Meno tasse su tredicesime e straordinari. È una delle modifiche alla delega fiscale che il governo propone, via emendamento, al suo stesso testo

Straordinari e tredicesime agevolati

Tra le proposte del governo c’è l’introduzione di una tassazione sostitutiva dell’Irpef, agevolata, da applicare su premi di produttività, straordinari oltre una certa soglia, e tredicesime. Nel testo non è indicata un’aliquota, ma fonti di governo spiegano che si tratta della flat tax al 15%.

Per quel che riguarda la flat tax incrementale per tutti i lavoratori, ovvero la tassa piatta sugli incrementi di stipendio, l’esecutivo scrive che resta ferma una sua valutazione, “anche ai fini prospettici”, ma nulla più. Per il momento, dunque, resta la sperimentazione già scattata nel 2023 per le partite Iva.

Rateizzazione tasse, ok ma senza termini precisi

Un emendamento del relatore Alberto Gusmeroli (Lega) prevede una rateizzazione delle tasse per gli autonomi e i professionisti. La proposta di modifica chiede “una più equa distribuzione del carico fiscale nel corso del tempo, anche attraverso un meccanismo di progressiva introduzione della periodicità mensile degli acconti e dei saldi e l’eventuale riduzione della ritenuta d’acconto”. Il riferimento è alle tasse di novembre, tra cui figurano l’acconto Irpef (secondo acconto o un’unica soluzione) e le altre imposte che devono versare gli autonomi e i professionisti. Ma l’emendamento non va nello specifico e questo perché altrimenti non avrebbe chance di entrare nel testo della delega, che poggia su principi generali. Tra i temi che hanno buone possibilità di entrare nella delega ci sono, tra gli altri, lo stop al superbollo, chiesto dalla Lega e da Fratelli d’Italia: il governo ha espresso un parere positivo all’emendamento del Carroccio, ma a patto che il testo venga riformulato, di fatto ricondotto a un ambito più generale.

Sigarette elettroniche e minimum tax

Gli interventi del governo e del relatore, undici in tutto, intervengono anche su altri ambiti. Come quando si introduce “con finalità di contrasto al mercato illecito e di tutela della salute” il divieto di vendita a distanza, anche da fuori dai confini nazionali, dei prodotti da inalazione senza combustione e delle sigarette che si fumano senza combustione.

Ai principi Ocse si guarda invece con la modifica che delega il governo a introdurre una imposta minima del 15% alle imprese di un gruppo, situate in Italia, che riesca grazie alla fiscalità di favore di alcuni territori a beneficiare di una “sotto-imposizione” fiscale.

L’esigenza di sfrondare

Sfrondare e diluire, però, resta tra le priorità. Perché le proposte di modifica presentate dai gruppi parlamentari, nel ragionamento del governo, sono troppe. E molte sono fin troppo dettagliate. Rispetto ai 656 emendamenti depositati alla scadenza del 26 maggio, la maggioranza ha asciugato il suo pacchetto, indicando circa 110-120 “segnalati”, mentre le opposizioni, al momento, hanno mantenuto tutte le proposte iniziali.

L’ingorgo in Parlamento

Il tempo stringe perché l’obiettivo dell’esecutivo è incassare il via libera del Parlamento al disegno di legge delega prima della pausa estiva. Così ha ripetuto più volte il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, anche se la Camera e il Senato sono a rischio ingorgo, con cinque decreti da convertire (alluvione, Pubblica amministrazione, enti pubblici, lavoro e rigassificatore) e altri due (decreto Pa bis e quello sulle infrazioni europee) in arrivo. Sono tutti provvedimenti che devono essere approvati in poche settimane se non si vogliono far decadere. Ecco perché l’iter della delega fiscale potrebbe fermarsi al via libera di Montecitorio, per poi passare a Palazzo Madama a settembre, comunque in tempo utile per chiudere il quadro generale nei tempi stabiliti, entro l’autunno. Poi, da gennaio, il primo atto operativo, con l’intervento sull’Irpef, che prevede come primo step la riduzione delle aliquote, dalle attuali quattro a tre. “Compatibilmente con le risorse”, ha però specificato Leo, perché quello delle coperture resta il grande vulnus della riforma del fisco di Giorgia Meloni.

Le proposte dei partiti

Il bacino delle proposte dei partiti è molto più ampio: tra gli emendamenti depositati in commissione Finanze figura, ad esempio, la cancellazione dei micro tributi, come appunto il superbollo, ma anche i balzelli per gli esami di laurea e il rilascio dei diplomi. È una delle modifiche contenute nel pacchetto della maggioranza. Al cui interno è contenuta anche la richiesta del Carroccio per l’estensione della flat tax al 15% (su ricavi e compensi fino a 85 mila euro) alle associazioni professionali e alle società di professionisti composti da giovani under 35, ma anche il depotenziamento della tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie introdotta in Italia nel 2013. Ancora l’estensione del modello F24 come canale unico per il versamento di tributi nazionali e locali, sanzioni, contributi e altri obblighi verso la Pubblica amministrazione: stop, quindi, ai bollettini postali. Sul versante delle opposizioni spiccano gli emendamenti del Pd, che puntano a cancellare alcuni articoli contenuti nella delega fiscale approvata dal Consiglio dei ministri il 16 marzo. Come quello relativo all’estensione del concordato preventivo biennale, il patto con il Fisco che congela le tasse per due anni, senza prevedere nuovi controlli. Al suo posto i dem chiedono una “precompilazione” delle dichiarazioni fiscali. Ma l’emendamento non ha grandi possibilità perché il concordato preventivo biennale è uno dei pilastri della riforma del fisco della destra al governo, che punta a cambiare volto all’accertamento.

Così come non troverà spazio la proposta di modifica per introdurre nella delega il tema del catasto. Il Pd vuole una riforma con riferimento ai valori di mercato degli immobili che ridistribuisca l’onere tra i contribuenti a parità di gettito. Ma il governo ha più volte ripetuto che i valori catastali “non meritano un’accelerazione nell’aggiornamento”, mentre in altri Paesi “la rivalutazione è ben più datata”. Un tema, quello del catasto, su cui tutto il centrodestra tiene il punto, facendo seguito a un’impostazione già adottata ai tempi del governo Draghi, quando Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia battagliarono per escludere l’aggiornamento delle rendite dalla delega fiscale, che fu approvata ma che poi si fermò in Senato a causa della crisi di governo. Tra gli emendamenti delle opposizioni figurano anche quelli dei 5 stelle, che hanno proposto la possibilità per i contribuenti di destinare il 6 per mille Irpef, all’interno della dichiarazione dei redditi, in favore dei Corpi civili di pace, struttura interna alla Protezione civile. Tra le proposte di Italia Viva-Azione, invece, c’è l’Iva agevolata (al 4%, livello delle barriere architettoniche) per la messa in sicurezza del territorio.

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