Lutto nella musica, questa volta si piange la morte di una vera leggenda del rock: è morto David Crosby

NEW YORK – L’ultimo suo post su Twitter era stato mercoledì, per ricordare la bellezza di un brano dei Beatles, Eleanor Rigby, da ascoltare in una giornata di pioggia così forte da rendere opachi i vetri di una finestra. Ventiquattr’ore dopo, è arrivato l’annuncio della sua morte: David Crosby, chitarrista e cantautore californiano, il baffone del rock, una delle colonne di quel trio che si pronunciava tutto d’un fiato, Crosby, Stills & Nash, è scomparso a 81 anni. Era malato da tempo, ma il suo addio è arrivato lo stesso all’improvviso. Otto mesi fa Crosby aveva conquistato i titoli dei giornali per aver chiuso la sua carriera sul palco, durante un concerto dal vivo. “Sono troppo vecchio – aveva detto – per andare oltre. Non ho la forza”. Crosby aveva però promesso che non si sarebbe ritirato del tutto. “Ho registrato molti dischi – aveva aggiunto – ma ora a ottant’anni, morirò presto ed è giusto così. È come funzionano le cose. Ma cercherò di tirare fuori altra musica finché ce la farò. Ne ho un’altra in canna”. Di recente aveva confidato di essere pronto a tornare a suonare dal vivo, ma non è andata come voleva. Le cose, aveva ragione, funzionano così.
È stata la moglie ad annunciarne la morte, consegnando una dichiarazione scritta a Variety: “È con grande tristezza, dopo una lunga malattia, che il nostro amato David Croz Crosby se ne è andato. È stato circondato amorevolmente dalla moglie Jan e dal figlio Django”. “Anche se non è più qui con noi – ha aggiunto – la sua umanità e l’anima gentile continueranno a guidarci e a ispirarci. La sua testimonianza continuerà a vivere attraverso la sua musica leggendaria. Pace, amore e armonia per tutti coloro che hanno conosciuto David e coloro che ne sono stati conquistati. Ci mancherà molto”.

Le band

Era l’inizio del 1964 quando David Van Cortlandt Crosby, figlio di un direttore della fotografia di Hollywood e attore drammatico mancato, si era esibito nei club con il nome di The Jet Set, poi diventati The Byrds, con Roger McGuinn e Gene Clark nella formazione iniziale. Il primo vero successo era arrivato con una versione rivista di Mr. Tambourine Man, di Bob Dylan.
Nel giro di qualche anno emerse la vena da compositore di Crosby, che lasciò la band per unirsi a Stephen Stills, altro musicista rimasto senza gruppo. I due cominciarono una collaborazione che avrebbe fatto la storia della musica, insieme a Graham Nash e poi con Neil Young. Vennero gli anni di brani come Déjà vu, il disco dal vivo 4 Way Street, la reunion nel ’73, la compilation So Far e poi Wind on the Water, il duo irripetibile con Nash e la carriera da solista che gli diede una nuova consacrazione.

Simbolo di un’epoca

Nove anni fa, il 28 gennaio, Crosby era tornato al suo album da solista, Croz, a cui faranno seguito altri tre lavori. Nonostante la malattia, non ha mai smesso di suonare e di comporre. Crosby resterà la personificazione di un certo tipo di musica, fatto di sesso, droga e rock ‘n’ roll negli anni ’60, una vita hard boiled, con lo spettacolare arresto avvenuto nell’82 in Texas per possesso di stupefacenti e di armi, fiaccato negli anni dalla dipendenza dalla cocaina e dall’alcol, e il trapianto di fegato nel ’94. Prima e dopo l’intervento, era stato inserito, due volte, nella Rock and Roll Hall of Fame. Prima come membro dei Byrds. Poi, nel ’97, come parte del trio Crosby, Stills & Nash.

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