Non voglio per forza star dietro al gossip per cui Draghi vorrebbe diventare segretario generale della Nato, anche se ĆØ il gossip dominante nella stampa e nei media italianiā, afferma Maria Giovanna Maglie dallo studio de Lāaria che tira, il talk show politico in onda la mattina su La7 e condotto da Francesco Magnani. Durante la puntata di giovedƬ 21 aprile, la Maglie ha fatto questa premessa per spiegare le mosse dellāItalia, e del presidente del Consiglio Mario Draghi, sullo scacchiere europeo in merito al conflitto in Ucraina, invasa dalle truppe del presidente russo Vladimir Putin.
āCāĆØ stata una compattezza di alcuni Paesi e certamente l’Italia si ĆØ spinta molto in avanti ā spiega la giornalista – Le ragioni non le conosciamo perchĆ© noi abbiamo un governo tecnico di emergenza nazionale, di presunta unitĆ nazionale. Non ĆØ che abbiamo un governo fatto di elezioni fresche, di politiche, di partiti. Abbiamo un governo in cui ĆØ facile prendere decisioni ma non ĆØ detto che queste decisioni siano fatte guardando quel che pensano i cittadini italiani”. Secondo la Maglie, la compattezza dellāEuropa non esiste perchĆ© ci sono Paesi che danno da sempre prioritĆ al proprio interesse nazionale: āĆ sempre una questione di sovranismo, una parola tanto bistrattata. L’interesse nazionale ĆØ rappresentato dai legami, spesso colpevoli, per quanto riguarda risorse energetiche e non solo con la Russia, e con un presidente russo che all’improvviso ĆØ diventato il macellaioā, afferma la giornalista.
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Punta il dito contro gli alti funzionari di Bruxelles, āScelti da quattro gattiā e che per questo āparlano a vanveraā e sostiene convintamente la proposta lanciata da Edward Luttwak: un referendum nelle regioni di Donetsk e Lugansk per stabilire la loro appartenenza. āIn questo momento col tipo di impegno che noi abbiamo lƬ, non siamo in grado di dire che lāUcraina puĆ² vincere e forse non dovremmo neanche visto il prezzo che costa ai cittadini dell’Ucraina. Il negoziato va spinto su altre basi, va imposto sulla base di un referendumā conclude Maglie.
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