De Magistris il veleno contro Silvio Berlusconi anche da morto: l’ex giudice rosso paladino dei centri sociali ha da ridire anche sul testamento

Non bastavano le polemiche sui funerali di Stato, oppure le paginate del Fatto Quotidiano che rispolverava – pure al momento della morte – un suo classico: quello del Berlusconi mafioso. E ancora, non bastava l’ipocrisia di Elly Schlein, presente all’ultimo saluto in Duomo a Milano e poi, il giorno dopo, pronta a seguire le polemiche sempre sui funerali di Stato. Ora, a poche ore dalla pubblicazione del testamento, si aggiunge anche Luigi De Magistris.

Il testamento di Berlusconi

L’ex sindaco di Napoli si attacca pure alle ultime volontà del Cavaliere, il quale ha donato anche100 milioni al fratello Paolo e 100 a Marta Fascina. Per l’amico Marcello Dell’Utri un lascito di 30 milioni “per il bene che gli ho voluto e per quello che loro hanno voluto a me”. Un testamento scritto al San Raffaele il 19 gennaio 2022, con una lettera rivolta ai figli da questo inizio: “Cara Marina, Pier Silvio, Barbara e Eleonora, sto andando al San Raffaele, se non dovessi tornare vi prego di prendere atto di quanto segue”.

L’odio di De Magistris

“Non bastava la genuflessione dei poteri sul corpo senza vita di Berlusconi – scrive De Magistris sul suo profilo Twitter – ora la telenovela del testamento: 100 milioni alla compagna, 30 milioni al mafioso Dell’Utri. Penso ai poveri, ai giovani, a chi si ammazza di fatica senza arrivare alla fine del mese, agli onesti…”. Un odio, un rancore, una violenza che seguono la stessa scia delle vignette alla Vauro oppure alla Natangelo, che a poche ore dalla morte del fondatore di Forza Italia si lasciavano andare ad ilarità sul Cavaliere.

Un odio cieco che fa parte della cerchia di una parte della sinistra progressista, dove l’avversario politico non è identificato come tale, ma essenzialmente come il nemico. Da combattere e abbattere. A ciò, si aggiunge un altro dettaglio, questa volta di caricatura politica, che distingue nettamente chi adotta un approccio liberale rispetto ad un altro comunista: con i propri soldi, il privato fa ciò che vuole. Un concetto ben lontano dal cuore rosso di De Magistris e ben distaccato dalla libera iniziativa, dalla limitazione dello Stato e dal libero scambio.

Ma si sa, su queste colonne lo dicevamo subito dopo la notizia della scomparsa di Silvio Berlusconi: il Cavaliere farà discutere anche da morto. E questa volta è De Magistris a sollevare l’ennesimo polverone. Complimenti… perché di lui, invece, ne avevamo già dimenticato l’esistenza.

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