Scandalo Qatar, Floris non si ferma nemmeno davanti all’evidenza! Nel commentare l’ennesimo ladrocinio rosso si premura di sputare sull’elettore medio che non vota la feccia

Nella locanda di Giovanni Floris, quelli di sinistra quando sbagliano lo fanno in buona fede mentre quelli di destra o sono dei fessacchiotti illusi o semplicemente dei delinquenti. E’ piuttosto straniante il fondo che il conduttore di DiMartedì ha scritto su Repubblica su Qatargate e dintorni. Si parte con un aneddoto personale che sa tanto di parabola, di lezione di vita: “Un oste di Cortona una volta mi indicò una locanda per far dormire i miei ospiti, e mi disse: è una cosa alla buona, va bene per gente anziana, oppure per gente di Sinistra. Gli contestai la frase, lui mi indicò un tavolo di chiassosi uomini di mezza età con enormi nodi di cravatta al collo, e mi disse: vede quelli? Secondo me sono di Destra, e a loro non porterò la ricevuta”.

Capita l’antifona, il lettore non si stupirà delle parole che Floris userà successivamente per etichettare quelli di sinistra e quelli di destra. Appurato che c’è chi ruba da una parte e dall’altra, il massimo della critica ai progressisti mossa dal giornalista è la seguente: “I processi di Tangentopoli, il rapporto con le regole di Silvio Berlusconi, i 49 milioni sottratti al Paese dalla Lega hanno insufflato nell’elettore di Centrosinistra l’idea che i disonesti siano sempre dall’altra parte, e che in qualche modo basti denunciare loro per garantirsi la patente di Onesti”. Beata ingenuità, insomma.

E i conservatori? Se “a Sinistra pensiamo che per essere onesti basti denunciare i disonesti, o che per essere buoni basti additare i cattivi”, prosegue Floris, a Destra “pensiamo che per essere liberali basti canzonare chi rispetta le regole. E poi pensiamo che basti fermare una nave per bloccare il fenomeno migratorio, o che basti nascondere tutti i Pos del Paese per pagare meno tasse. Pensiamo che basti togliere il bonus e i libri a chi va male a scuola (bella idea, complimenti!) per far vincere il merito”. Un bel quadretto, concluso con l’amara constatazione: “Governa chi c’è, fino a che i mercati non sveglieranno anche lui. Magari mentre cerca di abolire le carte di credito, o mentre progetta di tirare su un bel muro proprio in mezzo al mare”. Ogni riferimento è puramente casuale, immaginiamo.

Nicola Porro contro Floris: “Ma con tutti i soldi che hai…”

“Ma nel 2022 chi dice ancora oste?”. Nicola Porro nella sua video-rassegna stampa quotidiana Zuppa di Porro non può prendere di mira il collega Giovanni Floris, che su Repubblica ha vergato un pezzo da antologia (si fa per dire) su destra e sinistra. Lo spunto per la riflessione il conduttore di DiMartedì lo ha tratto da un aneddoto personale: “Un oste di Cortona una volta mi indicò una locanda per far dormire i miei ospiti, e mi disse: è una cosa alla buona, va bene per gente anziana, oppure per gente di Sinistra. Gli contestai la frase, lui mi indicò un tavolo di chiassosi uomini di mezza età con enormi nodi di cravatta al collo, e mi disse: vede quelli? Secondo me sono di Destra, e a loro non porterò la ricevuta”.

“Siamo dalle parti dei Promessi sposi“, ironizza il conduttore di Quarta repubblica, prima di partire in quarta sulla “ciccia” del pezzo di Floris. “Dopo aver scritto questa str***a sulla gente di destra, quando uno ha un programma importante… Ma ve sta a prende’ per c***o. Ma veramente qualcuno pensa che questa storia dell’oste di Cortona e quelli di destra con il cravattone possa essere vera, che possa essere mai accaduta?”.

“Il punto fondamentale è che questi cliché, Soumahoro, l’oste, il cravattone, la sinistra perbene che spende poco, sono totalmente falsi e se li sono inventati loro: i Floris, Prodi, Osteria numero 1, paraponzi-ponzi-po’. L’oste di Floris, una cag***a pazzesca. L’oste… l’oste…”, scuote il capo Porro tra lo sconcertato e il divertito. E conclude, laconico, con un consiglio all’amico Floris: “Ma con tutti i soldi che guadagna non può scegliersi un ristoratore meno cretino, sempre che esista?”.

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