Crisi di Governo, anche oggi Giuseppe Conte riesce a fare ridere i polli: ieri ha minacciato un voto contrario al Senato, oggi come un Salvini qualsiasi arriva la retromarcia

M5S e decreto Aiuti, il sondaggio: “Conte non uscirà dal governo”. Dal Pd: “Ma se strappa, salta l’alleanza”

Patuanelli: “Nessun rischio, noi faremo ancora battaglie insieme ai dem”. La partita più incerta è al Senato dove i numeri sono meno generosi che a Montecitorio e soprattutto i senatori 5Stelle sono più critici nei confronti dell’esecutivo Draghi

M5S non uscirà dal governo Draghi. Ne è convinto il 44% degli intervistati del sondaggio Dire-Tecnè realizzato l’8 luglio su un campione di mille persone. Secondo il 34% di chi è stato interpellato, il Movimento guidato da Giuseppe Conte invece non resterà nell’esecutivo. Il 22% risponde che non sa.

I consensi ai partiti

Quanto ai consensi, Fratelli d’Italia si conferma ancora il primo partito italiano, con il 23,4% dei placet (+0,1). Al secondo posto sempre il Pd con il 22,9% (+0,1). La Lega perde lo 0,3 scendendo al 14,4%. Guadagnano uno 0,1% sia Fi che M5S: gli azzurri salgono al 10,1%, il partito di Conte al 9,5. Tra i piccoli calano Azione (-0,2) al 5,0% e Italia Viva (-0,1) al 2,8%. Crescono di uno 0,1 Italexit al 2,7%, Europa Verde al 2,3%, Sinistra Italiana al 2,2 per cento.

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Decreto Aiuti, il nodo al Senato

Alla Camera, intanto, la maggioranza che sostiene il governo Draghi ha tirato un sospiro di sollievo. Giovedì scorso i deputati del M5S hanno dato il via libera alla fiducia sul decreto Aiuti con una trentina di voti mancanti all’appello (una quindicina le assenze). Ma ora la partita si sposta al Senato, dove il provvedimento dovrà essere approvato la prossima settimana (c’è tempo fino al 16 luglio).

E qui le cose si complicano perché i numeri sono meno generosi che a Montecitorio ma soprattutto perché i senatori del Movimento 5 Stelle sono più critici nei confronti del governo. La capogruppo Castellone ha già sottolineato: “Pretendiamo che il governo Draghi cambi marcia”. E ha precisato: “Il disagio politico dei colleghi è comprensibile e riflette anche quanto ci chiede l’intera comunità del Movimento”. Anche se, ha assicurato, che “da forza leale e responsabile quale siamo, non mettiamo di certo in atto scelte importanti pensando al consenso”. Nessun passo indietro: “Abbiamo posto questioni rispetto alle quali gli italiani meritano risposte chiare – ha scandito Castellone – Adesso aspettiamo i fatti, serve discontinuità”.

Tra i parlamentari M5S è piuttosto diffuso il pessimismo: difficile che il premier Draghi possa dare seguito ai nove punti che il leader Conte gli ha consegnato. E mentre il ministro Luigi Di Maio, fondatore dei gruppi Insieme per il futuro, continua a criticare le “picconate” al governo in un momento cosi’ complicato, i pentastellati sono preoccupati.

Patuanelli (M5S): “Noi insieme al Pd, nessun rischio”

L’alleanza Pd-M5S non è “assolutamente a rischio”. Lo afferma al Tg3 il ministro pentastellato per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, che ha partecipato alla scuola politica dei Dem al Nazareno. Patuanelli prosegue: “Faremo battaglie insieme al Pd e le faremo per diversi anni”.

Ricci: “Se M5S strappa, salta l’alleanza futura”

“Abbiamo bisogno di stabilità, di grande supporto al governo Draghi e non si può stare all’opposizione negli ultimi mesi dello stesso governo e poi presentarsi insieme. Questo gli amici del M5S e Conte lo sanno, quindi anche per questo motivo occorre che i 5Stelle pongano le loro questioni al governo ma in maniera molta seria, responsabile, senza strappi. Perché uno strappo produrrebbe appunto una fine anticipata della legislatura e una difficoltà a quel punto insanabile nel costruire l’alleanza futura”. Così Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, presidente di Ali e coordinatore dei primi cittadini dem, a margine di un evento per la promozione della candidatura di Aosta a ‘Capitale italiana della cultura 2025’. Più in generale, ha dichiarato Ricci, “uno strappo sarebbe deleterio per il Paese, in piena attuazione del Pnrr, con un’inflazione che rischia di aprire un autunno molto caldo perché tante famiglie non arrivano alla fine del mese, tante imprese faticano a produrre”.

Boccia (Pd): “Penso che M5S non romperà”

“Penso che il M5S non romperà, sta ponendo dei temi che devono essere oggetto di confronto politico. Conte è stato molto chiaro, pone temi di merito su questioni come il caro benzina o l’aumento del costo dell’energia che sono anche temi dei progressisti e con l’aiuto di Draghi troveremo una soluzione”. Così Francesco Boccia, deputato del Pd e responsabile enti locali e autonomie del partito, è intervenuto a Rai News in collegamento da DigithOn, la maratona digitale in corso a Bisceglie, in Puglia, e da lui fondata.

Bonifazi: “Zingaretti su Conte… meglio tardi che mai”

Zingaretti dice che Conte non è più il punto di riferimento progressista. Noi lo dicevamo due anni fa salvando il Paese dalla miopia di quelli come Zingaretti. In politica ‘bisogna saper scegliere i tempi, non arrivarci per contrarietà’. Meglio tardi che mai, Nicola”. Lo scrive su Twitter il senatore di Italia Viva Francesco Bonifazi.

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