Prezzo del gas, Gentiloni oggi ci ricorda quanto sia inutile la sua presenza nella Commissione Europea: riesce solo a diffondere inutili note di propaganda

La Commissione europea ha ribadito che le misure contro i rincari dell’energia devono essere “mirate ai più vulnerabili”, ma tale indicazione non è stata ancora recepita. È quanto ha osservato Paolo Gentiloni nella conferenza stampa al termine dell’Eurogruppo. “Abbiamo calcolato che circa il 70% delle misure adottate dagli Stati sono generalizzate, cioè che sono a favore di tutti o di una ampia quota della popolazione e non dei vulnerabili“. Comunque si tratta di “un progresso” rispetto a due mesi fa, quando le misure generalizzate rappresentavano l’80%, ha affermato. Gentiloni ha anche ricordato che questi provvedimenti devono essere temporanei e limitati. “Siamo ovviamente consapevoli che non è sempre facile, tecnicamente o politicamente”, ha detto.

Sul bilancio dell’Italia “confido nel fatto che ci sia un atteggiamento di grande cautela, come è giusto che sia per i paesi ad alto debito. Ovviamente cautela non significa non adottare le misure possibilmente mirate sulla sicurezza energetica. Noi abbiamo segnalato a tutti i paesi ad alto debito che a fronte di un atteggiamento di grande prudenza, possono esserci delle eccezioni per l’emergenza energetica, chiedendo che queste eccezioni siano più il possibile mirate”, ha dichiarato Gentiloni.

Infine, il Commissario europea ha dichiarato che una contrazione del PIL dell’eurozona dati i segnali raccolti negli ultimi mesi è “possibile” e “probabile”. “Quando faccio riferimento all’inverno dico che possiamo e dobbiamo lavorare per evitare che sia un prolungato periodo di recessione”, ha aggiunto.

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Francesca Basso per il “Corriere della Sera”

«Un quadro chiaro per ulteriori azioni». Questo hanno chiesto i leader Ue nelle conclusioni del Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre e questo sollecita il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in una lettera alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, inviata lunedì sera e visionata dal Corriere.

«Per fare progressi e ottenere risultati» al consiglio Energia del 24 ottobre «serve che proposte legislative siano prontamente presentate dalla Commissione per integrare il pacchetto del 18 ottobre» scrive Michel. «Queste misure addizionali – spiega – andrebbero presentate il prima possibile, prima del consiglio Energia» incalza. E chiede di condividere con lui «la tempistica prevista per le misure che devono essere proposte».

Il presidente del Consiglio europeo entra a gamba tesa e ricorda il riferimento alle «decisioni concrete» da prendere «con urgenza» incluso «un corridoio dinamico temporaneo dei prezzi sulle transazioni di gas naturale, la procedura rapida di autorizzazione, la mobilitazione di strumenti pertinenti a livello nazionale e comunitario», indicate nelle Conclusioni oltre alla riforma del mercato elettrico.

Lo stesso premier Draghi all’ultimo Consiglio europeo era stato molto duro con la Commissione: «Sette mesi di ritardo – aveva detto – ci costano una recessione». Ora c’è il rischio che anche al consiglio Energia del 24 novembre non arrivi a un’intesa.

I Paesi Ue rimangono divisi.

La Germania resta contraria a un tetto dinamico al prezzo del gas e la Commissione continua a mostrare scetticismo nei confronti di questa misura come emerso lunedì durante una tavola rotonda con alcuni stakeholder. Reuters riferisce, citando due fonti, che la Commissione durante l’incontro ha detto che «non è possibile creare un tetto massimo per il prezzo del gas che allo stesso tempo non influisca sui contratti a lungo termine o sulla sicurezza di sicurezza degli approvvigionamenti».

In più la Commissione ripete che l’approccio è in due fasi e dunque che la proposta sul price cap (nel regolamento del 18 ottobre l’articolo 23 indica i principi con i paletti per la sua applicazione ma non il meccanismo) non può essere calendarizzata finché non ci sarà «l’accordo sui principi» prima di «avanzare con i dettagli». Però gli Stati membri, che chiedono il cap – sono almeno una decina, tra cui Italia, Belgio e Grecia, ampiamente sufficienti per una minoranza di blocco – prima di accordarsi sulle altre misure come gli acquisti congiunti e la solidarietà vogliono capire come sarà il tetto.

Dalla seconda revisione del regolamento presentata dalla presidenza ceca ieri, visionata dal Corriere, emerge che non c’è ancora un’intesa in vista. Resta però il senso di urgenza, anche alla luce delle previsioni macroeconomiche che presenterà venerdì la Commissione Ue. «Le prospettive di crescita economica appaiono ora significativamente più deboli rispetto alle previsioni estive, mentre l’inflazione rimarrà più alta più a lungo», ha spiegato il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis al termine dell’Ecofin, sottolineando che «l’aggiunta di capitoli dedicati a REPowerEU nei Pnrr esistenti sarà un modo eccellente per finanziare le misure volte ad affrontare i prezzi elevati dell’energia».

L’Ecofin si è accordato sulla posizione da tenere nel negoziato con il Parlamento sui due atti legislativi rimanenti per l’attuazione di Basilea III che punta a rafforzare la resilienza del settore bancario mentre non ha trovato l’intesa sui 3 miliardi da accordare a Kiev entro quest’ anno, sui 9 promessi. È stato invece dato via libera ai 18 miliardi per il 2023 ma «c’è un importante lavoro legislativo da fare», ha detto Dombrovskis. Oggi la Commissione Ue presenta la comunicazione con i principi per la riforma del Patto di stabilità per una riduzione del debito che sia realistica (4-7 anni per i Paesi altamente indebitati in cambio di riforme e investimenti concordati) e rafforza gli strumenti di verifica e le eventuali sanzioni.

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