Crisi di governo, anche oggi Conte recita la parte di chi vuole abbandonare il governo: una stucchevole telenovela mentre l’Italia cola a picco

M5S, la reazione di Giuseppe Conte: “Insoddisfatto e deluso da Mario Draghi”. Strappo scontato

“Un annuncio forte e una sterzata sulla linea politica grillino, oltre sul sostegno al governo”. Sono questi i primi rumors che arrivano da dentro il Movimento 5 Stelle, riunito da Giuseppe Conte nel Consiglio nazionale. “Giuseppe ha già deciso. Ma vuole aspettare di sentire gli altri componenti del Consiglio, rispettare lo statuto” spiegano persone vicine all’ex presidente del Consiglio, che, secondo quanto riferisce Repubblica, è “insoddisfatto e deluso” per le parole di Mario Draghi in conferenza stampa. Un appuntamento in cui il leader del M5S non ha avuto le risposte che si aspettava dal capo di governo. E ora lo strappo è quasi certezza, visto che il premier non gli ha neanche fatto una telefonata o mandato un messaggio dopo il faccia a faccia della scorsa settimana.

Comunicazioni azzerate anche con Beppe Grillo, il vero motore per una permanenza del M5S nell’esecutivo, e con Enrico Letta, numero uno del Pd e alleato di Conte. Insoddisfazione e stizza sono i due sentimenti più diffusi per le parole pronunciate da Draghi, con lo stesso Giuseppi con i suoi si è lasciato andare, tanto da avere dato l’ordine di silenziare la nota di Carlo Sibilia, unica presa di posizione in favore del governo. Ben quattro dei cinque vice di Conte vogliono la rottura e addirittura l’80% dei senatori grillini tifano per la frattura definitiva.

“Il premier non ha detto una parola sul reddito di cittadinanza. Non ha detto nulla sul Superbonus. Il salario minimo a cui ha accennato non è il nostro ma quello del Pd. Perché dovremmo restare?” la reazione di quasi tutti i pentastellati. C’è pure chi come Alberto Airola va oltre e lo fa pubblicamente: “Le risposte di Draghi non possono che essere il nulla”. Per quasi tutti i big del Movimento il pronostico sul dl Aiuti è scontato: domani i senatori del M5S usciranno dall’Aula di Palazzo Madama al momento della fiducia. Il tutto a meno di, al momento non previsti, cambi di programma da parte di Conte, che potrebbe anche decidere di ritirare i ministri.

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Silvio Berlusconi: “Vi dico qual è il futuro del governo”, cosa ci aspetta davvero

Silvio Berlusconi ha le idee chiare: il governo va avanti anche senza i Cinque Stelle. L’ex premier in una intervista a LaStampa ha cercato di spiegare quali possano essere le prossime mosse dell’esecutivo blindando di fatto Mario Draghi a Palazzo Chigi: “Mario Draghi sarà l’ultimo presidente del Consiglio di questa legislatura, ma si può andare avanti anche senza i Cinque Stelle”.

Parole chiare con cui il Cav dà un avvertimento anche alla Lega: nessuna rottura, si va avanti con Draghi. Per il leader azzurro “però non è possibile che un governo vada avanti se ogni giorno una delle maggiori forze politiche che dovrebbero sostenerlo si dissocia fino a non votare provvedimenti essenziali. Per questo ho chiesto un chiarimento che non è più differibile. Se i Cinque Stelle sono ancora nel perimetro della maggioranza si comportino di conseguenza. Se non lo sono più, lo dicano chiaramente”. Quanto al rischio elezioni: “Mi auguro non ci siano, ma se accadesse noi siamo pronti”.

Su quale sarà il leader della coalizione di centrodestra e il prossimo premier il Cavaliere frena: “Pensiamo a vincere le elezioni proponendo agli italiani un governo serio, credibile, autorevole in Europa e nel mondo… individueremo insieme la figura con il profilo più adeguato”. Infine Berlusconi taglia corto su una possibile nuova formazione centrista: “L’idea di un Grande Centro mi fa sorridere. Sarebbe l’ennesimo centro piccolo piccolo, affollato di leader senza seguito nel Paese, che avrebbero come unico obiettivo unificante quello di tentare di non farci raggiungere la maggioranza e poi di contrattare con la sinistra dopo le elezioni. Naturalmente un tentativo del genere sarebbe destinato a fallire. Chi volesse davvero costruire un centro forte, credibile, di cultura liberale, cristiana, europeista, garantista, nel solco del Ppe può farlo con noi. Il mio invito rimane sempre valido”.

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