“Una porcheria piena di prodotti vietati” Ucraina, fa schifo persino il grano: i paesi vicini non lo vogliono. Dannoso per l’uomo e per l’economia

di Laura ruggeri da Telegram

RELAZIONI SEMPRE PIU’ TESE ALL’INTERNO DELL’UE A CAUSA DELL’ IMPORTAZIONE DI PRODOTTI AGRICOLI DALL’UCRAINA

Inizialmente, l’UE aveva giustificato l’abolizione dei dazi sull’importazioneĀ  di prodotti agricoli dall’Ucraina dicendo che sarebbero state dirottate verso i Paesi poveri del Medio Oriente e dell’Africa. Tuttavia, la maggior parte dei prodotti ĆØ finita sul mercato europeo, in particolareĀ  nell’Europa orientale. Da mesi gli agricoltori di Polonia, Romania, Bulgaria, Ungheria e Slovacchia siĀ  lamentano: cereali e altre derrate alimentari provenienti dall’Ucraina hanno invaso i loro Paesi, creando un’eccedenza che ha fatto crollare i prezzi.

A marzo, i primi ministri di questi Paesi hanno chiesto alla Commissione Europea di intervenire per reintrodurre i dazi. Hanno anche parlato apertamente di concorrenza sleale perchĆ© l’Ucraina utilizza OGM e pesticidi vietati, chiaramente queste importazioni non rispettano gli standard dell’UE. Di fronte alla rabbia crescente, alle proteste diffuse e all’inerzia dell’UE, Polonia e Ungheria hanno deciso di vietare le importazioni agricole ucraine.

Cosa ha fatto la Commissione Europea? Con la sua nota arroganza, ha rilasciato questa dichiarazione ufficiale: “Tali azioni sono inaccettabili e vanno contro le regole dell’unione. La politica commerciale ĆØ di competenza esclusiva dell’UE e, pertanto, le azioni unilaterali sono inaccettabili”. La Commissione non ha specificato se Varsavia e Budapest subiranno sanzioni da Bruxelles a causa della loro decisione.

Grano dallā€™Ucraina: stop allā€™importazione da Polonia, Ungheria e Slovacchia. Il braccio di ferro con lā€™Ue per difendere il mercato interno

Dopo lo stop diĀ PoloniaĀ eĀ Ungheria, ĆØ arrivato anche quello dellaĀ Slovacchia. Una nuova crisi del grano ucraino rischia di coinvolgere lā€™EuropaĀ ma questa volta non si tratta dellā€™impossibilitĆ  perĀ KievĀ di esportarlo bensƬ della volontĆ  deiĀ Paesi dellā€™EstĀ di non volerlo piĆ¹ importare. Alla decisione diĀ VarsaviaĀ di vietare lā€™ingresso dei prodotti agricoli ucraini nel Paese, nei giorni scorsi, ĆØ seguito lā€™annuncio, pressochĆ© identico nella sostanza, delĀ governo ungherese. Allā€™origine per entrambi la difesa del proprio mercato interno. E ora ancheĀ BratislavaĀ dice stop e ha vietato la lavorazione del grano ucraino stoccato e della farina da esso prodotta per la presenza di pesticidi. Ma, anche in questo caso, per tutelare il proprio mercato. ā€œCome la Slovacchia e la Polonia, anche lā€™Ungheria vieta la fornitura di grano ucraino. Non possiamo mettere in pericolo lā€™agricoltura ungherese e il sostentamento degli agricoltori ungheresiā€, ha scritto il governo ungherese su Facebook. Un effetto domino potrebbe interessare diversi altriĀ Stati dellā€™Europa Orientale. Tanto che aĀ BruxellesĀ ĆØ giĆ  scattato lā€™allarme: ā€œazioni unilaterali non sono accettabiliā€, ha avvertito laĀ Commissione Ue.

Intanto leĀ delegazioniĀ dellā€™UcrainaĀ e dellaĀ PoloniaĀ hanno avviato aĀ VarsaviaĀ i negoziati sullā€™importazione di prodotti agricoli ucraini nellaĀ Repubblica di Polonia, in particolare per quanto riguarda iĀ cerealiĀ destinati al transito verso Paesi terzi, ha riferito il ministro dellā€™agricoltura della Polonia,Ā Robert Telus, citato da Ukrinform. ā€œCercheremo insieme una soluzione in modo che il nostro contratto, che vogliamo firmare, diventi effettivoā€, ha dettoĀ Telus, aggiungendo che laĀ PoloniaĀ ha bisogno di un accordo con lā€™Ucraina, ma se questo venisse firmato oggi potrebbe essere inefficace nellā€™attuale quadro giuridico dellā€™Unione europea.Ā Per questo motivo,Ā VarsaviaĀ vuole che lā€™UeĀ modifichi la legislazione europea nel campo del commercio con iĀ Paesi terzi. Telus insiste affinchĆ© le merci importate nellā€™Ue siano distribuite uniformemente in tuttaĀ EuropaĀ e non si stabiliscano esclusivamente inĀ PoloniaĀ e in altri Paesi confinanti conĀ lā€™Ucraina.

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