“Agorà”: Massimo Galli interviene sulla situazione Covid in Cina. Le notizie che arrivano dalla Cina, dove i contagi da Covid sono sempre più alti, preoccupano il mondo: potrebbe effettivamente nascere una variante completamente nuova, molto distante da Omicron. L’Italia ha deciso di imporre nuove restrizioni, obbligando tutti coloro che arrivano dalla Cina in aereo a sottoporsi a un tampone per rilevare eventuali positivi. In Italia, Meloni per ora ha bocciato l’eventualità di imporre un nuovo lockdown e l’uso del Green Pass: “Sono utili i controlli, i tamponi e le mascherine”. Sulla delicata questione cinese si è espresso anche Massimo Galli.
Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ospite di Agorà su Rai 3, ha commentato quello che potrebbe accadere a causa di questa ennesima ondata di Covid in Cina: “Non ci aspettiamo che compaia una variante ‘Terminator’ ma una un po’ più diffusiva che comunque oggi possiamo fronteggiare. L’emergenza cinese allarma e preoccupa ma viviamo una situazione diversa rispetto a quella che abbiamo vissuto negli anni scorsi. In Italia ci sono 50milioni di persone che hanno completato il primo ciclo vaccinale e si può presumere che siano sufficientemente in grado di resistere alla malattia e di non finire in rianimazione, poi ci sono 30milioni di italiani anche si sono rivaccinati e che il virus l’hanno contratto. Evidentemente, non ci dobbiamo aspettare se le cose rimangono così un enorme ritorno del Covid”.
I cittadini che abbiano fatto ingresso in Italia dalla Repubblica Popolare Cinese nei 7 giorni precedenti il primo test positivo, potranno terminare l’isolamento dopo un periodo minimo di 5 giorni dal primo test positivo, se asintomatici da almeno 2 giorni e negativi a un test antigenico o molecolare. È obbligatorio, a termine dell’isolamento, l’uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 fino al decimo giorno dall’inizio della sintomatologia o dal primo test positivo (nel caso degli asintomatici), ed è comunque raccomandato di evitare persone ad alto rischio e/o ambienti affollati. Queste precauzioni possono essere interrotte in caso di negatività a un test antigenico o molecolare.
A coloro che hanno avuto contatti stretti con soggetti confermati positivi al SARS-CoV-2 è applicato il regime dell’autosorveglianza, durante il quale è obbligatorio di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2, al chiuso o in presenza di assembramenti, fino al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto. Se durante il periodo di autosorveglianza si manifestano sintomi suggestivi di possibile infezione da Sars-Cov-2, è raccomandata l’esecuzione immediata di un test antigenico o molecolare per la rilevazione di SARS-CoV-2. Gli operatori sanitari devono eseguire un test antigenico o molecolare su base giornaliera fino al quinto giorno dall’ultimo contatto.
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