Armi all’Ucraina, Conte rilancia il teatrino contro Draghi: va in Tv a fare il fenomeno, poi al momento del voto abbasserà la testa come un Salvini qualsiasi

Le armi all’Ucraina restano al centro del dibattito politico in Italia. Ospite della puntata di Dritto e Rovescio l’ex premier Giuseppe Conte ha puntato il dito contro Mario Draghi. Il leader del M5s chiede che il premier e il ministro Guerini vengano al più presto in Parlamento per chiarire la posizione del governo in vista di un vertice molto importante a Washington con gli Stati Uniti. E poche ore prima ha sottolineato oltretutto l’importanza di una posizione forte a livello europeo, evitando di essere troppo succube della strategia della Nato.

“Abbiamo bisogno di un indirizzo politico”

“Si parla molto delle armi, noi siamo contrario a invio di armi sempre più letali”, queste le parole di Giuseppe Conte ospite del programma di Dritto e Rovescio. Per l’ex premier la posizione sull’invio di armi all’Ucraina è chiara da tempo. Il tema però è un altro, ossia quello dell’indirizzo politico. Conte infatti si chiede quali siano le posizioni dell’Italia. “Il ministro della Difesa e il premier Draghi vengano in Parlamento“, aggiunge Conte. “Noi abbiamo bisogno di avere un indirizzo politico“.

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Il riferimento al ministro Lorenzo Guerini è dovuto anche alla scia di polemiche portate avanti a seguito delle parole del Ministro della Difesa, a proposito dell’invio di armi all’Ucraina, che secondo il ministro servirebbero a “neutralizzare le postazioni russe”.

L’annuncio di Conte sulla crisi ucraina

E poco prima della prima lezione della scuola politica del Movimento Cinque Stelle Conte è tornato sul tema delle armi all’Ucraina e sul ruolo dell’Ue e della Nato. “L’Unione europea deve farsi sentire, non si può identificare nell’Alleanza euro-atlantica”. Questo secondo Conte non vuol dire mettere in discussione la Nato, ma chiede che l’Ue maturi una posizione forte che porti alla soluzione del conflitto.

L’ex premier critica anche la scelta del governo tedesco di investire 100 miliardi in spese per gli armamenti. A suo avviso la mossa tedesca la potrebbe porre “fuori dal contesto dell’Unione Europea“.

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