Grillo: “Alcuni di noi caduti, altri contagiati dagli zombie, ma vinceremo”
“Sapevamo fin dall’inizio di dover combattere contro zombie che avrebbero fatto di tutto per sconfiggerci o, ancor peggio, contagiarci. E cosƬ ĆØ stato: alcuni di noi sono caduti, molti sono stati contagiati. Ma siamo ancora qui, e alla fine vinceremo, perchĆ© abbiamo la forza della nostra precarietĆ : siamo qui per combattere, non per restare, e questa nostra diversitĆ ĆØ spiazzante per gli zombie”. Lo scrive sul suo blog il fondatore del Movimento 5 stelle Beppe Grillo, in un post intitolato “l’Italia si desti” e accompagnato da una foto che rappresenta gli zombie.
“Compiangiamo – aggiunge – chi di noi ĆØ caduto e non ha resistito al contagio. Ma soprattutto ringraziamo chi di noi ha combattuto e combatte ancora. Per alcuni ĆØ il tempo di farlo con la forza della precarietĆ , perchĆ© solo cosƬ potremo vincere contro gli zombie, di cui Roma ĆØ schiava”.
“Onore a chi ha servito con coraggio e altruismo, auguri a chi prosegue il suo cammino! Stringiamoci a coorte! L’Italia ci sta chiamando”, conclude Beppe Grillo.
Conte: sul doppio mandato non ha deciso Grillo. Aperti alla societĆ civile
Beppe Grillo “ha sempre espresso la sua opinione, consapevole che la decisione sulla votazione o meno degli iscritti spettava a me”. CosƬ il leader del M5s, Giuseppe Conte, in un’intervista a il Fatto Quotidiano nella quale nega che con la decisione di non ammettere deroghe alla regola del doppio mandato Grillo si sia imposto anche su di lui. “Non ĆØ cosƬ”, assicura. Con Grillo “abbiamo sempre ragionato assieme anche su eventuali deroghe alla regola per salvaguardare l’esperienza di alcuni portavoce”, aggiunge. “Di certo si tratta di una regola fondativa: ne capisco la filosofia e comprendo la posizione di Grillo, che ĆØ il custode dei princƬpi”.
“Pubblicamente avevo aperto alla possibilitĆ di una consultazione in Rete degli iscritti sul tema, ma la politica non puĆ² essere un mestiere”, ha aggiunto. “Detto questo, con la crisi di governo il quadro ĆØ cambiato: non sarebbe stato serio ridiscutere la regola in prossimitĆ del voto. Non ci sarebbero state la serenitĆ e l’obiettivitĆ necessarie. E poi la deroga solo per alcuni rischiava di innescare una logica da ‘fedelissimi di Conte’, mentre io voglio solo fedelissimi del M5S. In questi brutti giorni in cui abbiamo ministre che cambiano bandiera per Calenda – conclude riferendosi a Gelmini e Carfagna – noi diamo un segnale rivoluzionario al Paese di coerenza e di rispetto degli impegni”.
A chi dice che sarĆ il MĆ©lenchon italiano risponde: “Non proveremo a recitare parti per compiacere l’elettorato”. E parlando di alleanze assicura: “Noi non saremo da soli, ma ci apriremo a tutte le componenti sane della societĆ civile”. Michele Santoro? “Avremo delle illustri personalitĆ che nei rispettivi campi di attivitĆ hanno dimostrato di avere piena consonanza con le battaglie del M5S”.
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M5s: Crippa, dopo 14 anni di attivismo lascio. Non comprendo piĆ¹ il progetto politico
“Dopo ormai 14 anni di attivismo politico mi vedo costretto a lasciare il M5S. Si tratta per me di un gesto molto sofferto e meditato a lungo”. Lo annuncia all’AGI l’ex capogruppo M5s Davide Crippa.
“Ho lavorato fino all’ultimo momento utile per evitare quanto accaduto, ma i vertici hanno scelto la strada della rottura su tutti i fronti, anteponendo interessi particolari a quello generale del Paese, attraversato da una crisi senza precedenti, che va ad aggravarsi di giorno in giorno. Non comprendo piĆ¹ il progetto politico del M5S, troppo instabile, troppo volubile e spesso contraddittorio, che ha fatto perdere di vista l’orizzonte comune che aveva unito il Movimento in molti anni di battaglie e di impegno politico”.
M5s: anche D’IncĆ lascia, divergenze insanabili
“Ho riflettuto molto in questi giorni sulle motivazioni e le conseguenze della caduta del Governo Draghi e non posso che prendere atto delle insanabili divergenze tra il mio percorso e quello assunto nelle ultime settimane dal Movimento 5 Stelle, che oggi lascio”. Lo annuncia il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’IncĆ ricordando che aveva “spiegato nelle sedi opportune e anche pubblicamente i rischi ai quali avremmo esposto il Paese in caso di un non voto di fiducia nei confronti del Governo Draghi. Una decisione a mio giudizio irresponsabile che non ho condiviso e che ho cercato di evitare fino all’ultimo”.