Nicola Gratteri torna a mettere nel mirino il premier Mario Draghi. In una lunga intervista a Piazza Pulita, il procuratore ha puntato il dito contro l’inquilino di palazzo Chigi. Secondo Gratteri, Draghi sarebbe stato fin troppo timido nella lotta alla mafia: “Draghi, il giorno in cui si ĆØ insediato, non ha detto una volta la parola āmafiaā. Questo governo sta smontando le norme che cāerano, il messaggio che arriva alla gente ĆØ che cāĆØ aria di smobilitazione”. Un concetto questo giĆ espresso qualche giorno fa ai microfoni di La7 a Otto e Mezzo. Intervistato da Lilli Gruber, il procuratore aveva ribadito le sue critiche al premier soprattutto nella lotta alla criminalitĆ organizzata.
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Le parole di Gratteri hanno creato qualche polemica. Ma il procuratore non ha fatto alcun passo indietro. Ospite nel salotto di Corrado Formigli ha voluto spronare l’esecutivo e il premier a fare di piĆ¹ nella lotta alla mafia ma anche alla ‘ndrangheta. Secondo il procuratore chi non affronta l’argomento o evita di usare la parola “mafia” dĆ un pessimo segnale all’opinione pubblica sul fronte della lotta alle organizzazioni criminali.
Ora toccherĆ al premier rispondere a queste accuse. Ma di certo il duello tra Gratteri e Draghi ĆØ destinato a durare a lungo.
Notizia di due anni fa:
Gratteri e la corruzione in magistratura: “Un 6-7% di giudici ĆØ corrotto” (circa 400)
affermĆ² il purista nel 2020… ma poi… quanti suoi colleghi arrestĆ²? NESSUNO.
Ora critica Draghi, per non aver mai nominato la “mafia” ma lo accusa almeno di un reato? No