Valentina Boscaro è la ragazza condannata a 24 anni di carcere per aver ucciso il suo fidanzato Mattia Caruso con una coltellata al cuore. Il suo avvocato difensore, Alberto Berardi, è pronto a presentare ricorso alla Corte d’Appello di Venezia. Il suo scopo è quello di convincere i giudici che quel 25 settembre del 2022 si consumò un omicidio preterintenzionale e non volontario. Intanto in carcere la 32enne, ex commerciante ambulante di abbigliamento, ha imparato un nuovo mestiere ed è diventata aiuto cuoco.
Valentina Boscaro parla del suo nuovo mestiere
Nelle motivazioni della sentenza di condanna di Valentina Boscaro si legge che la ragazza è “bugiarda, manipolatrice e violenta”. Ma lei, che è anche mamma, ha sempre dichiarato che “non volevo uccidere”. Parlando del suo lavoro di aiuto cuoco, la ragazza ha affermato: “Mi fanno afferrare e maneggiare ogni tipo di coltello, allora non sono così pericolosa come dicono e scrivono”.
Il suo avvocato ha presentato ricorso anche contro la decisione di decretare la sua custodia in carcere per tre motivi: il rischio di fuga, il pericolo di reiterazione del reato e la sospensione della potestà genitoriale. Ma a Valentina Boscaro non sono stati concessi gli arresti domiciliari.
“Ma quale fuga che in 13 mesi di arresti domiciliari Valentina Boscaro si è comportata in maniera esemplare. Si lamenta l’avvocato Berardi – E dov’è il pericolo della reiterazione del reato se Valentina abita da sola. Ad aprile dell’anno scorso Valentina ha perso la potestà genitoriale, ma ad agosto ha potuto ospitare la figlia per due settimane perché è pur sempre la sua mamma”.
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I domiciliari agli assassini non sono concepibili, li deve scontare in carcere i suoi anni di reclusione. E “non voleva uccidere” è una baggianata, con un coltello non si fanno le carezze. Per questa intemerata frase aggiungere una decina di anni alla sentenza e basta con questa finta giustizia.