“Boom di casi dopo aver ricevuto il siero” E’ allarme dalla Svezia dopo la pubblicazione dei dati ufficiali: cosa sta succedendo ai loro ragazzi

di Tommaso Croco per IlParagone

Per mesi e mesi nel nostro Paese è stato di fatto impossibile parlare di effetti avversi dei vaccini senza essere additati come pericolosi no vax, da censurare ed emarginare per il bene di tutti. Oggi, finalmente, la verità sta invece pian piano iniziando a emergere, con dati sempre più chiari e ricerche che confermano i timori iniziali. L’ultima è stata effettuata in Svezia e riportata da Irene Cosul Cuffaro sulle pagine della Verità: lo studio ha preso in esame il rischio di miocardite e pericardite tra i giovani, basandosi sulle analisi fatte dall’agenzia governativa Socialstyrelsen. Numeri alla mano, le infiammazioni tra i ragazzi sarebbero aumentate nel secondo semestre del 2021, in particolare nella fascia d’età 10-19, rimanendo più alte per tutto il corso del 2022 rispetto ai periodi precedenti. Nel periodo successivo alle somministrazioni di massa, dunque, la diffusione di queste patologie è aumentata.

Il picco di eventi si sarebbe registrato nella seconda metà del 2021, con 216 ricoveri di under 20, poi scesi a 187 nel primo semestre del 2022 e a 157 in quello successivo. Non si conoscono le condizioni dei pazienti né se fossero stati vaccinati o meno, come specificato dagli autori. Ma è singolare che nella fase acuta della pandemia, nel 2020 e a inizio 2021, le infiammazioni cardiache risultavano addirittura inferiori agli anni pre Covid. Poi, dopo l’inizio delle campagne di vaccinazioni, il quadro è di colpo mutato.

Un altro studio in merito è stato prodotto in questi giorni in Danimarca, con oggetto la presenza della proteina Spike più a lungo del previsto nel sangue delle persone vaccinate. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Pathology, Microbiology and Immunology ed è stata condotta su 180 pazienti affetti da epatite C cronica.

In dieci dei campioni di plasma, i ricercatori hanno trovato frammenti di mRna del vaccino antiCovid fino a 28 giorni dopo la vaccinazione. Una presenza definita “sorprendente” dagli esperti. La questione della pericolosità della proteina Spike per l’organismo è argomento sul quale la comunità scientifica continua a interrogarsi.

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