Autovelox, ennesima sentenza a favore di ogni tipo di vessazione sugli automobilisti. La Cassazione: valide le mute derivanti da apparati noleggiati a ditte private

Le multe per eccesso di velocità fatte con autovelox in appalto a ditte private sono valide. La sentenza definitiva è arrivata dalla Cassazione, che ha convalidato la una multa emessa da un Comune sardo che paga alla ditta privata di nolo un corrispettivo di circa il 29% dei proventi delle sanzioni.

Autovelox privati, la sentenza

Il problema, si legge, semmai riguarda «la validità della costituzione del rapporto tra l’ente locale ed il privato ma non ha incidenza sull’accertamento dei presupposti di fatto dell’accertamento eseguito tramite» gli apparecchi a noleggio. La signora Patrizia M., difesa dall’avvocatessa Rossella Oppo del Foro di Oristano, si era opposta alla multa accertata dal servizio di polizia urbana del Comune di Arborea (Oristano) in base a quanto rilevato nel giugno del 2008 dall’autovelox Traffiphot omologato nel 2004. Con questo verdetto – sentenza 28719 depositata oggi dalla Seconda sezione civile -, la Cassazione ha respinto il ricorso.

Il ricorso

La guidatrice multata, che dovrà adesso saldare il conto al Comune di Oristano, aveva insistito che la violazione «non era stata accertata dagli agenti della Polizia Municipale, ma da addetti di società privata, cointeressata ai proventi delle sanzioni» in quanto «retribuita con un corrispettivo variabile del 29,10% collegato». A suo avviso, «la corresponsione di una percentuale degli introiti» avrebbe «trasformato il contratto di appalto in un contratto aleatorio in quanto il corrispettivo sarebbe stato condizionato da un ‘eventò, l’accertamento della sanzione, e non da un servizio effettivamente svolto, con conseguente indeterminatezza dell’oggetto». Inoltre, «la circostanza che la ditta fornitrice provvedesse anche alla taratura degli apparecchi avrebbe determinato un grave conflitto di interessi» in quanto «interessata ad attestare il regolare funzionamento degli apparecchi». In primo grado il giudice di Terralba aveva annullato il verbale. Sentenza che era stata poi ribaltata dal Tribunale di Oristano nel 2018.

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