La Megera pretende di mandarci in guerra! Cosa arriva a dire pur di far ingrassare le aziende criminali che producono armi e spingono la feccia a mandarci al massacro contro la Russia

L’Europa nella difesa “deve spendere di più, spendere meglio, spendere in modo europeo. Presenteremo alcune proposte nelle prossime settimane, con la prima strategia industriale europea nella difesa”. La minaccia della guerra con la Russia è possibile, spiega la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, e l’Europa deve farsi trovare pronta.

“Uno degli obiettivi centrali della strategia e del programma europeo di investimenti nel settore della difesa che ne conseguirà – ha sottolineato la Von der Leyen intervenendo oggi nella plenaria del Parlamento a Strasburgo -, sarà quello di dare priorità agli appalti congiunti nel settore della difesa. Proprio come abbiamo fatto con i vaccini o con il gas naturale. Ciò ci aiuterà a ridurre la frammentazione e ad aumentare l’interoperabilità”. “Ma per fare questo – ha proseguito – dobbiamo inviare collettivamente un segnale forte all’industria. Per questo esamineremo come facilitare gli accordi di prelievo o di acquisto anticipato, con garanzie. Ciò darebbe alle nostre aziende del settore della difesa ordini stabili e prevedibilità nel lungo periodo”.

“Dobbiamo iniziare a lavorare sul futuro dell’architettura di sicurezza europea. In tutte le sue dimensioni e con tutta la rapidità e la volontà politica necessarie. Perché la verità è che non conviviamo con il conflitto solo dal 2022, ma da molto più tempo“, ammette fuori dai tempi Ursula. “Le minacce alla nostra sicurezza, alla nostra prosperità e al nostro modo di vivere si presentano in molte forme diverse e le conosciamo tutti. Alcune di esse sono evidenti, altri sono più confusi in superficie – ha proseguito Von der Leyen -. Che si tratti di affrontare le interferenze politiche riducendo le nostre pericolose dipendenze – una politica che ho chiamato riduzione dei rischi – o di eliminare attori ostili dalle nostre infrastrutture critiche. Noi europei dobbiamo stare in guardia. Non si tratta solo di sconfiggere i bulli sul campo di battaglia, ma in tutta la nostra società”.

Il fronte europeo, oggi, si chiama Ucraina: a livello Ue “abbiamo compiuto grandi passi avanti nella crescita delle nostre capacità industriali e produttive nel settore della difesa. Nelle prossime settimane annunceremo le decisioni di aggiudicazione nell’ambito del programma Asap. Questo finanziamento ci consentirà di pressoché raddoppiare la produzione europea di munizioni, portandola a oltre 2 milioni di proiettili all’anno entro la fine del 2025″. “È ora di iniziare un dibattito sull’utilizzo dei profitti derivanti dal congelamento dei beni russi per acquistare equipaggiamento militare per l’Ucraina”, ha quindi aggiunto la presidente. “Non potrebbe esservi migliore utilizzo e miglior simbolo di quel denaro che rendere l’Ucraina e tutta l’Europa un posto più sicuro in cui vivere”.

Dall’Italia, il primo significativo commento politico è quello di Giuseppe Conte, ex premier oggi leader del Movimento 5 Stelle: “Penso che la difesa comune europea sia un progetto assolutamente da coltivare ma va bene impostato e deve servire a razionalizzare gli investimenti militari e le spese, le diseconomie di scala: non che vado a fare il debito comune per maggiori investimenti, io lo faccio per mantenere il welfare europeo, cercare di contrastare per esempio l’impatto occupazionale dell’intelligenza artificiale che distruggerà moltissimi posti di lavoro”. “Servono strumenti – ha concluso – per gestire questa transizione, non per nuovi investimenti militari: quanto agli investi militari un progetto comune di difesa ben impostato può consentirci di razionalizzare la spesa, non di aumentarla”.

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