Da bravo medico collaborazionista diceva che non avevamo manco un neurone: purtroppo per lui la malattia ha avuto il sopravvento

Non solo un medico amato e competente, pilastro per decenni della psichiatria lagunare, ma anche un rivoluzionario, un uomo dal grande impegno politico, civile e sociale. Venezia piange il dottor Fabrizio Ramacciotti, scomparso dopo una malattia martedì scorso, 4 luglio 2023, nella sua casa di San Polo all’età di 73 anni. L’annuncio ieri sul suo profilo Facebook: “Ieri sera, nella sua casa, circondato dai poster di Psichiatria Democratica, si è spento Fabrizio Ramacciotti, psichiatra, amico, marito e papà… antifascista! E come avrebbe detto lui: Hasta Siempre!”

«Con Fabrizio Ramacciotti – sottolinea il presidente Giovanni Leoni – se ne va un pezzo fondamentale della storia della Psichiatria veneziana. Personalmente l’ho incontrato per la prima volta nel 1991 quando era ancora aiuto nel reparto dell’Ospedale Civile a Venezia. Quante guardie assieme e quante reciproche consulenze. Intelligente ed arguto, era sempre un piacere rapportarsi con lui anche sul piano clinico per una grande professionalità che emergeva dal suo prestigioso curriculum. Molte volte l’ho incontrato anche come sindacalista in Azienda alle varie trattative o per incontri personali e pur seguendo ideologie diverse cercavamo sempre un punto di equilibrio. Ho sempre avuto una grande stima di lui come persona e per la sua cultura a 360 gradi, per il suo entusiasmo contagioso, la sua innata passione per la politica. Parlare con lui era sempre fonte di esperienza – e a lui piaceva parlare, eccome! – ma non era mai banale.
Un abbraccio fortissimo a tutta la famiglia, non dimenticherò mai Fabrizio, lo ricorderò sempre prima di tutto come un grande amico, per le lunghe chiacchierate sui temi più vari, come un attento osservatore della nostra società, ma anche come un protagonista, una persona unica nel suo genere. Vivissime condoglianze»

Originario della Toscana – era nato a Livorno nel 1950 – aveva scelto Venezia come sua città d’adozione, senza lasciarla più. Si era laureato in Medicina e Chirurgia nel 1981 all’Università di Firenze, ma già dall’anno successivo era entrato nell’Albo lagunare dove era ancora iscritto nonostante la pensione. Si era poi specializzato in Psichiatria, sempre nell’ateneo fiorentino, nel 1987.

Proprio in questo settore, dopo aver incontrato Franco Basaglia e condiviso con lui alcune battaglie, era diventato subito un punto di riferimento a Venezia, dove era arrivato proprio nell’81 per chiudere il manicomio di San Clemente e dove per più di 30 anni è stato prima primario all’Ospedale Civile, poi direttore di Dipartimento nell’allora Ulss 12 oggi Ulss 3 Serenissima, fino alla pensione nel 2014. Nel mondo psichiatrico aveva creato quello che lui definiva il “modello veneziano”: una rete di assistenza fatta di pochi ricoveri, tanta comunità e tanti interventi domiciliari.

I messaggi di cordoglio di amici e colleghi hanno inondato il suo profilo social. “Mancheranno figure come la sua alla nostra città”. “Hai lasciato il segno”. “Sorpreso e addolorato per l’improvvisa scomparsa di un caro collega con cui era sempre piacevole condividere opinioni”. “Profondità vera e saggia, a volte mascherata dietro una piacevole, scherzosa e irriverente stravaganza”. “A volte ci siamo accapigliati, ma c’è stata stima e affetto. Da psichiatri molto diversi ho sentito sempre il riconoscimento di come riusciva ad entrare in relazione con i pazienti e di come riusciva a dare vita e libertà al gruppo di lavoro”.

Il dottor Ramacciotti lascia la moglie Laura e le figlie Martina e Giulia: a loro, a tutti i loro familiari, amici e colleghi le più sincere e vive condoglianze del presidente Giovanni Leoni, del Consiglio direttivo e dell’Ordine tutto. Per chi volesse dargli un ultimo saluto, la cerimonia è in programma nella Sala del Commiato di San Michele sabato 8 luglio alle 12.00.

“I No Vax?? Gente senza neuroni! Io mi sono vaccinato il 03 Aprile 2021 in tempi velocissimi, sono ottimista

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  1. Spiegatemi perchè elogiate le persone dopo morte, però pubblicate i loro sproloqui contro chi non si è suicidato con i sieri velenosi, si ha la sensazione che non vogliate attaccare direttamente questi personaggi e dunque li date in pasto alle opinioni dei lettori, sperando che facciano anche la vostra parte, Ipocriti, il vostro doppio comportamento è voler tener i piedi in due scarpe, la vostra falsità si taglia con la lama di un coltello.

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