Giorgio Parisi si conferma Premio Nobel della feccia: dopo essersi prestato alle criminali campagne sul siero, fa i complimenti al PD per l’infame campagna sui limiti dei 30 orari. Come previsto dai padroni di Davos

Il Pd (nazionale) lancia la campagna di Città 30. E il Nobel per la Fisica Parisi «promuove» Lepore
di Micaela Romagnoli per Corriere.Bologna
Sulla mobilità, la linea adottata dall’amministrazione comunale bolognese fa proseliti
«Minore velocità significa minor probabilità e gravità degli incidenti stradali. Significa migliorare la qualità della vita». Il Partito Democratico a livello nazionale ha lanciato ieri la campagna di comunicazione sulle «Città 30, vivibili e sicure». E sposa in pieno, di fatto, la linea adottata dal sindaco Matteo Lepore. Un manifesto che cita esplicitamente Bologna solo nell’immagine scelta — uno scorcio del centro storico — e che prende a modello altre città nel mondo dove si procede ai 30 Km/h da tempo: Lione, Helsinki, Bruxelles e Londra.

La campagna del Pd

 Il progetto in quelle realtà «ha dimostrato di funzionare: meno incidenti, meno morti e feriti sulle strade, migliore qualità della vita. Aria più pulita, meno inquinamento acustico e più sicurezza». Per il Pd, a pochi mesi dalle elezioni europee, è così che si deve guardare «al futuro dei nostri territori e delle nostre comunità». La proposta dem è articolata in quattro punti: il primo riguarda la cura e la sicurezza delle strade attraverso nuove aree verdi, zone pedonali, piste ciclabili, spazi protetti per bambini e bambine davanti alle scuole, attraversamenti accessibili per persone con mobilità ridotta; il secondo si concentra sugli investimenti nel trasporto pubblico locale per l’acquisto di bus elettrici, tram e metropolitane, intermodalità e mobilità in sharing. Infine sulla riduzione dei limiti: «Vogliamo che i sindaci abbiamo la possibilità di abbassare la velocità massima sulle strade urbane a tutela degli utenti vulnerabili».

Il plauso del Nobel Parisi

A guardare all’esperienza di Bologna con interesse «scientifico» è stato di recente anche il Premio Nobel per la Fisica nel 2021, Giorgio Parisi, intervenendo alla trasmissione televisiva Propaganda Live. Il professore ha ricordato che «il ministero di Salvini ha fatto molto bene quando l’anno scorso ha stanziano 13 milioni per studi su come ridurre le vittime sulla strada, come il progetto 30 all’ora. Bologna per questo ha usato mezzo milione di euro finanziati dal ministero ed è stata una buona scelta». Parisi parte dal presupposto che «il traffico sia un sistema complesso. Bisogna fare esperimenti, bisogna vedere se questo 30 all’ora funzioni bene, se riduca il numero dei morti senza danneggiare troppo la circolazione. Un’altra possibilità sarebbe mettere le telecamere su tutte le strisce pedonali e multare quelli che non si fermano. Normalmente — ha proseguito — in un sistema complesso è difficile predire cosa succeda, bisogna fare gli esperimenti». L’obiettivo è chiaro: «La prima cosa da fare è cercare di diminuire i pedoni morti in Italia», ha insistito il fisico, proponendo una statistica “inedita”, almeno nella modalità di lettura: «Quello che mi fa impressione è che in Italia ci sono 400 pedonicidi, li chiamo così, contro un centinaio di femminicidi; metà dei pedonicidi sono in realtà femminicidi perché i guidatori sono quasi sempre maschi che ammazzano e la metà delle vittime sono donne, quindi ai 100 femminicidi si aggiungo 200 femminicidi di pedoni. È una situazione che dobbiamo assolutamente risolvere».

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