“Danneggi la nostra reputazione” Le farneticanti motivazioni dell’università per tappare la bocca ad Alessandro Orsini, il docente che in Tv ha detto la verità sull’Ucraina

Di LORENZO GIARELLI per Il Fatto Quotidiano

Gli è stato detto che le sue opinioni rischiano di danneggiare “valore, patrimonio di conoscenza e reputazione” dell’Università per cui lavora. Non certo roba da poco.

Alessandro Orsini è direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza internazionale della Luiss, ma il suo ateneo non gradisce più che il professore partecipi come ospite ai programmi tv sulla crisi ucraina. Colpa di alcune analisi ritenute filo-russe, sovraniste, putiniane. Una caccia alle streghe di cui Orsini è l’ultima vittima, ma che almeno ha smosso la solidarietà di diversi colleghi. Nelle prossime ore, infatti, alcuni professori universitari della Statale di Milano diffonderanno un appello in difesa di Orsini, “censurato dalla sua Università”: “Le analisi di Orsini non hanno alcunché di censurabile – si legge nella bozza del comunicato – e si fondano su studi rigorosi”. A preoccupare i docenti c’è questo “clima di oscurantismo” simile “al maccartismo” – come ci spiega uno dei firmatari – che colpisce chiunque azzardi un’interpretazione dell’aggressione russa diversa dal mainstream. Proprio ciò che è successo a Orsini, negli ultimi giorni ospite a Sky Tg24 e a Piazzapulita, dove – premettendo la scontata condanna per la condotta di Putin – ha sottolineato la pessima gestione dei rapporti con la Russia da parte della Nato.

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Parole che hanno indotto la Luiss, l’università di Confindustria, a sconfessare pubblicamente Orsini: “La Luiss reputa fondamentale che, soprattutto chi ha responsabilità di centri di eccellenza come l’Osservatorio sulla Sicurezza internazionale, debba attenersi scrupolosamente al rigore scientifico dei fatti e dell’evidenza storica, senza lasciar spazio a pareri di carattere personale che possano inficiare valore, patrimonio di conoscenza e reputazione dell’intero Ateneo”. Il problema – ed è quello che scrivono i docenti nell’appello in sostegno del collega – è che Orsini non è certo un passante: ha alle spalle decenni di esperienza ed è apprezzato in Italia e all’estero (è Research affiliate al Mit di Boston). Motivo per cui si può – come ovvio – contestare le sue analisi, ma è arduo sostenere che non poggino su una solida base di competenze. Peraltro la Luiss è lo stesso ateneo per cui lavora Gianni Riotta, giornalista di Repubblica e direttore della Scuola di giornalismo dell’Università, già sfiduciato dalla redazione del Sole 24 Ore (quando era direttore) e definito dal premio Pulitzer Glenn Greenwald “l’opposto del giornalismo”. Non abbastanza da imbarazzare Confindustria, preoccupata invece delle parole di Orsini. Ieri il Messaggero ha fatto saltare la rubrica Atlante, che il professore cura da anni sul quotidiano (problemi di spazio e “tornerà sabato prossimo”, giura il giornale), mentre il duro comunicato della Luiss dovrebbe inibire altre ospitate televisive nei prossimi giorni. Così, si crede, la “reputazione” sarà salva.

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4 comments
  1. Il solito scandalo made in italy.
    Un manipolo di giornalisti prezzolati dai potenti interessi di una parte.
    Onore al prof Orsini.

  2. Non ho parole per definire questo schifo tutto tipicamente Italiano, ed è proprio per questo motivo che rimarremo per sempre un paese da terzo mondo

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