“Non sei mica a Sarabanda!” Elly Schlein con i problemi che hanno tutti i giorni gli italiani, gioca alla citazione delle canzonette in voga in questi giorni

Estratto dell’articolo di Francesca Galici per il Giornale

Elly Schlein è confusa. Il Pd che guida da una manciata di mesi è ormai allo sbando e stando a un’indiscrezione lanciata da Dagospia sarebbe addirittura quasi commissariata dai fedelissimi di Dario Franceschini, Sereni, Losacco e Braga, che sarebbero stati posizionati in fondo alla sala per controllare eventuali derive.

Il Pd implode e la Schlein pensa a scioperare: “Sarà un’estate militante”

No, non due filosofi o statisti omonimi dei due artisti, ma proprio loro, utilizzando i testi delle canzoni come glossario per le citazioni. La direzione nazionale del Pd è stata appunto scambiata da Elly Schlein per un’assemblea di istituto con una platea di ripetenti incalliti, vista l’età media dei partecipanti. “Sono affezionata a un pezzo che dice tra la partenza ed il traguardo in mezzo c’è tutto il resto. E tutto il resto è ‘giorno dopo giorno, e giorno dopo giorno è silenziosamente costruire'”, dice il segretario citando “Costruire”, brano del 2006 di Niccolò Fabi. Ma non solo, perché nel tentativo di spegnere le polemiche interne è ricorsa al testo di “Le cose che abbiamo in comune”, di Daniele Silvestri: “Concentriamoci sulle cose che abbiamo in comune, che sono 450”.

Quindi, ha completato il suo excursus di citazioni con Diodato: “Se ai nostri elettori chiedessero di dedicarci una canzone, una di queste probabilmente sarebbe ‘Fai rumore’ di Diodato, che dice: ‘Fai rumore e non lo so se mi fa bene, se il tuo rumore mi conviene, ma fai rumore sì che non lo posso sopportare questo rumore innaturale tra me e te’. Anziché fare rumore di canto e controcanto tra noi, e lo dico a me per prima, proviamo a parlare di ciò che ci unisce con loro”.

Sono lontani i tempi dei politici di sinistra che citavano i loro predecessori, gente come Antonio Gramsci, per esempio. Con Elly Schlein si torna alle arringhe adolescenziali. Ma il segretario doveva essere in un mood musicale alternativo, perché da quanto si apprende avrebbe anche proseguito con le sue metafore: “Lavoriamo tutti insieme in modo corale, serve un’orchestra capace di suonare il medesimo spartito”. Inevitabili le battute di chi ritiene imbarazzante una simile segreteria: “Non ho capito, era alla direzione nazionale del Pd o a Sarabanda?”. Inutili altri commenti.

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