Un lascito pari a 100-120 milioni di euro e due ville: questo il ringraziamento di Silvio Berlusconi all’ultima silenziosa compagna di vita

MARTA FASCINA, L’ULTIMA DONNA DI BERLUSCONI

Estratto dell’articolo di Dario del Porto, Giuliano Foschini, Emanuele Lauria, Fabio Tonacci per “la Repubblica”

Il posto al primo banco nel Duomo di Milano, le mani strette a Marina, le lacrime mentre il feretro lascia la piazza, il suo nome nelle prime righe del testamento. Di Marta Fascina si è detto dove è arrivata.

Poco, quasi nulla, si sa invece delle circostanze e del momento in cui è partita la scalata di questa ragazza silenziosa, che pesa attentamente le parole – alla Camera, e ad Arcore, la chiamavano “la muta” – e che invece, negli ultimi mesi di vita del suo famoso fidanzato, ha cambiato strategia, acquisendo potere, organizzando l’inner circle del Cavaliere e, infine, tentando di prendersi un pezzo di Forza Italia.

[…] Marta parla poco di politica ma spesso di Berlusconi: non nasconde la sua passione per “un certo modo di vedere il mondo”, racconta una sua vecchia insegnante. “La comunicazione, l’apparire, arrivare… Marta era una ragazza poco esuberante ma attratta da queste cose”. D’altronde il silenzio, che appunto le varrà il soprannome di “muta”, è lo stesso che la madre e lo zio Antonio di Portici, dove vivono in un condominio, hanno sempre adottato in questi anni.

Anche dopo le nozze, quando i cronisti hanno cominciato a bussare alle loro porte. “Niente da dire”, è la risposta che oppongono, sempre cortesi, sempre mettendo da parte le parole. “Quando è morto Berlusconi – racconta oggi uno dei condomini – abbiamo affisso un bigliettino nell’androne: “In segno di cordoglio per la perdita subita dalla famiglia Fascina – Della Morte”. Nessun riferimento a Berlusconi. “Non ce n’era bisogno. E poi loro avrebbero preferito così…”.

Finita la scuola superiore, Marta annuncia ai suoi (pochi) amici la volontà di trasferirsi a Roma per frequentare la facoltà di Scienze della Comunicazione. Nessuno è sorpreso. “Non era fatta per restare a Portici…”. Qui accadono due cose: comincia a frequentare un certo tipo di feste. La si vede biondissima, riccissima e solare in una foto postata nell’ottobre del 2011 da Giacomo Urtis, il chirurgo estetico delle star.

È la festa di compleanno di Urtis, non esattamente un evento accessibile a tutti, ci sono i fotografi delle riviste patinate e un elenco di invitati strafamosi e quelli che Dagospia, la Cassazione sul gossip, chiama sarcasticamente “morti di fama”. Accanto a lei c’è Stefano Ricucci, il “furbetto del quartierino”.

Ma nel “periodo romano”, ed è il secondo punto, Marta Fascina non dimentica Berlusconi. Diverse fonti raccontano che tanto timida era la ragazza nei rapporti sociali, quanto sfrontata, nel senso di appassionata e ammirata, sapeva essere nelle lettere a mano che scriveva di suo pugno al Cavaliere. Se effettivamente l’ex presidente del Consiglio – proprio in quei mesi travolto dagli scandali di Noemi Letizia, Patrizia D’Addario, dallo svelamento insomma del “ciarpame senza pudore” per usare la definizione di Veronica Lario – abbia letto o meno le lettere della giovane Fascina, non si sa.

È un fatto però che la ragazza di Portici riesca ad accedere a Palazzo Grazioli. “Il merito è di Lele Mora che Marta conosce a una festa”, dice un deputato forzista di lungo corso. Altri invece giurano che Mora non c’entri niente, e che lei fosse nel gruppo delle “campane” che già frequentavano le residenze di Berlusconi. Ma tant’è: Marta Antonia Fascina finisce dal Cavaliere. Il suo.

L’anno dell’ascensione è fatto risalire al 2013. Nella vita di Marta succedono quattro cose. La più importante è la prima: conoscere Berlusconi. Partecipa alle cene eleganti, come documenta il “libro mastro” delle ospiti dell’ex premier, una sorta di rubrica dove sono elencati i nomi, i cognomi, i numeri di telefono delle ragazze e, nel caso delle più giovani (come Marta, appunto, che in quel momento ha 23 anni), anche i numeri dei genitori. Marta è a corte.

E intraprende il percorso, previsto dal protocollo del Sultano: la candidatura alle elezioni, il bonifico, l’arrivo ad Arcore. Marta è candidata a Portici, dove rientra tutti i weekend. Il candidato sindaco del centrodestra è Vincenzo Ciotola (morto nel 2017), in una sfida complicata, anzi politicamente quasi impossibile, per la forza del centrosinistra. Ciò nonostante, chi si occupò di quella campagna elettorale ricorda Fascina molto attiva nel comitato allestito in piazza Brunelleschi. […]

Marta fa parte di quel gruppo che chiamano “le campane” ma, a differenza delle altre, spicca per una qualità specifica: sa tacere. “In realtà ne aveva anche un’altra, la gentilezza”, racconta a Repubblica una delle persone che più di altre frequentava le residenze di Berlusconi a quel tempo. “Quel suo essere incredibilmente cortese, affabile, quasi geisha, esattamente ciò che faceva impazzire Silvio. Francesca, invece, prese subito a imporre il suo carattere. Ricordo che spesso, per esempio, quando il presidente ripeteva le sue note barzellette a sfondo sessuale, si arrabbiava. “Basta!” gli urlava, “Non fai ridere nessuno”. Un rimprovero che Marta mai avrebbe pronunciato. Anche perché non parlava mai…”.

Arriviamo così al 2018. Si vota per le Politiche e in una notte, all’improvviso, il nome della semi-sconosciuta Fascina è imposto nella lista di quelli da far eleggere a tutti i costi. Per scelta personale e indiscutibile di Berlusconi, finisce iscritta nella sua Campania per un seggio alla Camera, spodestando Nunzia De Girolamo. A chi chiede: “Ma questa chi è?” (dicono che l’unico con cui sin lì ha scambiato qualche parola fosse soltanto Elio Vito), la risposta è una sola, minima, che chiude ogni discorso: “Un’amica di Galliani”. Anche se l’amministratore delegato del Milan, in privato, giura di non aver nemmeno capito bene chi sia questa Marta. Anzi, pardon: l’onorevole Marta Antonia Fascina. […]

2. LE LETTERE A SILVIO, I BONIFICI DI BERLUSCONI, L’ASCESA IN FORZA ITALIA: CHI È DAVVERO MARTA FASCINA

Estratto da www.open.online

Marta Fascina è la donna dei misteri di Silvio Berlusconi. L’ex premier la chiamava “moglie” in pubblico ma i due non si sono mai sposati. Prima della morte di lui era stata accusata di volersi prendere il logo di Forza Italia. Lei, dopo la morte dell’ex Cavaliere, si è rinchiusa nel suo dolore. Mentre gli spifferi sul testamento l’hanno indicata come beneficiaria di un lascito pari a 100-120 milioni di euro e due ville.

E se il padre Orazio, dopo la presenza al capezzale di Berlusconi, è stato indicato come candidato alle elezioni europee per il partito, poco si sa della sua ascesa ai vertici del partito. E delle sue intenzioni future. Anche se c’è già chi le ha ritagliato addosso il ruolo di ambasciatrice di Mediaset presso il governo Meloni. Per conto di Marina Berlusconi, che dovrebbe ereditare il ruolo del padre.

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