“Faccio la chemio per colpa di Speranza” Ha un tumore e la certezza che la causa sia il sacro siero. La storia di Max Del papa

VI RACCONTO IL MIO TUMORE (e perché so che è stato il vaccino Covid)

di Max Del Papa su Il Giornale d’Italia

Lo so benissimo che da tre mesi a questa parte parlo principalmente di me, e me ne scuso. Il fatto è che mi sta capitando qualcosa che fatalmente, e disgraziatamente, finisce col rispecchiare la condizione di molti, ben oltre il sottoscritto: mi sono ammalato in modo serio, di un linfoma, dopo avere patito due anni di disturbi, di problemi sempre più pesanti, insorti immediatamente dopo la somministrazione vaccinale (più richiamo) e da allora mai più risolti. Non gli davo peso, pensavo fossero acciacchi legati all’età, allo stile di vita e invece il mio organismo si divorava dall’interno. Il mio linfoma ha un nome lungo, complicato, che scordo volentieri, è di tipo “indolente”, cioè cova, cova e lavora in silenzio, penetra nel midollo osseo e scava i suoi tunnel devastanti finché non è molto tardi, o troppo tardi. A me è capitato di scoprirlo una notte a seguito di una caduta stranissima dalla moto, che era ferma, si è inclinata, mi ha catapultato lontano, su un terreno fatto di sassi, di pezzi di mattoni, spalla disintegrata, cuffia dell’omero distrutta, clavicola a pezzi: per il dolore sono subito svenuto (e dopo 3 mesi dall’operazione ancora sono lungi dall’avere conquistato una funzionalità accettabile, malgrado ormai 12 settimane di fisioterapia e 4 di idroterapia in vasca). Al pronto soccorso mi hanno fatto alcune analisi per escludere emorragie interne, e una ecografia ha svelato una proliferazione di linfonodi sospetta: hanno subito capito cosa significava, grossomodo, poi per esclusione sono arrivati al linfoma. Un linfoma, mi è stato spiegato 3 biopsie e una quantità di esami dopo, che, in una situazione di azzeramento immunitario, cioè di difese immunitarie prossime allo zero, per reazione origina anticorpi, che, però, sono malati. E quindi avvelenano. Il mio sangue è malato. Ovviamente nessuno mi ha confermato che questo capolavoro era opera della doppia dose Pfizer, però neanche si sono sentiti di escludermelo apertamente: divagavano, si arrampicavano sugli specchi, la mettevano sul fatalismo, una dottoressa giovane mi ha sfidato: allora perché a te sì e a me no? Ma io ero troppo prostrato, allora, per maltrattarla.

Però altri medici viceversa mi avevano parlato chiaro, prima e anche dopo la scoperta del mio tumore al sangue. Mi hanno spiegato che il pericolo stava nella proteina Spike, che, contrariamente a quanto sostenuto dai virologi mascalzoni, non restava ferma, inchiodata al virus, per demolirlo, ma si metteva a passeggiare allegramente per l’organismo lasciando tracce micidiali, scatenando una quantità di danni al suo passaggio: in due parole, questa Spike, dove trovava una condizione organica di debolezza, o di malattia latente, o in fase iniziale, si accaniva: così si spiegano le recidive, i tumori fulminanti, i linfomi e mielomi, eccetera. E questi medici, che non erano pochi, mi sembravano molto più precisi e convincenti dei “negazionisti” delle reazioni avverse (perché qui se ci sono dei megazionisti non sono i cosiddetti novax, ma chi nega l’evidenza di centinaia di migliaia di defunti e di milioni di ammalati, di lesionati, di invalidi su base globale).

Ora, avendo io raccontato questa storia più o meno in questi termini, sono stato accusato di “spalare fango sui vaccini”, di essere un miserabile, e di meritare quello che avevo (anche da parte dei novax veri, ho ricevuto lo stesso augurio, perché le tribù di talebani e di carogne sono equamente distribuite e questo ha nuociuto non poco alla causa di chi contestava i vaccini in modo equilibrato, in punta di scienza). Mi sfidavano: dimostra che è stato il vaccino. Puoi dimostrarlo? No, non potevo, per la semplice ragione che quella era la prova del diavolo: una dimostrazione oltre ogni ragionevole dubbio è impossibile, ma la scienza non procede così e un linfoma post vaccinale non è un colpo di pistola o una gamba tagliata: quando poi si arriva al milione di linfomi, o di cardiopatie, o di altri cancri, beh, diventa difficile negare la correlazione, e ci vuole una bella dose di malafede, di svergogna, a insistere. E questi confutavano le mie certezze, maturate sulla mia pelle, sulla carne e sul sangue, con l’esclusiva tattica della malafede.

