“Ingiusto morire così”. Strage di Fidene, lacrime e dolore di Giorgia Meloni davanti alla bara dell’amica vittima della furia di un pazzo disadattato

Strage di Fidene, presente ai funerali anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Un giorno triste e un doloroso addio a Nicoletta Golisano, amica della premier e una delle vittime della sparatoria. Una riunione di condominio poi divenuta una vera e propria tragedia, a perdere la vita 4 donne, uccise a colpi di pistola a Fidene, quartiere a nord-est di Roma che si sviluppa lungo il Tevere.

Funerali di Nicoletta Golisano, il messaggio di addio della premier Giorgia Meloni. La vittima era originaria di Civitavecchia, dove aveva studiato fino agli anni del liceo. Poi il trasferimento a Roma per proseguire negli studi universitari: “Nicoletta era colei che passava i compiti agli altri compagni di classe”, ricorda commossa una ex compagna di liceo.

“Si poteva sempre fare affidamento su di lei”, aggiunge la donna in lacrime. Poi anche le parole commemorative del vescovo di Civitavecchia e Tarquinia monsignor Gianrico Rizza nell’omelia: “Nicoletta è stata un dono della vita che va oltre la crudeltà dell’uomo”. Presente ai funerali anche Giorgia Meloni, che provata in volto, si è avvicinata al feretro della cara amica restando in silenzio e immobile per qualche minuto.

E anche la scorsa domenica Giorgia Meloni, non appena appresa la notizia della strage di Fidene, inferta per mano di Claudio Campiti, aveva dedicato alla cara amica Nicoletta un lungo messaggio di addio sulla propria pagina social: “Nicoletta era una mamma protettiva, un’amica sincera e discreta, una donna forte e fragile allo stesso tempo. Ma era soprattutto una professionista con un senso del dovere fuori dal comune. È stato quel senso del dovere a portarla lì, di domenica mattina, dove un uomo la aspettava per ucciderla a colpi d’arma da fuoco, insieme ad altre due donne, durante una riunione di condominio a Roma”.

E nel messaggio di Giorgia Meloni si legge ancora: “Nicoletta era mia amica. Lascia il marito Giovanni e uno splendido bambino di dieci anni, Lorenzo. Con la sua, altre famiglie, alle quali esprimo tutta la mia vicinanza, sono state distrutte. L’uomo che ha ucciso queste tre donne innocenti, e ha ferito altre tre persone, è stato fermato e spero la giustizia faccia quanto prima il suo corso. Il poligono dal quale aveva sottratto la pistola (il porto d’armi gli era stato rifiutato) è sotto sequestro. Eppure la parola “giustizia” non potrà mai essere accostata a questa vicenda. Perché non è giusto morire così. Nicoletta era felice, e bellissima, nel vestito rosso che aveva comprato per la festa del suo cinquantesimo compleanno, qualche settimana fa. Per me sarà sempre bella e felice così. A Dio Nico. Ti voglio bene”.

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