Ha cantato “Bella Ciao”, fatto dibattiti alle Feste dell’Unità e nei circoli, così alla fine Pier Ferdinando Casini ce l’ha fatta a convincere gli elettori del Pd a votarlo. “Sono molto commosso per la mia città, che non mi ha mai abbandonato – dice di primo mattino, dopo qualche ora di sonno in una notte lunghissima per tutto il centrosinistra – E sono molto grato anche alla coalizione che mi ha sostenuto”. Così il senatore centrista, che a Bologna vince con il 40,07%. Si tratta di 232mila voti assoluti, quasi il doppio dei 121mila che lo elessero, nello stesso collegio, nel 2018.

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Il centrista ex Dc, ex alleato di Berlusconi, ha infatti battuto Vittorio Sgarbi nel collegio del Senato di Bologna, uno dei più seguiti, proprio per il duello tra il senatore ex democristiano e il critico d’arte. Comincia così adesso la dodicesima legislatura per Casini, che compirà nel 2023 il suo quarantesimo anno in Parlamento.

Nonostante una campagna elettorale molto aggressiva (fumetti con la divisa da Superman, sostegni facebook da De Sica, Castellitto e Morgan e attacchi personali), Sgarbi alla fine si è arreso via twitter, con qualche punta di veleno: “Evidentemente Casini è meglio di me. Potrà fare molto, come sempre ha fatto. Per Bologna e per l’Italia.Come avevo desiderato, Senatore a vita. Amen”.

Casini ha preso il 40,7% per cento dei voti, contro il 32,32% del centrodestra che sosteneva Sgarbi. Il Pd sfiora il 30%, al 29,95% accompagnato da buone performance di Sinistra Italiana e Verdi al 6,4% e di +Europa al 3,76%. Nella coalizione di Sgarbi ottimo risultato di Fratelli d’Italia che raggiunge il 21,71% ( alle comunali del 2021 era già sopra il 12 per cento) mentre la Lega crolla al 5,81% (alle comunali era sopra al 7 per cento).