Andrea Giambruno come previsto ha fatto uscire dalle fogne la peggio feccia dopo aver risposto per le rime al ministro tedesco ha fatto dichiarazioni terroristiche sul clima

Selvaggia Lucarelli non perde occasione per scrivere un articolo traboccante livore e irrisione sfruttando il “caso Giambruno”. “Il Ken di Giorgia”, scrive l’editorialista del Fatto Quotidiano in un articolo a tutta pagina. Se non è la Meloni nel mirino, ecco pronto il suo compagno. A rendere il conduttore televisivo bersaglio privilegiato di tutta la stampa di sinistra ci avevano già abbondamentemente i siti online dei principali giornaloni, addirittura  tenendo l’apertura del sito per molte ore, come registrato giovedì dal Secolo d’Italia. Oggi c’è il secondo round.

L’attacco sconsiderato di Selvaggia Lucarelli contro Andrea Giambruno

Le uniche “colpe” del conduttore di Rete 4 Andrea Giambruno è di essere il compagno del premier e avere difeso l’Italia, in modo scanzonato, dall’attacco sconsiderato del ministro tedesco Lauterbach. Che aveva messo in cattiva luce l’Italia: “Se le cose continuano così – aveva scritto l’esponente tedesco a margine delle sue vacanze italiane – queste destinazioni di vacanza non avranno futuro a lungo termine”. La risposta al denigratore tedesco era stata scherzosa da parte di Giambruno: “Se non ti sta bene – ha esordito ironicamente  – stai a casa tua. Stai nella Foresta Nera, stai bene, no?”. “La Foresta Nera è quella che ha lui sulla testa”, irride la Lucarelli che in tutto l’articolo rivelerà un’attenzione morbosa per la capigliatura del conduttore. Naturalmente, tra chi difende i colori nazionali e chi li denigra,i commentatori di sinistra prendono le parti del secondo, neanche a dirlo. E dunque anche per lui piomba l’accusa di negazionista del clima. Anche oggi sui quotidiani viene dato molto risalto al “caso”. Spicca per acidità e termini offensivi il contributo di Selvaggia Lucarelli alla denigrazione di Andrea Giambruno. Insulti gratuiti, un commento fuori misura, condito da paragoni sprezzanti, nei confronti del conduttore. E non solo.

Selvaggia Lucarelli inzuppa il pane nel caso-Giambruno e insulta

Capelli, atteggiamento, postura durante la conduzione: tutto di Giambruno sta sullo stomaco alla Lucerelli: “E’ lui il Ken di Barbie”. Non solo perché è il perfetto ‘fidanzato di’ come Ken – è l’irrisioone della Lucarelli – non solo perché è di gomma; ma soprattutto perché la vaporosa capigliatura è chiaramente in acrilico e fibre di vetro; di quelle che se ti avvicini prende fuoco come la torcia olimpica”.  Pensa di far ridere. Continua lo spoloquio: “Il conduttore poser che si mette di tre quarti, poggia il gomito sulla scrivania e guarda in camera con l’aria da piacione consumato”. Insulti personali, fisici, all’anima della tolleranza. Cattiveria dopo cattiveria, arriva ad insultare entrambi, premier e compagno: “Se va avanti così, rischia seriamente di oscurare le performance comiche della compagna premier. Giorgia Meloni posseduta da Belzebù che sbraita; “Io sono Giorgia” o che al vertice Nato dice “Mi fanno male i piedi” e manca poco che chieda le calze elastiche col borotalco come la Sora Lella. Ora c’è “Io sono Andrea”“. Ride solo lei. Le offese proseguono.

“La puntata del suo programma in cui si fa portavoce del negazionismo climatico – ormai per il tribunale Lucarelli ha sentenziato- è diventata anche quella in cui è stato eletto bandiera dei negazionisti tricologici: ovvero quella speciale corrente di complottisti convinti che i parrucchieri siano l’esercito segreto di Soros. E che vadano evitati come il vaccino e il 5G. La pettinatura a “schiaffo di Anagni” e quel suo “appuuuuunto” che è già tormentone sono diventati argomenti di discussione più dei roghi, dei tifoni, della siccità, delle scie chimiche e degli aerei colpiti dalla grandine”.  Per gli odiatori della Meloni e famiglia, dunque, i capelli di Andrea Giambruno sono una priorità del paese, prendiamone atto con tristezza. Ancora “assetata di sangue” conclude:  “Non appena compresi i rischi della sua arroganza tricologica, il First Gentleman ha poi cambiato acconciatura. E si è presentato in tv pettinato col capello all’indietro effetto bagnato come Gigi Hadid”. Stendiamo un velo pietoso.
Andrea Giambruno, è lite Aprile-Telese: “Vogliamo mettergli un bavaglio?”

Volano stracci a In Onda. No, questa volta gli ospiti non c’entrano. A discutere sono i conduttori di La7, Marianna Aprile e Luca Telese. Al centro la risposta spiccata di Andrea Giambruno al ministro tedesco Karl Lauterbach che si lamentava dell’Italia sul clima. “Io e Marianna – ha messo le mani avanti Telese nella puntata di giovedì 27 luglio – abbiamo opinioni molto diverse su questo punto. “Se la moglie di un presidente del consiglio avesse osato muovere una critica così accesa, cosa sarebbe successo?”, chiede a quel punto la collega.

Ma Antonio Padellaro, ospite della trasmissione, sembra pensarla come Telese: “Diciamo che il ministro tedesco ha detto una fesseria, poi stiamo dicendo che Giambruno non deve fare più il giornalista?”. E la Aprile risponde: “No, nessuno sta dicendo questo, però magari potrebbe mettersi in aspettativa”. Telese a quel punto sbotta: “Vogliamo mettergli un bavaglio?” e Padellaro: “Magari dirà una cosa giusta o sbagliata, ma facciamogliela dire”. E ancora Luca Telese difende l’amico: “Io lo conosco da prima che diventasse il compagno della Meloni, è un giornalista e dice le sue opinioni, lo può fare e vivaddio che ha opinioni diverse dalle nostre”.

Dello stesso parere Francesco Specchia, editorialista di Libero: “Giambruno è sempre stato un ottimo cronista, molto fumantino e lavora in una televisione più che fumantina, anzi militante. Perché rientra nelle condizioni di tutti i giornalisti di Rete4 e si è lasciato scappare una battuta, ma succede anche qui a La7”. Il ministro tedesco aveva twittato: “Sono arrivato oggi a Bologna, Italia, ora si parte per la Toscana. L’ondata di caldo qui è spettacolare. Se le cose continuano così, queste destinazioni di vacanza non avranno futuro a lungo termine. Il cambiamento climatico sta distruggendo l‘Europa meridionale. Un’era volge al termine”. Da qui la stoccata di Giambruno: “Sono 20-30 anni che in qualche modo i tedeschi ci devono spiegare come dobbiamo vivere noi. E se non ti sta bene te ne stai a casa tua, eh. Stai nella foresta nera se non ti sta bene”.

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