È quello che ho visto fare dai soliti virologi da passeggio, da sedicenti esperti, da “comunicatori” e “storici della medicina”: tutta gente orgogliosamente sovvenzionata dalle multinazionali del vaccino. Una rabbia, una indignazione, perché versare in una condizione di malato oncologico, vincolato a un ciclo di 7 mesi di chemioterapie, tre giorni al mese, il primo giorno per 8 ore, i successivi due per 2 ore, con tutto ciò che ne consegue, e sentirsi pure preso per il culo è forse peggio della malattia stessa. Finché non mi imbatto nella prova del diavolo: sulla testata “Epoch Health, la seguente notizia: “I ricercatori di Cambridge in un nuovo studio fondamentale su Nature hanno scoperto che l’mRNA Pfizer oltre alla proteina bersaglio causa la produzione di proteine errate “fuori bersaglio” che innescano un’errata risposta immunitaria involontaria”. L’articolo ve lo risparmio, ma, ovviamente, approfondisce il concetto e si trova facilmente in Rete. “I vaccini Covid erano fondamentalmente difettosi (faulted)”, dice il sommario, “allorché ricombinavano l’rMNA di sintesi per prevenire successive risposte dannose”. Si sapeva, si diceva, si è letto le millemila volte, lo disse per primo Montagnier, “alla larga dalla manipolazione dell’rMNA”, lo ribadì Tarro, lo spiegò Malone, lo chiarì Dalgleish, a me personalmente lo illustrò Stramezzi. Sì, si diceva e si sapeva, ma, domando: è o non è, precisamente, in modo terribilmente esatto, la dinamica del mio linfoma? Adesso cosa hanno da dire i prezzolati di Pfizer e Moderna? Ed eccone un’altra, di prova del diavolo. È di oggi. È dell’Ansa, agenzia di regime con forte inclinazione a sinistra: “Un’ondata di tumori ha caratterizzato il post pandemia in Italia. Sono 395mila i casi stimati nel 2023. In calo gli screening di prevenzione”. Quest’ultima nota è ambigua e maligna, porta chi legge a dedurre che i 400mila cancri in più in un solo anno siano colpa della mancata prevenzione, il che escluderebbe ogni altra possibile origine, tenuto conto che questi cancri grandinano nel “periodo post pandemia”. Ma non c’è bisogno di avere passato l’esame di statistica giuridica portando il funzionalismo strutturale di Luhmann, come fece il sottoscritto più di 30 ani fa, per capire che qui la correlazione, o se si preferisce la combinazione, c’è tutta: come li spieghi se no 400mila malati oncologici in più in un solo anno, vedi caso il primo dopo la massiccia campagna vaccinale di regime?

Chi aveva dunque ragione? Chi negava un legame dalla probabilità già alta in partenza, e sempre più enorme col passare dei mesi, dei dati, degli studi, della statistica sanitaria, della casistica medica; o chi si era spinto ad ipotizzare, in punta di scienza, quanto sarebbe accaduto ed è effettivamente accaduto?

Io (e 400mila come me) mi ritrovo seriamente malato per colpa di questo regime. Forse avevo già una situazione latente, che però poteva restarsene tale chissà per quanto, magari a vita. O forse no. Sta di fatto che il vaccino, la Spike, le alchimie sull’rMNA, hanno scatenato la bestia. E lo sentivo e lo sapevo. E adesso scrivo queste note con il tubo della flebo che mi sgocciola in vena, una stilla alla volta, per 8 ore filate. Io sto così per colpa dei signori: Conte, Draghi, Speranza, Sileri, Mattarella, del Parlamento pressoché al completo, di troppi medici felloni, di tutti i virologi da sbarco, di tutti quelli del CTS, dell’AIFA, dell’ISS, e con la complicità dei cosiddetti giornalisti che volevano “vedere morti in poltiglia verde”, parole loro, della signorina Lucarelli, del signorino Scanzi, i novax e invece stanno vedendo squamarsi in poltiglia chi si è vaccinato; e ancora parlano, senza alcun rimorso, e ancora li pagano per spargere le loro luride menzogne.

