Invece niente, nemmeno una riga. Giuro, li ho sfogliati tutti, pensando che mi fosse sfuggito un taglio basso o un box, ma alla fine mi sono dovuto arrendere: la grande stampa ha deciso che i milioni regalati dai vescovi a quella combriccola di disobbedienti capitanata da Luca Casarini, no global e contestatore di professione, abituato a frequentare i centri sociali più degli oratori, non sono una notizia.
Fabio Amendolara perĀ la VeritĆ – Estratti
Ā«Tenete presente questo: quando il Papa ha pagato Open Arms, non erano passati per Krajewskij ma erano arrivati direttamente dal PapaĀ». Don Mattia Ferrari, sacerdote cresciuto nella parrocchia di ormigine, popolosa cittadina a 30 minuti da Modena, e salito a bordo della Mediterranea con i gradi da viceparroco dopo aver sposato la causa dellāex No global Luca Casarini, questo concetto lo ha esplicitato più di una volta nelle chat acquisite dagli inquirenti. Konrad Krajewskij ĆØ il cardinale polacco chiamato da Bergoglio a fargli da elemosiniere.
E a don Mattia, che ha brigato non poco con vescovi e alti prelati pur di far ottenere lauti finanziamenti a Casarini & Co., non deve essere andato giù che la spagnola Open Arms sia riuscita a costruire lāipotizzato rapporto diretto con papa Francesco. Don Mattia, nonostante la pesante cordata pro Mediterranea guidata nientepopodimeno che da Matteo Zuppi, sembra convinto che il meccanismo del bancomat della Chiesa debba essersi inceppato proprio per colpa di Krajewskij. E il 9 gennaio 2020 lo ricorda in chat: Ā«Open Arms ha ricevuto molti soldi che non sono passati da KrajewskijĀ».
E consiglia di usare tutte le leve per convincere lāelemosiniere: Ā«Se non trovate i soldi tornate da Krajewskij e gli dite: āAbbiamo il progetto, abbiamo lāappoggio dei vescovi sul progetto, e gli fate lāelenco per nome e cognome di Lorefice (Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, ndr), Zuppi, Mogavero (Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, ndr), Marciante (Giuseppe Marciante, vescovo di Cefalù, ndr), Hollerich (Jean Claude Hollerich, cardinale lussemburghese, ndr), eccetera, ma non abbiamo i soldi per la nave. Ci serve il vostro aiuto per farla partireā. A quel punto Krajewskij vi dĆ i soldiĀ».
Ma la rivelazione clamorosa, della quale non si trova traccia nei rapporti sociali della Ong spagnola, è questa: «A Open Arms, nel corso di questi quattro anni da che Oscar Camps (il fondatore della Ong, ndr) ha iniziato a frequentare il Papa, pare che il Vaticano abbia dato in totale 2 milioni di euro. Secondo me gliene ha dati meno, ma comunque cifre considerevoli.
Quindi se anche dopo il colloquio con don Matteo (Zuppi, ndr) non avete i soldi, tornate da Krajewskij e lui vi darĆ i soldiĀ». Don Mattia in quel messaggio sostiene di riportare le parole di una sua fonte in Vaticano. Un cardinale che ha un certo peso specifico: Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena che in quel momento era anche il segretario della Commissione Cei per le migrazioni.
(ā¦) Inoltre, ĆØ di Open Arms la nave che Matteo Salvini da ministro dellāInterno durante il primo governo Conte trattenne in mare per controlli con 147 persone a bordo, nellāestate 2019 (a Palermo ĆØ in corso un processo per sequestro di persona e rifiuto dāatti dāufficio).
Il 22 aprile 2017 Camps incontra Bergoglio. Ai giornalisti, nella sala stampa vaticana, mostra il suo invito inviato a nome del Papa dalla Prefettura della Casa pontificia. I due si trattengono circa 40 minuti nel Palazzo apostolico, durante i quali Camps ricorda al Papa di avergli donato a Lesbo il giubbotto salvagente di un bimbo profugo morto in mare. Allāuscita Camps afferma: Ā«Il Papa ĆØ lāunico leader mondiale che si occupa del problemaĀ».
La relazione, come sospetta don Mattia, deve aver portato nelle casse di Open Arms «molti soldi». Molti rispetto a quanto è riuscita a incassare Mediterranea, i cui attivisti, ogni qual volta si parla di Open Arms, sembrano provare un certo fastidio. Sempre nel 2020, per esempio, si tiene un incontro tra tale don Nandino (che deve essere vicino ai Casarini boys) e un giornalista di Famiglia cristiana che brigava per la costituzione di una nuova Ong.
