“L’accordo di Minsk serviva per prendere tempo e costruire un esercito” Il predecessore di Zelensky ammette candidamente sul Corriere di chi sia la responsabilita’ della guerra, nonostante la narrazione mainstream continui a dare la colpa a Putin

CI PISCIANO IN TESTA E CI DICONO PURE CHE È PISCIO

Oggi è uscita una intervista shock sul Corriere della Sera all’ex presidente Ucraino Poroshenko dove viene confermato tutto quello che riportiamo da tempo e che il mainstream e i debunker si ostinano a chiamare complottismo e fake news. Vi lasciamo di seguito alcuni degli estratti più significativi:

«Spiace per il Papa, persona fantastica che stimo, ma abbiamo mediatori migliori di lui». Chi? […] i soldati delle Forze Armate ucraine.» […] 

Neanche voi avete fatto la vostra parte con le elezioni, però. «Minsk è fallita, ma è stata comunque utile. Immediatamente dopo la firma ho invitato istruttori Nato, comprato armi, mezzi. Durante la mia presidenza abbiamo costruito un esercito.» […] Con Minsk ho comprato il tempo e ora abbiamo armi, soldi e alleati». […] Il 7 giugno 2014 Mariupol era occupata, Kramatorsk era occupata. Tutto il Donbass era occupato. La prima cosa che ho fatto da presidente è stato riorganizzare l’esercito. Così abbiamo riconquistato metà del Donbass »

Da qui si deducono poche cose ma significative: l’Ucraina non vuole la pace e non l’ha mai voluta, ha infatti sfruttato gli accordi di Minsk per organizzare l’esercito e attaccare il Donbass dopo il 2014. Chissà cosa hanno da dire Mentana e Puente.

Lavrov: L’Occidente cerca di aprire un secondo e un terzo fronte contro la Russia

tratto da L’Antidiplomatico

Parlando ieri al contingente militare russo schierato in Tagikistan, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha affermato  che, a parte il conflitto in Ucraina, l’Occidente cerca di aprire nuovi fronti contro Mosca, compresa la regione dell’Asia centrale.

“È significativo che, dopo aver allentato il guinzaglio al regime ucraino e aver continuato a pomparlo con le armi più moderne, l’Occidente sia costantemente alla ricerca di ulteriori direzioni da cui possa ‘irritare’ la Russia, aprendo un ‘secondo’ e un ‘ terzo fronte. Già molti politologi e politici parlano direttamente dell’obiettivo di smembrare la Russia”, ha osservato il ministro degli Esteri.

In questo senso, ha sottolineato che tra i fronti che si intende aprire c’è non solo la regione transcaucasica, ma anche l’Asia centrale. Il ministro russo ha ricordato in particolare la situazione in Afghanistan, dove ” si stanno verificando vicende difficili dopo la fuga della coalizione [dalla Nato, guidata dagli Usa]”, che non ha potuto apportare qualcosa di “costruttivo” a quel Paese e ha scelto di andarsene sotto lo status di “crescente minaccia di terrorismo”.

“Si sa con certezza”, ha sottolineato Lavrov, che Washington sostiene “attivamente” lo Stato islamico, Al-Qaeda e altre organizzazioni terroristiche ancora presenti sul suolo afghano. “L’obiettivo è semplice: […] non lasciare che l’Afghanistan si calmi. È nell’interesse degli Stati Uniti che ci sia una sorta di processo destabilizzante in corso tutto il tempo”, ha detto.

Riferendosi al conflitto ucraino, il capo della diplomazia russa ha ribadito che Mosca tiene conto che una delle modifiche apportate ai caccia F-16 , di cui Kiev attende la fornitura, è quella di poter trasportare armi nucleari. “Si stanno preparando a continuare l’escalation della guerra che è stata intrapresa contro di noi”, ha lamentato.

Ha anche sottolineato che Washington “ha nutrito” le attuali autorità di Kiev per garantire che l’Ucraina non sia mai più dalla parte della Russia. “Non abbiamo dubbi che quei piani non si avvereranno mai”.

D’altro canto, ha ricordato che Mosca “ha raggiunto la determinazione” a “non seguire mai” le regole dettate da Washington, che sta “progressivamente” perdendo il suo ruolo a livello mondiale. Invece, la Russia sostiene l’avanzamento di accordi come i BRICS o l’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, scommettendo sulla sua cooperazione con l’Africa e l’America Latina.

L’Occidente ha unito i russi

Secondo Lavrov, Il popolo russo ha chiuso i ranghi solo di fronte alle azioni dell’Occidente.

Ha osservato che il popolo russo, a causa dei suoi “codici storici, radici, memoria degli antenati”, si è trovato in prima linea nello scontro scatenato dall’Occidente.

“Quello che hanno fatto ci ha unito ancora di più. Se c’erano sentimenti contrastanti nella società quando qualcuno si sentiva rilassato su certe tendenze intorno a noi, principalmente in Ucraina, questi sentimenti ora sono completamente scomparsi o persistono solo tra gruppi marginali”, ha concluso Lavrov.

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