E ancora i Lopalco, i Burioni, i Bassetti, i Pregliasco, i Crisanti, sono scatenati: chi prevede l’ecatombe, chi predica “ve ne pentirete”, chi minaccia, chi sogna nuove reclusioni, nuove violenze poliziesche. I telegiornali spingono sul terrorismo come allora. I fornitori di cifre false hanno ripreso ad erogarle, più bugiardi che mai. Spiegassero invece come mai Pfizer finisce davanti al tribunale dell’Aia insieme a OMS, Bill Gates e UE. Spiegassero l’allarme mandato dal sindacato di polizia Osa: “Troppi decessi e malori in Polizia, abbiamo chiesto alla direzione generale i dati. Tantissimi agenti ci dicono che dopo la vaccinazione stanno [ancora] male”. Spiegassero la ragione plausibile dei mancati registri aggiornati in seno all’Aifa, che non ha saputo fornire alcuna motivazione, mentre i dati a suo tempo forniti sono stati ampiamente demoliti da un consesso di statistici indipendenti (che bisogno c’era di mentire, di occultare, di perdersi per strada la casistica, di “non aggiornare” se tutto andava bene come si sosteneva e si continua a sostenere?). Spiegassero o meglio dimostrassero l’infondatezza della ricerca del prof. Bizzarri (ripresa da Nature) da cui emerge un aumento del 25% delle morti non previste tra i giovani vaccinati, per non parlare delle miocarditi, secondo lo scienziato per effetto dell’inserimento nel coronavirus di una sequenza genica dell’HIV per renderlo aggressivo. Spiegassero perché il governo islandese ha proibito la somministrazione dei vaccini anticovid. Spiegassero come mai non una – non una – delle garanzie legate ai vaccini si è verificata e non una – non una – delle conseguenze legate ai vaccini sia mai stata ipotizzata. Spiegassero l’imbarazzata assunzione di responsabilità dell’ex premier britannico Boris Johnson. Spiegassero l’ondata di patologie che non smettono di travolgere i cosiddetti vip, e per le quali non viene mai né chiesta né fornita la più elementare delle informazioni: Tatiana Garbin, 46enne ex capitana della Nazionale azzurra femminile di tennis, già operata “di un raro tumore”, nuovamente ricoverata; stessa cosa occorsa alla soubrette Benedicta Boccoli; meno bene è andata alla manager teatrale pescarese Barbara Paolone, 54 anni, “stroncata da un male incurabile scoperto tre settimane prima”. Ma ogni giorno ce ne sono due, tre, dieci, solo a scovarli in una cronaca che tende a tacere più di prima, che adesso s’inventa cazzate come la “nebbia cognitiva”, la confusione mentale lasciata dal Covid. Dal Covid o dall’anticovid? Sono o non sono stati questi maledetti vaccini ad ingenerare, tra le altre patologie, anche un’esplosione di complicanze a livello neurologico (ne abbiamo parlato diffusamente in passati articoli)?

A questo punto la “nostra” prova del diavolo l’abbiamo ampiamente fornita: è quella dei negazionisti, adesso, ad essere tale. Una prova che non si può provare. A differenza di noi ammalati, loro non potranno mai raggiungerla, perché è stata smentita proprio da quella scienza cui sostenevano, tutti tronfi, di ispirarsi. E invece era alchimia. Era magia. O, al limite, era sì scienza, ma manipolatoria, da apprendisti stregoni. Io ho un linfoma che mi ha riempito di anticorpi malati perché il mio corpo, il mio sangue, le mie cellule, sono stati manipolati; e adesso lotto per la vita. Lo faccio per me ma mi accorgo di rappresentare tanta gente, tanta gente. Troppa gente, che non avrei mai voluto scoprire nelle mie stesse condizioni. E ancora vengono a prenderci per il culo? Ancora vorrebbero farci crepare inoculandoci “dopo averci legati”, perché ho sentito anche questo? Il mondo si pente, i governanti di tutta la terra si battono il petto e solo i nostri di merda fanno finta di niente e insistono come e peggio di prima? Ma qui, sul lettino della chemio ci sto io. Bastardi. Criminali. Delinquenti. Tutti.

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