Edoardo Rixi, vice-ministro alle Infrastrutture del goveno Melono ed esponente della Lega, ripercorre con Repubblica i giorni che hanno portato al condono di Ischia del 2018, epoca in cui, nello stesso ministero, era sottosegretario del primo governo Conte: āNoi avevamo la necessitĆ di fare il decreto Genova e all’ultimo momento il M5S ha chiesto di inserire il condono di Ischia. Ci fu una fortissima pressione dei 5 Stelle. E per fare il decreto sul ponte abbiamo dovuto accettare quella part. Tecnicamente fu Vito Crimi a seguire il provvedimento, da sottosegretario a Palazzo Chigi. Ma si spese soprattutto Luigi Di Maio, ponendola come condizione. Di Maio in sostanza disse āo cosƬ o non votiamo il decreto Genovaā.
āIo – sottolinea Rixi nel rispondere a chi accusa la Lega di aver votato il provvedimento – ero abbastanza perplesso sull’inserire quella norma. Erano due temi scollegati, il ponte e il condono. Bisogna dare una prioritĆ al governo. In Campania la situazione ĆØ oggettivamente complessa. Col fatto che la Regione ai tempi del condono di Berlusconi bloccĆ² tutte le pratiche, noi abbiamo in alcuni casi realtĆ che in altre regioni sono state condonate e lƬ no. C’ĆØ stato un cortocircuito nel sistema, per cui ĆØ sullo stesso piano chi ha aperto una finestra e chi ha costruito l’ecomostro. Servono norme uguali per tutti, altrimenti c’ĆØ una confusione totale. Una soluzione va trovata. Far finta di niente non aiuta”.
āĆ stata – ricorda ancora il leghista Rixi – una scelta parlamentare quella di accorpare l’emergenza in Liguria con il condono. Qualcuno ha utilizzato quel momento per sistemare altre cose. Quando si arriva a mediazioni governative, ci sono pro e contro. Ma anche senza quel condono, in assenza di lavori sulla montagna, la tragedia ci sarebbe stata lo stesso. Ne sono convintoā.
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