“Cucù” al posto di “Gesù” nel testo della recita di Natale a scuola, la caterva di insulti dei genitori obbliga gli insegnanti disadattati alle scuse

Caos e polemiche nella scuola elementare ‘Edmondo De Amicis’ di Agna, in provincia di Padova, dopo la decisione delle maestre di eliminare dalla tradizionale recita di Natale le figure di Gesù, Dio e degli Angeli. Il tutto naturalmente nel nome della cosiddetta inclusione dei bambini di altre confessioni religiose diverse da quella cristiana. A non andare proprio giù è soprattutto la sostituzione del termine “Gesù” con “cucù”.

La decisione della scuola ha però scatenato la furia dei genitori degli alunni cattolici i quali, in segno di protesta, hanno deciso di non far partecipare i loro figli alla recita di Natale, in programma ieri, giovedì 21 dicembre. Questa mattina è arrivata la riposta della scuola: “Riconosciamo l’errore“.

“All’inizio non ci potevo credere. – questo lo sfogo di Francesco, uno dei papà, dopo aver visto che la parola “cucù” era stata inserita nel testo del saggio al posto di “Gesù” – Poi quando mia moglie mi ha fatto vedere i fogli con le frasi che inizialmente avrebbero dovuto cantare, tagliati su determinate parole, non ci ho più visto. Non è possibile che si debba arrivare a questi livelli, tra l’altro senza che noi genitori veniamo messi al corrente delle idee delle maestre”.

Della spinosa questione sono stati informati anche il sindaco di Agna, Gianluca Piva, e il parroco, don Fabio Bertin. La polemica sulla esclusione di termini e figure cristiane dalla scuola si lega a doppio filo con il disegno di legge, depositato in Senato proprio in questi giorni dalla maggioranza di centrodestra, in cui si legge che è vietato “impedire iniziative promosse da genitori, studenti o da competenti organi scolastici per proseguire attività legate alle tradizionali celebrazioni legate al Natale e alla Pasqua cristiana, come presepe, recite e altre manifestazioni”.

“Riconosciamo l’errore e ci scusiamo”. Così gli insegnanti della De Amicis di Agna hanno aperto la nota fatta pervenire a seguito delle numerose proteste. “Non era assolutamente nostra intenzione mancare di rispetto ai bambini e alla comunità intera. Tutto ciò che viene fatto nella scuola è sempre stato fatto a favore della crescita, per una formazione umana, culturale e civile dei bambini. Sottolineiamo il nostro grande dispiacere per questa vicenda. C’è la nostra piena consapevolezza che l‘inclusione si fa non togliendo dei riferimenti religiosi e culturali fondamentali, che peraltro connotano la nostra storia e la nostra cultura. Da sempre si opera con l’intenzione e l’impegno di educare nel rispetto e nella sensibilità di tutti”.

“Nonostante la modifica purtroppo effettuata su una canzoncina – osservano -, non abbiamo mai pensato di intaccare il significato della Natività che abbiamo comunque valorizzato con altri testi e con la realizzazione dei presepi. L’intento era di trasmettere il messaggio del dono, dell’incontro, del rispetto, dell’uguaglianza, dell’accoglienza, accompagnando tutti a conoscere il vero valore del Natale, senza rinunciare al simbolo del Natale, la Natività”.

“Siamo consapevoli del pesante errore che ha urtato comprensibilmente la sensibilità delle famiglie. La dirigente scolastica – precisano – si dissocia completamente dalle scelte effettuate, delle quali peraltro non era stata messa in alcun modo a conoscenza. Ribadisce quanto già dichiarato in relazione al compito della scuola che nel rispetto della storia, dei valori e della cultura del nostro Paese educa all’accoglienza, all’inclusione, al rispetto dei diritti di ciascuna persona”.

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