Strage sul Lago Maggiore, la storiella della festa di compleanno non se la beve nessuno, soprattutto dopo la foto che ritrae il potente capo del Mossad al funerale di uno dei suoi uomini, definito ‘agente in pensione’

Estratto dell’articolo di Michele Giorgio per “il manifesto”

C’era anche il capo del Mossad David Barnea ieri ai funerali ad Ashkelon di Erez Shimoni, ammesso che si chiamasse così l’alto ufficiale del servizio segreto israeliano morto domenica al Lago Maggiore nel ribaltamento dell’imbarcazione turistica in cui hanno trovato la morte anche due agenti dell’intelligence italiana e una cittadina russa.

Tanti gli elogi ieri per Shimoni. […] Per un capo divisione del Mossad, Shimoni era «un uomo che tutti amavano e apprezzavano, che stupiva per la sua gentilezza e modestia».

[…] Oltre le frasi scontate di queste occasioni, si cerca di mettere assieme le tessere di un mosaico confuso per ricostruire non tanto le cause della sciagura che ha coinvolto l’imbarcazione – con un carico di persone superiore a quello consentito – quanto piuttosto per comprendere i motivi della riunione di 19 tra agenti del Mossad, ex e in servizio, e dell’intelligence italiana.

La storiella della festa di compleanno non se la beve nessuno. Il fatto che Israele abbia inviato immediatamente il Bombardier executive, l’aereo delle missioni più segrete del Mossad, per riportare a Tel Aviv i superstiti al naufragio, rivela l’importanza delle persone e della loro missione in Italia.

D’altronde lo stesso Shimoni, a 50 anni di età non poteva essere il pensionato di cui si è letto. Il quotidiano Haaretz ha scritto che «non è un segreto che pensionati esperti e qualificati dell’establishment della sicurezza, incluso il Mossad, vengano periodicamente richiamati per una sorta di servizio di riserva in base a contratti speciali». In poche parole, Shimoni sarà stato pure un pensionato ma era ancora dentro il Mossad.

Per questo l’ipotesi avanzata da più parti di un incontro ad alto livello tra spie italiane e israeliane […] è la più concreta, suffragata dal fatto che lo skipper Carminati è conosciuto per i suoi contatti con l’ambiente dei servizi segreti.

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

Erez Shimoni, che nessuno crede si chiamasse così, è stato sepolto con i massimi onori e la massima segretezza.

Circondato da funzionari con le mascherine sul volto, il numero uno del Mossad David Barnea ha reso omaggio all’agente annegato nel Lago Maggiore […]

Un tributo solenne che marca il rilievo delle missioni svolte per la sicurezza di Israele. Inclusa l’ultima, condotta tra Piemonte e Lombardia in stretta collaborazione con l’intelligence italiana.

Un’operazione dal nome burocratico e dal significato oscuro ai più: “Anti-proliferazione”.

Ma che corrisponde a grandi linee con l’attività mostrata più spesso nei film d’azione: fermare i cavalieri dell’Apocalisse, quelli che permettono di costruire le armi di distruzione di massa, nucleari, chimiche o batteriologiche o che comunque contribuiscono a realizzare ordigni ad altissimi tecnologia, dai droni ai cyberweapon, dai missili balistici ai sottomarini in miniatura.

Ovviamente, questi marchingegni infernali sono il risultato conclusivo di una elaborata catena di montaggio che si nutre di componenti dual use, […] macchinari e software con una doppia vita, come ogni protagonista di questo mondo obliquo e tenebroso.

Molti anni fa, ad esempio, in una storica “attività anti-proliferazione” tra Italia e Svizzera furono intercettate apparecchiature farmaceutiche prossime a passare attraverso aziende di diversi Paesi: la destinazione finale sarebbe stata un centro di ricerca di sui vaccini, impegnato nel programma di sviluppo di tossine batteriologiche di uno “Stato canaglia”.

Non ci sono mai arrivate. E anche questa volta molti sono pronti a scommettere che l’avversario comune di 007 israeliani e italiani fossero gli emissari di un Paese mediorientale, estremamente abili nel procacciarsi materiali strategici.

I nomi delle due vittime italiane e il numero complessivo di ventuno spie coinvolte sono elementi sufficienti perché gli esperti riescano a ipotizzare un’operazione lunga e complessa, con pedinamenti dinamici portati avanti per giorni fino a raggiungere l’obiettivo desiderato. Un successo che doveva restare nell’ombra.

Tutto perfetto, tranne la festa conclusiva. Un rito molto più diffuso di quanto si possa immaginare […]. Lo si vede persino nelle serie tv come “Fauda”, con il gruppo di Doron che si ritrova per una grigliata: in genere sono eventi discreti, convocati in case di proprietà o in ville affittate per l’occasione, dove il barbecue permette anche alle alte gerarchie di cucinare […]

Gli uomini e le donne dell’ultima operazione hanno probabilmente ritenuto che l’imbarcazione, nonostante il nome infelice “Good… uria”, offrisse la stessa privacy e che la sala appartata del ristorante stellato sull’isola dei Pescatori permettesse di tenere a distanza gli altri ospiti, variando la monotonia della carne alla brace.

Li ha traditi il clima impazzito […]. Una bufera che ora rischia di innescare altre ondate, invisibili ma potenti, tra amici e nemici. Tra i bersagli della missione, che adesso sanno chi li ha colpiti. E tra gli alleati, tagliati fuori dalla condivisione delle notizie sulla minaccia più grande.

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