Le sardine sconfessano il capo fancazzista: nessun appoggio al PD ed alla candidatura di Elly Schlein, la milionaria sponsorizzata da Soros

Congresso Pd, Mattia Santori invita le Sardine a partecipare. Ma dove è finito il movimento?

A Venezia sabato 12 le Sardine festeggeranno il loro terzo compleanno riunendosi sul tema dei diritti violati. Voci dei nuovi attivisti rimasti fuori dai partiti: “Siamo sempre pronti a tornare nelle piazze, siamo aperti ma non ambigui, adesso è il momento dell’opposizione, quindi anche il nostro momento”. Santori? “La sua è una scelta personale”
tratto da Repubblica

Dove sono finite le Sardine? “Sono sotto il pelo dell’acqua, ma sempre pronte a tornare in piazza, perché una cosa la sappiamo bene, oggi: cioè che non siamo, ciò che non vogliamo”. L’attivista Pamela Canfora, triestina di 51 anni, operatrice di un call center, cita Montale. Valentina Perna, altra sardina, 43 anni, giurista, di Savona, replica veloce: “Siamo sui territori a lavorare e facciamo banco, ovvero rete sulle iniziative in cui crediamo, le nostre battaglie”. Entrambe fanno parte dell’esecutivo del movimento che ha il suo marchio “6000 Sardine” e che, a tre anni dalla nascita, in piazza Maggiore a Bologna il 14 novembre 2019, continua a nuotare. Anche se mediaticamente è sparito e si è sgonfiato nelle piazze. Eppure ogni volta evocato, talvolta rimpianto da una sinistra senza partito. La decisione di Mattia Santori, leader fondatore e consigliere comunale col Pd sotto le Torri, di partecipare al congresso del Pd le ha riportare alla ribalta. Lui, dice, porterà al congresso lo spirito delle Sardine (“se fai cittadinanza attiva, stai già facendo politica”). Il suo è un appello a partecipare. Loro, in quanto movimento, non lo seguiranno. “Una scelta personale“.

“Si può incidere anche senza ricercare la visibilità – dice Andrea Garreffa, altro fondatore – Si è più indisturbati quando si resta sotto il pelo dell’acqua. Mi piacerebbe un giorno sentirmi sufficientemente sicuro per compiere un passo verso una politica più istituzionale, ma per il momento non me la sento. Resto uno dei fondatori delle Sardine, nel bene e nel male, anche nella difficoltà di gestire e incanalare in qualcosa di organizzato il grande potere di espansione iniziale. La visibilità non sempre aiuta, perché fa montare ondate di opinione improvvise, questo rende molto complicato un percorso di organizzazione interno. Noi siamo nati grandi, in alcuni casi ci sono stati incontri molto belli, in altri casi abbiamo avuto a che fare con arrivisti che volevano solo sfruttare la visibilità, perché ne abbiamo avuto una fuori dall’ordinario”.

Il terzo compleanno delle Sardine Venezia

Da quando decisero le sorti delle elezioni regionali in Emilia-Romagna, molta acqua è passata sotto i ponti, ma adesso che si prepara il terzo compleanno delle Sardine, a Venezia con un evento su “Diritti violati: lavoro, sostenibilità e accoglienza”, in programma sabato 12, l’orgoglio di una comunità che è riuscita a espandersi in tutta Italia torna a galla. Senza rinunciare a rianimare, con progetti tematici, quel campo della sinistra cui sentono di appartenere. “Lavoriamo sui temi come la pace e i diritti umani, saremo sempre a sinistra – spiega Canfora – Siamo antifasciste, se il campo fosse diviso chiaramente in due, è chiaro che staremmo a sinistra, però non ci piace essere etichettate con il Pd. Noi vogliamo fare rete con le associazioni che portano avanti i temi che ci interessano e di cui ci si è un po’ dimenticati”.

Per la Pace, contro il memorandum con la Libia, al fianco delle donne iraniane, a sostengo della mobilitazione sullo Ius Soli, contro il razzismo, per i diritti e la legalizzazione della Cannabis. Questo l’orizzonte delle Sardine che non vogliono “confluire” in un partito, ma aspettano di capire cosa faranno i partiti. Stavano per strutturarsi a Scampia, a marzo 2020. Il Covid fece saltare quello che doveva essere il loro congresso fondativo. La pandemia li ha dispersi, tenuti a distanza, con iniziative e campagne continuate nel web. Il ritorno in presenza fu segnato a novembre 2021 dal raduno a Monte Sole, nei luoghi dell’eccidio nazifascista sull’appennino bolognese. “Mai un partito”, fu l’indicazione che ne uscì insieme a una nuova struttura.

I fondatori e i nuovi attivisti

I quattro fondatori bolognesi – Mattia Santori, Andrea Garreffa. Giulia Trappoloni e Roberto Morotti – compongono il direttivo. Non comandano, partecipano. Di Mattia si sa, ha preso la sua strada in politica come altri attivisti candidati ittici eletti alle regionali e comunali. Giulia, fisioterapista, e Andrea, guida ambientale escursionistica e giornalista, sono più attivi a livello locale, con iniziative come gli orti sociali. Roberto, ingegnere edile, ha fatto un passo indietro. Anche leader nazionali come Lorenzo Donnoli, che lavora per una cooperativa startup etica Fair Bnb,  Adriano Dossi e Jasmine Cristallo hanno preso altre strade. Il motore è il nuovo esecutivo formato da 9 attivisti di Modena, Roma, Trieste, Vercelli, Pisa, Milano, Parma e Savona. L’organigramma prosegue con i “rami” che si occupano di politica, comunicazione, piazze, e i sotto-rami. Ma guai ad evocare i Meetup grillini, “ma per favore”. Si lavora in gruppo, ci si ritrova sulla piattaforma Discord che conta 123 attivisti. Poi ci sono le Sardine nei territori, da Ama, Sardine in mare aperto di Torino alle Sardine liguri del Tigullio. L’anno scorso un’assemblea a Trieste, ora a Venezia.

Quello che resta delle Sardine è il grande potenziale di persone che “ci credono”. “Quello che manca oggi è uno spazio di incontro e confronto – dice Giovanni Greco, 22 anni di Pisa, membro del comitato esecutivo – Quello che proponiamo è offrire spazi di dialogo e costruzione. Siamo aperti ma non ambigui, adesso ci sarà da vedere con questa nuova situazione politica, è il momento dell’opposizione, quindi anche il nostro momento”. Le sardine nuotano sott’acqua, ma possono sempre riemergere.

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