“Non solo il problema dell’ossigeno”. Sommergibile disperso, l’altra notizia choc sui passeggeri: la speranza di trovarli vivi è vicina allo zero

Non c’è solo il problema dell’ossigeno nel Titan, il piccolo sottomarino scomparso dai radar nei pressi del relitto del Titanic. Come abbiamo più volte raccontato in questi ultimi giorni, speranze di ritrovare queste persone vive è davvero bassa se non nulla. Ma è solo l’ossigeno il problema? Chiaramente no, anche se sembra quello più preoccupante. C’è tanto da dire che un problema serio è anche quello del cibo. Pensare che questo viaggio avventuroso verso il Titanic sarebbe dovuto durare una decina di ore. La scorta quindi di acqua e cibo non è per molto di più, anche in caso di sacchetti di sopravvivenza.

Eppure senza mangiare qualche giorno si riesce, senza bere è più complesso. C’è poi il problema dell’ipotermia. C’è da specificare che qualora il sottomarino fosse realmente nei pressi del Titanic e dunque quasi sul fondo, probabilmente la temperatura dell’acqua sarà intorno a 0°C e con le apparecchiature interne spente e senza poter generare calore, le persone morirebbero di ipotermia nel giro di qualche ora.

Ma le cose stanno davvero così? Nessuno lo sa con certezza, magari le strumentazioni hanno continuato a generare calore. C’è poi il problema dell’anidride carbonica. Gli esperti dicono che l’espirazione continua di anidride carbonica in quel piccolo posto potrebbe presto farli addormentare, lasciandoli praticamente senza scampo e senza più la possibilità di usare l’unica arma a loro disposizione.

Parliamo dell’unico gesto che potrebbero fare: colpire l’interno in titanio e fibra di carbonio del sottomarino per inviare un segnale. Tutte evenienze che renderebbero la vicenda ancora più tragica se non fosse che l’ossigeno è oramai matematicamente finito. Come dicevamo, le speranze che i cinque passeggeri del Titan siano ancora vivi, sono davvero basse.

Non resta che sperare in un miracolo per l’imprenditore britannico Hamish Harding, Shahzada Dawood e il figlio Suleman, il ceo dell’OceanGate Stockton Rush e il pilota esperto Paul-Henry Nargeolet. Questi uomini sono stipati in una “scatola” lunga nemmeno sette metri e larga meno di tre. Una morte davvero orribile, nel caso.

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