Tratto dal blog di Nicola Porro
Era un bluff. Una fuga in avanti. Wishful thinking. Stamani, sulla stampa, era tutto un proliferare di roboanti annunci sulla sparizione delle mascherine, non solo allāaperto (accadrĆ venerdƬ e ci stanno vendendo lāabolizione di una misura inutile e vessatoria come una grande conquista di libertĆ , una generosa concessione del sovrano illuminato), ma anche al chiuso. Quale doveva essere la data fatidica? Il primo aprile.
Era stato lāannuncio del sottosegretario Andrea Costa di ieri, con la road map basata su abolizione dei Dpi e del green pass, ad alimentare le speranze in un passo fondamentale per la riconquista delle nostre vite di sempre. Il 31 marzo, dāaltronde, scade lo stato dāemergenza, apparentemente non cāĆØ lāindicazione di prorogarlo ancora e, quindi, sarebbe lecito aspettarsi un allentamento delle maglie. Ma a gelare lāentusiasmo degli aedi della ānuova faseā ci hanno pensato, come al solito, i principali di Costa: ovvero, il governo stesso.
Fonti qualificate dellāesecutivo, infatti, hanno precisato che lāidea di abolire le mascherine al chiuso da aprile ĆØ, appunto, una suggestione, non una decisione giĆ assunta. āNon cāĆØ alcun automatismo che possa definire da ora la decadenza dellāobbligo dellāuso delle mascherine al chiuso a partire dal primo aprileā, si leggeva su unāAnsa diffusa a metĆ mattinata. āTutto dipenderĆ dallāandamento del quadro epidemiologicoā, ĆØ lāorientamento ufficiale.
Insomma, una gigantesca supercazzola per ribadire che Roberto Speranza, Mario Draghi e compagnia si riservano la facoltĆ di decidere arbitrariamente (la valutazione dei ādati epidemiologiciā, in fondo, ĆØ sempre soggettiva) e ribadiscono indirettamente di essere i padroni assoluti dei nostri destini. Una bella spallata a chi crede che, sistemate tutte le caselle (blindato il premier e confermato Sergio Mattarella al Quirinale), non ci sia più bisogno di protrarre la liturgia del terrore, che ĆØ stata un formidabile puntello per lo status quo politico. Questi, allāemergenza (anche senza emergenza de iure), ci si attaccheranno fino a che avranno le forze. O fino a che noi lo consentiremoā¦