Il ragionamento proposto durante lāincontro, stando a quanto riportato a Casarini, sarebbe stato questo: Ā«Più siamo meglio ĆØ, lāimportante ĆØ mettere navi in mare, dato che quelle di Mediterranea non fanno un c… E poi noi abbiamo Open Arms che ci fa la formazione e ci dĆ il loro personale in esuberoĀ». Il rapporto si sarebbe chiuso con don Nandino che avrebbe ricordato al suo interlocutore che con questa operazione sarebbero stati Ā«responsabili dellāulteriore spaccatura nelle forze cattolicheĀ». Proprio quelle sulle quali contavano Casarini & Co.
Ā IL COLPO GROSSO PER SPILLARE SOLDI ALLE DIOCESI
Giacomo Amadori FranƧois De TonquĆ©dec perĀ la VeritĆ – Estratti
La banda di Luca Casarini, il commodoro no global, ha conquistato lāassociazione di promozione sociale Mediterranea a piccoli passi, sino a trasformarla in un brand internazionale, usando il suo fiuto per il marketng. Il colpo da maestro ĆØ stata la strombazzata conversione e la conquista dei sacri palazzi.
Una scalata che ha portato molti soldi nelle cassedellāassociazione, ma anche dellāIdra social shipping, la compagnia privata pensata da Casarini e dallāamico Giuseppe Caccia (socio di maggioranza) che arma la Mare Jonio, il rimorchiatore che si offre (anche in cambio di denaro, secondo i magistrati) di recuperare naufraghi in mare o sulle navi altrui. Sino al 2019, nelle tasche dei due, oggi accusati a Ragusa di favoreggiamento dellāimmigrazione clandestina, giravano pochi euro. Fare i no global di professione, sino alla scoperta della pesca miracolosa dei migranti, non era troppo remunerativo. E per capire come fossero messi questi due signori prima di solcare i mari, ĆØ utile leggere una chat che si sono scambiati nel novembre 2019. La coppia non ha ancora incontrato il Papa e il progetto del finanziamento dei prelati ĆØ ancora di lĆ da venire. LāĀ«armatoreĀ» Caccia scrive al suo Ā«dipendenteĀ» (ma per gli investigatori amministratore di fatto) Casarini, in difficoltĆ economiche: Ā«Siamo nella merda finchĆ© non si sbloccano i fondi che ha YB (lāassociazione Ya Basta, ndr).
Ma lo stipendio può certo essere anticipato. Faccio fare subito 1.500. Ma sullāuso della carta, invece, devi evitare di fare cazzate. Non hai spedito giustificativi e il tabulato ĆØ pieno di voci ingiustificabili, che sarĆ un casino spiegare.
Così mi metti in forte imbarazzo con gli altri». Casarini prova a ribattere: «Ci sono alcune voci che riguardano arredamento sede/foresteria. Altre che vanno detratte perché non avevo altro per pagare(ad esempio un cinema con i ragazzi). Ma è tutto spiegabile e penso che non superi i 100 euro».
Comunque hai ragione. Sono troppo incasinato con i soldi. Devo darmi una regolata una volta per tutte. à che ogni mese pago 280 euro di cambiali. E questo non lo sa nessuno. à tutto troppo precario in come vivo. Devo pensare a come fare». Pure Caccia è depresso: «Non dirlo a me. Io da gennaio devo trovarmi un lavoro con uno stipendio, se no mi mangio fuori tutto e lascio i ragazzi nella merda».
Esattamente un anno dopo, anche grazie allāinizio della mungitura dei vescovi, i due amici scherzano al telefono e Casarini esclama: Ā«O riuscivamo a fare āsta roba per pagare lāaffitto di casa e la situazione della separazione oppure mi me dovevo andare a lavorare in un barĀ». Per riuscirci Casarini si ĆØ trasformato in una sorta di gesuita laico, pronto ad abbindolare con i suoi discorsi i Ā«vescovoniĀ», come li chiama lui. Parla e scrive come se fosse ispirato direttamente da Gesù e con chi gli fa i complimenti per il suo discorso, definendolo il ghost writer del Papa, lui si schermisce: Ā«Non sono mie le parole⦠vengono dal nostro capo. Ć lui il Ghost writer che ci fa dire le cose giuste nel modo giusto. Che arrivano al cuore. Anche del PapaĀ».
