Oggi si commemora l’anniversario del massacro di Mỹ Lai: quando gli americani in Vietnam rasero al suolo un villaggio di inermi contadini

tratto da La Fionda
Oggi, 16 marzo, si commemora l’anniversario del massacro di Mỹ Lai, uno degli episodi più tristi e sconvolgenti della guerra del Vietnam, che rappresenta una delle pagine più oscure nella storia degli Stati Uniti d’America.
Il massacro avvenne il 16 marzo 1968, quando una compagnia dell’esercito americano, guidata dal tenente William Calley, entrò nella pacifica e remota città di Mỹ Lai, situata nella provincia di Quang Ngai, in Vietnam. Gli abitanti di Mỹ Lai erano principalmente contadini e non avevano nulla a che fare con la guerra in corso, ma furono considerati dai soldati americani come nemici e terroristi.
Senza alcuna provocazione, i soldati iniziarono ad aprire il fuoco sui civili, uccidendo donne, bambini, anziani e uomini innocenti, in totale violazione delle convenzioni internazionali sui diritti umani. I soldati violentarono e torturarono numerose donne e ragazze, distrussero case e pagode e bruciarono i campi di riso, privando la popolazione locale del loro sostentamento.
Il massacro durò circa quattro ore e provocò la morte di almeno 504 civili vietnamiti, ma alcune stime parlano di un numero ancora maggiore di vittime. I soldati americani giustificarono l’attacco affermando di aver incontrato una forte resistenza da parte dei vietnamiti, ma gli unici a resistere furono i civili disarmati.
Solo dopo diversi mesi, la verità sulla tragedia venne alla luce grazie alle rivelazioni del soldato Ron Ridenhour, che riuscì a far giungere la notizia ai media e alle autorità competenti. Il giornalista Seymour Hersh, attraverso una lunga e meticolosa indagine, pubblicò un articolo su Associated Press, per cui vinse il premio Pulitzer nel 1970.

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