Fino a tre giorni fa Giovanni era un 17enne sano come un pesce poi arrivano la febbre forte e un attacco epilettico che lo ammazza dopo poche ore di coma. I medici non hanno spiegazioni

URBANA (PADOVA) – Non sono ancora stati fissati i funerali di Giovanni Beltrame, il 17enne di Urbana morto giovedì mattina all’azienda ospedaliera di Padova. Il decesso è avvenuto dopo tre settimane di autentico calvario. Giovanni aveva iniziato ad accusare sintomi febbrili, che si sono via via aggravati. In seguito al ricovero al pronto soccorso di Schiavonia, dove è entrato con temperatura alta e crisi epilettiche, i medici hanno trasportato il ragazzo in rianimazione e indotto il coma farmacologico. Qualche giorno fa era stato trasferito a Padova, ma le speranze di un recupero sono state vane. Giovanni Beltrame è spirato, vinto da un male ancora senza nome. La salma del giovane si trova attualmente all’obitorio dell’azienda ospedaliera ed è molto probabile che i medici effettuino un esame autoptico per acclarare le cause del decesso.

Mamma Rosanna, papà Francesco e i fratelli vivono ore drammatiche, rese ancora più gravi dal non sapere cosa è accaduto al loro caro. Racconta Matilde, la sorella maggiore: «Si è cercato ogni giorno di capire le possibili cause. Gli esami davano sempre esito negativo, ma le condizioni cliniche di Giovanni peggioravano continuamente. I medici hanno parlato di una condizione rara, del fatto che a Padova c’erano stati due casi simili che, però, si erano ripresi. È partito tutto con una febbre, ma sembra che questa patologia sia partita da un punto e si sia poi estesa in tutto il corpo. Eppure mio fratello era sano e non aveva mai avuto niente, se non un po’ di malessere ogni tanto».
Nonostante l’enorme dolore, la famiglia Beltrame ha parole di stima per i medici: «Hanno trattato Giovanni quasi come fosse loro figlio e hanno fatto qualsiasi cosa per salvarlo». La sua scomparsa è un vuoto enorme, lui che «era il meglio che si potesse avere, tanto buono e sorridente con qualsiasi persona. Mi chiedo come fosse possibile che avesse così tanti amici. Arrivavo a casa e c’erano almeno venti ragazzi assieme a lui. Lui univa tutti e voleva bene a tutti».

All’istituto professionale Fermi di Este, parte dell’istituto di istruzione superiore Euganeo, i compagni di classe hanno osservato ieri un minuto di silenzio e affisso uno striscione con un saluto, “Ciao Gio” e un cuore disegnato. Il dolore è tanto e i ragazzi hanno subito un duro colpo, anche se sapevano che il loro amico stava molto male. Per loro è stato attivato il supporto di uno psicologo e organizzate delle attività all’aperto, per discutere e confrontarsi su quanto accaduto. Il dirigente scolastico Roberto Zanrè si è messo in contatto con la famiglia e la scuola, molto probabilmente, troverà un modo per commemorare Giovanni. A Urbana, la vicinanza alla famiglia non è mai mancata, né da parte dell’amministrazione comunale né da parte della parrocchia. «Qualche giorno fa avevamo fatto un momento di preghiera per Giovanni – racconta don Romano Cavalletto – La chiesa era piena. La vita, a volte, è un mistero più grande di noi».

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2 comments
  1. EH gia’, era SANO eppure qualcuno vi aveva anche avvisati, quelle parole del grande Montagnier si stanno palesando in tutta la sua drammaticita’! povero ragazzo..

  2. La cosa più disgustosa è che i medici che dovrebbero suonare i campanelli d’allarme perchè conoscono benissimo le cause , continuano a far finta di niente, forse c’è da capirli, non dormono la notte pensando che faranno la stessa fine.

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