“Poche balle, ha cambiato la storia” Giampiero Mughini e l’elogio a Novak Djokovic dopo l’ennesima pagina di storia scritta contro il nostro Janick Sinner

di Giampiero Mughini per Dagospia.com

Caro Dago, come molti italiani per niente al mondo avrei rinunciato a vedere ieri pomeriggio lo scontro generazionale a Wimbledon tra il nostro Janick Sinner e quel Novak Djokovic che sulle sue scarpe porta inciso il numero 23, il numero di slam da lui vinti come da nessun altro tennista al mondo prima di lui.

Purtroppo non ĆØ stato un vero scontro, dato che al momento la scalata del “muro” Djokovic non ĆØ alla portata del nostro bravissimo tennista metĆ  tedesco e metĆ  italiano. E ho detto “muro” perchĆ© esattamente di questo si tratta: di un uomo che le ribatte tutte, che te le rimanda indietro tutte, che ĆØ quasi impossibile mettere in difficoltĆ , dargli ansia.

Di un uomo che un mio caro e intelligente amico, l’avvocato padovano Saverio Salvan, mi ha scritto che ĆØ “antipatico”, e io non sono affatto d’accordo con lui. Mi ĆØ piaciuto moltissimo il “numero” che Djokovic ha fatto a un certo punto del terzo set, il piĆ¹ combattuto.

C’era che la buona parte del pubblico – m’ĆØ sembrato – stesse dalla parte di Sinner e che qualcuno deve aver pronunziato qualcosa di ostile a Djokovic, al che lui ha subito reagito com’era nel suo pieno diritto. E siccome i punti necessari a vincere il game lui se li ĆØ conquistati subito dopo, ci ha messo di suo qualcosa in piĆ¹.

Ha atteggiato la sua faccia come quella di uno che stesse piangendo e che si asciugava le lacrime. Voleva cosƬ sfottere quelli che stavano dalla parte di Sinner. Antipatico? No, per niente. Semmai uno che non fa nulla per essere simpatico, uno che non fa mai “il piacione”.

Lo dico con mio personale dolore. Ai tempi delle sue memorabili sfide con il mio Roger Federer, i nove decimi del pubblico stavano dalla parte di Federer. D’altra parte in tutti i campi da tennis del mondo i nove decimi del pubblico stava con quell’artista il piĆ¹ rifinito di tutti, quello che maneggiava la racchetta al modo di un violino. Il che purtroppo non gli bastava quando aveva di fronte Djokovic, il quale ribatteva tutto. Non sta nĆ© in cielo nĆ© in terra dire che Djokovic ĆØ stato un tennista maggiore di Rod Laver o di Roger, sta che lui le ribatte tutte e lo fa con intelligenza e sensibilitĆ  tennistica altissime.

Per me la storia del tennis ĆØ cambiata quel giorno di luglio del 2019 quando Roger era a due punti dal vincere il suo nono Wimbledon. Due punti, e lui che aveva il servizio e il servizio di Roger non era uno scherzo. Roger perse tutti e due quei punti, Djokovic vinse dopo un interminabile tie-break al quinto set. Ricordo perfettamente uno di quei due punti.

Roger batte, un gran bel servizio epperĆ² non tale da annichilire Djokovic, il quale lo controbatte con una formidabile sparata di dritto che fora Roger sulla sua destra. Un colpo geniale e coraggiosissimo, il colpo che ha chiuso la carriera di Roger.

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