Armi all’Ucraina, Schlein alla prova dei fatti si dimostra una servetta della Nato al pari della Meloni: si all’invio ma senza usare i fondi del Pnrr

Delusi i pacifisti “senza se e senza” ma del Pd. Accontentati solo a metà sul terreno scivoloso delle armi all’Ucraina, che ha provocato l’incidente-figuraccia a Strasburgo. Quando gli europarlamentari hanno disatteso le indicazioni della segretaria Elly Schlein e sono andati in ordine sparso.

Armi all’Ucraina, la mozione del Pd al Senato

ln vista del dibattito al Senato sul Pnrr, il  Pd ha presentato la mozione che verrà votata nel pomeriggio, al termine della commemorazione in Aula di Silvio Berlusconi.  Nel testo, si far riferimento all’esclusione dell’utilizzo delle risorse di pertinenza del Pnrr per “la produzione di armi e munizioni in conseguenza degli aiuti forniti all’Ucraina”. Una richiesta superflua da parte del Nazareno, visto che il governo ha già chiarito, per bocca del ministro Fitto, il nodo delle risorse per le armi. Ma che scontenta i pacifisti fedeli alla Schlein e vicini ai 5Stelle allergici alla parola armamenti.

Sì alla armi ma senza utilizzare il Pnrr

Nella premessa, la mozione sottolinea che la piena attuazione del Piano “rappresenta una prova fondamentale per la credibilità e l’affidabilità dell’Italia nel contesto internazionale”. Poi, come da copione, si mette – nero su bianco – la litanìa sui ritardi del governo. Si parla di una “gestione poco incisiva” e si chiede che il governo “ponga in essere, con urgenza, un costruttivo dialogo anche con le Camere. Garantendo corretta informazione, fornendo relazioni e schede progetto che rendano chiare le prospettive del piano”. Anche questa un’esigenza che il governo condivide, tanto che è prevista una nuova informativa in Parlamento, ancora da calendarizzare.

Il Pd sale in cattedra per la terza tranche di risorse

Anche sulla terza tranche di risorse del Pnrr il Pd sale in cattedra e dà lezione. “Si chiede di  garantire la piena e totale collaborazione con la Commissione europea. Attraverso uno scambio costruttivo e continuo ed un’informazione efficace e completa, che permetta di dare soluzione al ritardo nel pagamento della terza rata. Non manca il riferimento alle alluvioni in Emilia Romagna con la richiesta di prevedere interventi sul fronte del dissesto idrogeologico.

L’ossessione sui ritardi del governo

E, ancora, procedere tempestivamente alla presentazione del capitolo dedicato al piano RePowerEu all’interno del Pnrr, come raccomandato dalla Commissione europea. Infine di “trasmettere alle Camere, in tempo utile e comunque non oltre il 30 giugno, le schede descrittive di revisione del PNRR e del nuovo capitolo dedicato al RepowerEu. Sul tormentone armi il Pd continua a essere in serio imbarazzo.

L’imbarazzo sulle armi e l’attacco di Calenda

Lo fa notare il ‘perfido’ Calenda. Che su Twitter replica ad Alessandro Alfieri, responsabile riforme del Pd,  che lo ha tirato in ballo in un’intervista al Corriere della Sera. “Lo stimo ma non capisco ‘con Kiev senza se e senza ma’ e l’apertura ad alleanza con i 5S. Se foste al governo insieme al posto di Meloni come votereste su guerra, energia, sussidi, giustizia? Da questa contraddizione non uscirete”, scrive il leader di Azione.

Le armi all’Ucraina armi a Kiev spaccano il Pd come manifestato platealmente in Europa sul voto dell’Asap (il provvedimento per accelerare la produzione di materiale bellico dei Paesi Ue). Voto che ha diviso la delegazione dem che marcia in ordine sparso.

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