Italia senza benzina per fine gennaio: confermato dai sindacati dei benzinai lo sciopero totale per tre giorni: dal 24 al 26 di questo mese

Lo hanno reso noto le organizzazioni dei gestori Faib, Fegica, Figisc-Anisa dopo l’incontro con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. I sindacati hanno spiegato come le posizioni siano distanti e si sono detti “profondamente delusi”. La mobilitazione riguarderà anche gli impianti self service, che però garantiranno i servizi minimi essenziali. Intanto, come annunciato, il governo ha “alleggerito” il decreto, smorzando la stretta su comunicazione dei prezzi e multe.

Quando ci sarà lo sciopero: gli orari

Lo sciopero dei gestori dei distributori dei carburanti inizierà alle 19 del 24 gennaio e si concluderà alle 19 de 26 gennaio. In tutto saranno 48 le ore di chiusura degli impianti, compresa la modalità self service. Lo sciopero riguarda strade e autostrade. Tuttavia, fanno presente le organizzazioni che hanno proclamato lo sciopero, saranno garantiti dei servizi minimi essenziali.

Cambia il decreto: ecco come, le nuove regole

Con le modifiche al decreto sulla trasparenza proposte dal ministero, l’obbligo di comunicazione dei prezzi della benzina diventerà settimanale (e non giornaliero) e a ogni variazione del costo alla pompa. La chiusura per omessa comunicazione avverrà solo dopo quattro omissioni nell’arco di 60 giorni, e non più dopo tre senza limiti temporali anche non consecutivi. L’eventuale chiusura potrà essere decisa da uno a 30 giorni, mentre prima la previsione era da sette a 90 giorni. Le sanzioni per omessa comunicazione andranno da un minimo di 200 a un massimo di 800 euro, a seconda del fatturato dell’impianto (prima raggiungevano i 6mila euro).

Benzinai: “Decreto inutile, il cartello è una penalizzazione”

L’obbligo della cartellonistica per l’esposizione del prezzo medio, previsto dal decreto trasparenza, “penalizza i benzinai ed è inutile per far abbassare i prezzi”. Questa la critica principale avanzata dalla categoria dei gestori dopo l’incontro con il governo. Per Giuseppe Sperduto della Faib c’è “una penalizzazione per un cartello inutile, siamo una categoria che basa il proprio lavoro sulla trasparenza e ora il decreto genera ulteriore confusione. Le nostre stazioni non sono delle frutterie”. Massimo Terzi, di Anisa Confcommercio, ha spiegato che “non è certo un cartello che può risolvere i problemi”. Per Roberto Di Vincenzo, della Fegica, c’è invece “un problema vero di riassetto del settore. I gestori hanno l’obbligo di comunicare ogni variazione di prezzo entro otto giorni. L’osservatorio prezzi è a disposizione di tutti. La rilevazione settimanale dei prezzi la fa il ministero”.

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