Incidente a Cadore, svolta sul caso: novità sulla donna alla guida. Ennesima tragedia della strada, avvenuta nel pomeriggio del 6 Giugno 2023, a Santo Stefano di Cadore, nel Bellunese, dove un’autovettura ha falciato una famiglia di quattro persone mentre stava percorrendo a piedi la via Udine. Un bambino di due anni morto assieme al papà e alla nonna. Alla guida dell’auto una donna tedesca, che ha travolto la famiglia di turisti della provincia di Venezia, con nonni, genitori e due bambini, uno sul passeggino e l’altro su una biciclettina. In queste ore ci sono state delle novità riguardanti la donna alla guida dell’auto.
Incidente a Cadore, svolta sul caso: novità sulla donna alla guida
Svolta nel caso della famiglia travolta e uccisa da un pirata della strada in provincia di Belluno. Una sola telecamera potrebbe bastare per dare una svolta alle indagini sul triplice omicidio stradale di Santo Stefano di Cadore, nel Bellunese, in cui è stata sterminata metà famiglia di turisti veneziani. Un testimone inoltre ha visto Angelika Hutter, la 31enne tedesca alla guida dell’Audi litigare con una persona, salire in macchina e ripartire sgommando prima del tragico epilogo. Un’ipotesi, come riportato da Il Messaggero, è che l’investimento possa essere stato deliberato, frutto di una rabbia incontrollata.
Le immagini dell’impianto di videosorveglianza del magazzino dell’alimentari De Candido di via Udine, la strada della tragedia, sono state acquisite dai Carabinieri la sera stessa dell’incidente, giovedì 6 luglio. Scandiscono i secondi, quattro per l’esattezza, prima dell’investimento in cui sono morti il piccolo Mattia, che avrebbe compiuto 2 anni il 16 luglio, il suo papà Marco Antoniello, 47 anni, e la nonna materna Mariagrazia Zuin, 64 anni. L’ipotesi d’accusa contro Angelika Hutter è omicidio stradale plurimo, le si contesta il 589 bis del codice penale primo e ottavo comma.
Sull’incidiente di Cadore, si è espresso il procuratore di Belluno, come riportato da Il Messaggero, Paolo Luca. L’uomo ha dichiarato: “Al momento lavoriamo sugli elementi empirici che abbiamo a disposizione, senza anticipare conclusioni che potrebbero essere fuorvianti, come quella del gesto volontario”. Non essendoci le aggravanti di alcol o droga, una eventuale scarcerazione potrebbe non essere così remota. La donna, però, risulterebbe senza fissa dimora e non avrebbe un posto dove poter andare per eventuali domiciliari. Inoltre è una cittadina straniera con pericolo di fuga. L’avvocato Giuseppe Triolo dal canto suo chiederà la scarcerazione: “È un incidente, può capitare a chiunque. La mia assistita è distrutta: non vuole essere neanche aiutata”.
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