Ma ci prendi per i fondelli? Mattarella fa finta di essere stato eletto per caso: un discorso di insediamento vergognoso: ha tirato di nuovo in mezzo vaccini e altre baggianate

Un lungo applauso apre il discorso di Sergio Mattarella a Montecitorio, per il suo secondo giuramento. Tutti in piedi, anche deputati e senatori di Fratelli d’Italia (unico partito ufficialmente contrario al bis) mentre nei cieli di Roma si iniziano a sentire i 21 colpi di cannone. “Grazie per la fiducia accordatami per la seconda volta”, esordisce il Capo dello Stato, tra nuovi applausi. “Ritorno dunque di fronte a questa Assemblea, nel luogo più alto della rappresentanza democratica, dove la volontà popolare trova la sua massima espressione”. Quelli della scorsa settimana, aggiunge, sono stati “momenti travagliati per tutti, anche per me”.

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Il presidente bis definisce la chiamata ricevuta “inattesa”, una chiamata “a cui non posso sottrarmi”. Nelle sue parole, nessuna ombra di acrimonia, né tanto meno riferimenti polemici alle incapacità dei leader politici di trovare una alternativa. L’esatto opposto del durissimo discorso di Giorgio Napolitano, nel 2013, protagonista di una sferzata polemica senza precedenti agli onorevoli che si stavano auto-umiliando, applaudendolo a ogni (violentissima) frase. Dal padre-padrone, Re Giorgio, al padre della Patria. Non è solo il Covid, è differenza di scuola politica e attitudine personale.

Il motivo? L’emergenza “sanitaria, economica e sociale”, che non ancora finita. La guerra al Covid durerà, sottolinea Mattarella, che ribadisce l’importanza del vaccino come già sottolineato nello scorso discorso di Capodanno, quello che sulla carta doveva essere il suo ultimo dal Quirinale. Le attese “sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi di uno stato di profonda incertezza politica e di tensioni, le cui conseguenze avrebbero potuto mettere a rischio anche risorse decisive e le prospettive di rilancio del Paese impegnato a uscire da una condizione di grandi difficoltà”. La priorità politica, prosegue Mattarella, è concretizzare “una agenda legata agli impegni di Next Generation Eu“. Gli applausi sono frequenti, dal ringraziamento alle forze dell’ordine all’impegno di sindaci e operatori sanitari per la campagna vaccinale. Le polemiche non sono di casa a Montecitorio, non oggi e non per Mattarella, l’uomo a cui i partiti si sono affidati per sbloccare l’impasse e, di fatto, garantire la sopravvivenza della maggioranza fino a fine legislatura, nel 2023 (anche se le turbolenze, per il premier Mario Draghi, sono già iniziate).

Proprio il riferimento al sostegno del governo Draghi, “nato in emergenza e che sta ponendo le  basi per superarla) viene accolto da un breve ma intenso battito di mani, a poche ore dalle frizioni con la Lega nel consiglio dei ministri di mercoledì. E all’esecutivo, in qualche modo, tira le orecchie in quello che è l’unico richiamo polemico all’attualità politica italiana: “Quel che appare necessario – nell’indispensabile dialogo collaborativo tra Governo e Parlamento è che – particolarmente sugli atti fondamentali di governo del Paese – il Parlamento sia posto sempre in condizione di poterli esaminare e valutare con tempi adeguati. La forzata compressione dei tempi parlamentari rappresenta un rischio non certo minore di ingiustificate e dannose dilatazioni dei tempi”.  

Breve, ma particolarmente apprezzato, il passaggio sulla giustizia. Il presidente della Repubblica, nonché guida del Csm, definisce la magistratura un “elemento fondamentale del sistema costituzionale e della vita della nostra società. Mi preme sottolineare che un profondo processo riformatore deve interessare anche il versante della giustizia. Per troppo tempo è divenuta un terreno di scontro che ha sovente fatto perdere di vista gli interessi della collettività”. “Nella salvaguardia dei principi, irrinunziabili, di autonomia e di indipendenza della magistratura – uno dei cardini della nostra Costituzione – l’ordinamento giudiziario e il sistema di governo autonomo della magistratura devono corrispondere alle pressanti esigenze di efficienza e di credibilità, come richiesto a buon titolo dai cittadini”.

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