Dio li fa e poi li accoppia: il chirurgo di fiducia del papa accusato di falso in atto pubblico per aver firmato le operazioni di più pazienti negli stessi orari

È finito sotto inchiesta il chirurgo di Papa FrancescoSergio Alfieri, che ha operato due volte il Pontefice, sarebbe sotto inchiesta nel registro degli indagati della Procura di Roma con l’accusa di falso in atto pubblico. Il medico, secondo quanto si apprende da La Stampa, avrebbe firmato il registro degli interventi operatori di più pazienti negli stessi orari, ma in molti casi non era lui a operare quei pazienti al Policlinico Gemelli di Roma. In base a quanto riferisce il quotidiano, rilanciato tra gli altri dal Tgcom24, «il Nas ha acquisito dalla direzione sanitaria decine di cartelle cliniche. E altrettanti faldoni, sia cartacei sia digitali».

Il chirurgo del Papa sotto inchiesta

Secondo La Stampa, all’origine dell’inchiesta c’è un esposto del 9 febbraio scorso consegnato ai vertici investigativi del Nas, che darebbe voce ai malumori circolati in sala d’attesa: la firma di Alfieri risulterebbe in calce alle operazioni di diversi pazienti negli stessi orari. L’ipotesi sui sono al lavoro gli inquirenti romani è quella di un sistema organizzativo che con l’alternanza delle firme nel registro operatorio va incontro alle leggi sanitarie, che prevedono una certa corrispondenza tra il numero di interventi nel privato e nel pubblico. E che, secondo le indicazioni emerse, avrebbe consentito al chirurgo di svolgere più interventi, compresi quelli in regime privato. Come le «carte del 10 ottobre 2022» che cita Open, secondo cui quei documenti vedrebbero «Alfieri impegnato in ben due interventi: uno in regime privato. E uno per il Sistema Sanitario Nazionale».

All’origine dell’inchiesta l’accusa al chirurgo del Papa di firmare le operazioni di più pazienti negli stessi orari

Dalle stesse fonti – e sempre dall’analisi di quei registri – risulterebbe (ma il condizionale è d’obbligo) che, come riferisce ancora il Tgcom24, «in alcune date in cui Alfieri risultava in sala operatoria, in realtà era presente a convegni e riunioni interne del Gemelli». Dunque, il Nas sta operando, spiega il sito di Open sulla vicenda, procedendo con la verifica di «una serie di storie» «sulla bocca di tutti». Storie che, incrociate con i dati emersi dai registri, indicherebbero che «i pazienti erano ricoverati sia in regime pubblico che nelle stanze solventi, cioè a pagamento».

«Appuntamenti, visite e convegni mentre doveva essere in sala operatoria»

E con Alfieri impegnato ad operare «nello stesso momento in più sale», che firmava il registro in calce. Mentre, secondo l’accusa, a sostenere gli interventi chirurgici erano altri medici del suo staff. Tutto questo sarebbe avvenuto senza che la dirigenza del Gemelli si sia accorta di nulla. E mentre il chirurgo nel registro degli indagati partecipava ad appuntamenti, visite, ma anche cda e riunioni sanitarie. Presenziando – sostiene l’accusa – nelle sale operatorie «solo sulla carta».

Il chirurgo del Papa all’Adnkronos: «Io sono sereno. Mi sono sempre comportato bene»

Nel frattempo, dal diretto interessato, nessun commento e una sola, laconica considerazione. «Di base sono una persona serena, mi sono sempre comportato bene, non le dico nulla», dichiara Sergio Alfieri contattato dall’Adnkronos Salute. Poi, interpellato in merito all’inchiesta che lo riguarda – che, secondo quanto riportato su La Stampa, lo vede indagato dalla procura capitolina per falso in atto pubblico, dopo un esposto presentato nei mesi scorsi – taglia corto. E asserisce lapidario: «Non commento articoli pubblicati sui giornali. Come mi sento? Cosa vuole che le dica, sono persona serena»…

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