Implorava vaccinazioni a tappeto: a soli 36 anni stava per diventare papà ma in meno di un mese il solito tumore fulminante l’ha portato via per sempre

Stava per diventare papà, Riccardo Val ucciso a 36 anni da un tumore in poche settimane. Il fratello: ”Penserò io a Sara e al vostro bambino. Ce la farò cuore mio”
Il giovane è morto lunedì dopo che sabato è stato ricoverato per la seconda volta in meno di un mese per un terribile tumore al cervello. Il ricordo dei tifosi del Padova e del Calcio Padova

PADOVA. Aveva solo 36 anni e in poco più di un mese un tumore molto aggressivo al cervello lo ha strappato alla vita. E pensare tra poche settimane sarebbe diventato papà. In Veneto è grande il cordoglio per la morte di Riccardo ”Ricky” Val un giovane molto conosciuto, tifoso del Padova e informatico che lavorava per InfoCamere di Padova, che si è spento lunedì all’ospedale Sant’Antonio a causa di un male che si sperava in qualche modo affrontabile (anche se difficilmente curabile) ma che non gli ha lasciato scampo. Proprio lunedì avrebbe dovuto cominciare una serie di cure e terapie per provare a combattere anche perché in gioco oltre alla propria vita c’era la speranza di veder nascere il bambino che tra poche settimane verrà alla luce dalla moglie Sara. Ma il tempo non è bastato.

Il 16 febbraio il primo ricovero: un malore lo aveva portato in ospedale. Lì i primi controlli e la terribile scoperta. Un tumore era al cervello già esteso, aggressivo e difficilmente curabile. Era stato sottoposto a una prima operazione e le cose sembravano essere andate per il meglio finché sabato è arrivato il secondo malore. Riccardo è arrivato in ospedale già in coma e i sanitari lo hanno tenuto in vita fino a lunedì quando si è proceduto a dichiarare il decesso. Il cuore, però, è stato donato assieme ad altri organi . Un atto di generosità della famiglia per dare possibilità di vita a qualche altre persone.

Toccanti le parole che gli ha dedicato il fratello Matteo, su Facebook: ”Straordinario esempio di uomo generoso e buono, umanità e altruismo fuori comune, fino all’ultimo istante della tua vita. Grazie amore mio di avermi scelto come tuo fratello, mi hai reso orgoglioso, fiero, abbiamo attraversato difficoltà che non si possono nemmeno raccontare e che non dovevano appartenerti, ma in tutto ciò, anziché crearti una corazza da duro, hai dispensato bene e ti sei fatto amare da chiunque. Penserò io a Sara e al vostro bambino, sarà il fratellino/la sorellina di Gabriele e Leonardo che adoravi, Te l’ho promesso, non temere nemmeno per un istante. Grazie anima pura, vivi dentro di me, anche se mi manchi come l’aria e una parte di me si è spenta per sempre in assenza del tuo sorriso rassicurante. Ce la farò Riccardo, cuore mio”.

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