C’è la parola “negr+i”, ma Muti non cambia il libretto di Verdi. “Non si imbiancano i sepolcri”
Al Regio di Torino dirigerà “Un ballo in maschera” di Verdi
“Cambiare i testi ai libretti d’opera? Non ci penso nemmeno, noi rimaniamo fedelissimi al libretto di Antonio Somma per Un Ballo in maschera di Verdi”: Riccardo Muti è al Teatro Regio per dirigere l’opera verdiana (in scena dal 21 febbraio) e chiarisce qual è il suo pensiero sulla cancel culture. In molti teatri la frase pronunciata dal Giudice nel primo atto dell’opera “dell’immondo sangue dei negr*i” viene modificata, per Muti invece non si tocca: “Non va bene imbiancare quanto è stato fatto nel passato, anche se crudele o sporco”, spiega Muti, che già nel 2022, a Chicago, aveva fatto questa scelta.
“Ai giovani bisogna mostrare anche gli errori del passato, per questo noi saremo fedeli al testo, non si altera il passato, si mostra quello che è stato fatto ed era sbagliato. Chi andrebbe in un museo a ritoccare un’immagine perché non gli piace? Ciò che stato è stato, non va cancellato o corretto perché se no dovremmo cancellare tutto, il passato non si elimina. Il rischio è procedere per slogan e gli slogan sono contrari al dialogo, mentre oggi ciò di cui abbiamo bisogno è proprio il dialogo. Pensiamo ad una frase come quella che pronuncia Fiordiligi nel “Così fan tutte” di Mozart, lei dice a Ferrando, del quale si è innamorata : “Fa’ di me quel che ti par”, frase d’amore che potrebbe essere fraintesa. Allora bisognerebbe cancellare tutti i libretti d’opera?”.
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