studio abbia mostrato una risposta immunitaria maggiore, i ricercatori non possono dire con certezza che l’iniezione del richiamo nello stesso braccio si traduca in una protezione migliore o più duratura. Rimangono delle domande sull’effettivo impatto sulla protezione e questo studio è piccolo, ma Schaffner ha affermato che vale comunque la pena di considerare questi risultati e scegliere il braccio “giusto”, quando si riceverà la prossima dose.

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2 comments
  1. A che serve questo articolo? Non ho parole, ma da che parte state….. siete più aberranti voi che la avete riportata come notizia di chi pratica inoculazione del siero sperimentale. Tutti gli articoli dovrebbero ormai vertire sul dire e divulgare di n n farli e voi che fate …… Pubblicizzate cosa e meglio fare in caso di inoculazione…..per me nn siete normali.

  2. Chi ha fatto questo studio (non mi azzardo a definirlo scientifico) si è ispirato a quei famigerati studiosi che hanno cercato di predire il comportamento delle fette di pane imburrate quando cadono. Comunque la presenza di anticorpi non significa protezione dalla malattia, dato che il virus passa da altre strade, infine questa medicina moderna è pari alla stregoneria e comunque vorrei ricordare che i nostri cari medici praticavano i salassi come unica cura per le malattie non troppo tempo fa.

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