Giorgia Meloni per entrare nel salotto buono della feccia di Bruxelles deve rimangiarsi anche quel poco che ha conservato: dalla fiamma sul simbolo ai rapporti con Orban le hanno dato i compiti in vista delle europee 2024

DAGOREPORT di dagospia.com

Antonio Tajani trema davanti a ciò che resta di Forza Italia senza Silvio Berlusconi. Un partito che non ha mai fatto un congresso in vita sua, sbrindellato da lotte intestine, con quel mistero gaudioso di Marta Fascina “senza ruoli formali” che ha dichiarato guerra a quella consistente minoranza capitanata dalla triade Ronzulli-Mulè-Cattaneo che, da parte sua, digrigna la dentiera avvelenata quando vede la Ducetta.

Da parte sua, Giorgia Meloni è nervosissima. E’ consapevole che, tra Pnrr e Mes e guerra dichiarata al deep state italico ed europeo, ha davanti a sé un anno terribile perché decisivo per il suo sogno di diventare la Merkel del terzo millennio. Intanto, fino alle elezioni europee di giugno 2024, ognuno resta al suo posto, dato che il sistema elettorale è totalmente proporzionale e ogni partito fa il suo gioco.

Dopo il voto, si aprono davvero nuovi orizzonti politici. L’obiettivo di Meloni è la trasformazione di Fratelli d’Italia in un partito conservatore, e per raggiungerlo deve portare a termine una seconda svolta (dopo quella di Fiuggi di Gianfranco Fini che buttò al cesso il Msi con i riferimenti ideologici al fascismo al fine di qualificarsi come forza politica legittimata a governare).

Una seconda svolta che deve, prima di tutto, bruciare i rapporti di Fratelli d’Italia con il post-fascismo che l’Unione Europea detesta. Quindi la Meloni deve rompere i ponti con gli spagnoli di Vox, i polacchi del primo ministro Mateusz Morawiecki, gli ungheresi del filo-putiniano Orban (che tratta Giorgia pure con sufficienza). E per assecondare il presidente del PPE Manfred Weber, la fanciulla deve fare un altro sforzo: mandare definitivamente al macero la fiamma del Msi che brilla ancora nel simbolo del partito.

Portato a termine lo sbiancamento anale del partito, occorrerà apparecchiare un bel congresso per fondere Fratelli d’Italia e quello che resta di Forza Italia. A quel punto, per la Ducetta sarà un percorso in discesa entrare nel Partito Popolare Europeo.

Anche perché l’ex Gabbiano di Colle Oppio ha capito che, durante la sua ascesa al trono di Regina d’Europa, l’Italia non può permettersi di avere troppi cannoni puntati, a partire dai liberali di Macron ai socialisti di Scholz.

Ecco perché in Meloni ed ex camerati è sbocciata l’ipotesi, fino a ieri considerata impossibile, di sostenere la riconferma della “maggioranza Ursula”, con un secondo mandato per la Von der Leyen. Un’alleanza che è decollata con il recente viaggio in Tunisia del tandem Giorgia-Ursula).

Una strategia supportata anche dal fatto che Weber ha compreso che, tra Cdu e Csu, le sue chance di prendere il posto di Ursula sono sotto zero. Ma soprattutto sorretta dall’analisi che, una volta fatta fuori la filiforme signora tedesca, si aprirebbe il vaso di pandora per la successione tra spagnoli e francesi. Scontro che non avverrebbe con una riconferma della pupilla di Angela Merkel.

Ma prima della volata delle europee, la premier della Garbatella deve gestire l’imponderabile, vale a dire Matteo Salvini. E’ e sarà la sua spina nel fianco.

Nervosissimo per i sondaggi che registrano una Lega al ribasso sull’onda emotiva della scomparsa di Berlusconi, il leader Carroccio è difficilissimo da gestire dopo che la tosta Giorgia non gli ha dato alcuna assicurazione sul passaggio in Parlamento dell’autonomia differenziata. E qualcosa succederà, magari con l’arrivo dell’estate potrebbe ritornare la sindrome del Papeete…

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