Ci chiamava disagiati privi di neuroni: nemmeno la quarta dose lo ha salvato. Morto lo storico volontario del Pronto soccorso

C’era tutto il suo mondo a salutarlo, davanti alla chiesa di Pavana, Salvatore non si è sentito solo, circondato dal mare di affetto arancione delle divise indossate dai “suoi” volontari. Per quanto possa sembrare originale, i suoi compagni della vita di tutti i giorni, amici, parenti, colleghi nelle tante vite di Salvatore Gamuzza, hanno continuato a parlarne al presente come se ci fosse, e forse è stato vero perché quelli come Salvatore non muoiono mai, al massimo si allontanano. Lo si è capito bene dalle parole della presidente della Croce Verde, Stefania Tolve: “noi tutti siamo qui perché abbiamo avuto il privilegio di conoscere Salvatore Gamuzza, il privilegio di aver fatto parte della sua vita, di aver condiviso con lui almeno uno dei suoi mille interessi, delle sue passioni. Che fosse la musica, la bicicletta, il volontariato o l’amore per la famiglia. Su di lui si poteva sempre contare per quei viaggi che sono difficili da organizzare, pazienti che devono essere portati a centinaia di chilometri di distanza, che fosse in Italia o all’estero. Lui c’era e c’era sempre con il sorriso. Ognuno di noi avrebbe mille episodi da raccontare, mille foto da riguardare. Lui aveva un sorriso per tutti. E a noi resta questo difficile compito di continuare a portare quel sorriso in tutto quello che facciamo per regalarlo alle persone che incontriamo”.

Salvatore Gamuzza si è spento domenica, stroncato da una brutta malattia. Aveva 74 anni. Nato in Sicilia, si era strasferito a Pavana dove viveva con la moglie Gabriella e i figli Valentina e Andrea. “Vogliamo ringraziare di cuore tutte le persone che gli sono state vicine –hanno detto i figli dall’altare – grazie a nome nostro di nostra mamma e soprattutto del nostro babbo. Grazie al dottor Dereviziis e al dottor Giannessi a tutto il personale dell’ospedale San Jacopo, grazie alla Silvia e i ragazzi della farmacia Del Ponte, grazie meraviglioso gruppo della Croce Verde per il vostro meraviglioso abbraccio, grazie alle voci dei coristi che tante volte si sono uniti alla sua e che oggi ci hanno accompagnato. Abbiamo condiviso con lui tanti momenti di felicità sui campi da calcio, da tennis sul sellino di una bici. In molti lo avrebbero voluto salutare personalmente. Purtroppo non è stato possibile; il pomeriggio prima di andare via ha trovato la forza di dire ‘saluta tutti’”.

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