La svolta arriva con la visita a Francesco del 6 dicembre 2019 e con la consegna di un crocefisso con il giubbotto di salvataggio che fa innamorare i preti. Don Mattia Ferrari, il cappellano di bordo della Mare Jonio, festeggia: Ā«Abbiamo fatto un lavorone. Abbiamo ottenuto un risultato enorme: abbiamo portato molti vescovi e cardinali a sostenere Mediterranea, abbiamo ottenuto che Papa Francesco ha speso parole di elogio enorme per Mediterranea e ha fatto esporre la croce e il giubbotto con il logo di Mediterranea nellāatrio del Palazzo apostolico. Abbiamo ottenuto risultati storici. Siamo a un passo dallāobiettivo di avere una nuova naveĀ».
Per la veritĆ dal 2018 Casarini & C. continuano ad andare per mare con il rimorchiatore Mare Jonio, classe 1972, una nave vecchia, ma Ā«robusta e affidabileĀ». Eppure nelle chat ĆØ tutto un discutere di finanziamenti e bonifici e le nostre fonti hanno ricostruito, tra il 2021 e il 2023, donazioni per circa 2 milioni di euro da parte della Cei, della Caritas e delle diocesi. Lāassedio ai vescovi bergogliani, progressisti Ā«spintiĀ», giudicati a volte in modo irriconoscente Ā«un poā coglioniĀ» (Ā«nessuno si ĆØ spinto a regalare il libro su Med ai propri pretiĀ» si lamenta don Mattia) e a quelli Ā«centristi tendenti a sinistraĀ», persino più Ā«coraggiosiĀ», ha portato al risultato di sbloccare gli aiuti da parte delle diocesi, nonostante lāiniziale opposizione del Ā«tesoriereĀ» del Papa, il cardinale Konrad Krajewskij, Ā«dubbiosoĀ» sul finanziare le ong per il soccorso in mare e per questo bollato come un Ā«pazzoĀ» dalla combriccola, Ā«la Carola Rackete del VaticanoĀ».
Don Mattia spiega: Ā«Krajewskij non ĆØ stato pregiudizialmente ostile allāoperazione, lui ĆØ perplesso sul fatto di pagare lāacquisto della nuova nave, ma cāĆØ anche unāaltra via percorribile. Infatti, se la Chiesa pagasse le prossime quattro missioni di Mediterranea (per un totale di 800.000 euro), Mediterranea potrebbe procedere autonomamente allāacquisto della nuova nave, grazie alle bancheĀ». Infatti lāunica condizione sarebbe quella di dimostrare di poter salpare.
Il sacerdote sa di avere un asso nella manica: Ā«Bisogna anche ricordare che nellāudienza privata con Mediterranea del 6 dicembre scorso (2019, ndr), papa Francesco aveva detto apertamente che lui sosteneva Mediterranea sia nella possibilitĆ di acquisto diretto della nuova nave sia nella possibilitĆ di finanziamento delle prime quattro missioniĀ».
Don Mattia, che come consigliori può contare sul futuro presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, fa sapere che si procederĆ Ā«con lāinviare le richieste (dei vescovi, ndr) da mandare timbrate a KrajewskijĀ». Alla fine la soluzione si trova: dalle diocesi inviano richieste di denaro per opere caritatevoli a Krajewskij, il quale gestisce lāObolo di San Pietro, cioĆØ le offerte dei fedeli, e lāElemosiniere scuce quanto richiesto senza dover pagare direttamente soggetti che evidentemente non gli piacciono troppo come lāex no global con 4 anni e 7 mesi di condanne passate in giudicato.
La banda Casarini passa le giornate a fare i conti dei soldi da spillare ai preti con la scusa della «nuova barca» e delle missioni (la prima, come detto, non ancora acquistata, le seconde effettuate con il contagocce). Caccia invia a Casarini lo «schema delle donazioni permanenti» a cui puntano. Il risultato deve essere di 60.000 euro al mese.
Nei suoi piani, sulle 25.000 parrocchie italiane, punta a coinvolgerne 3.300, con offerte diverse: cento parrocchie dovrebbero donare 100 euro al mese, duecento 50 euro, mille solo 20 euro e duemila appena 10. CosƬ i conti tornerebbero.
Dopo una lunga azione di pressing sulla Chiesa il gruppetto di Mediterranea ĆØ convinto di riuscire a passare allāincasso. Il 5 ottobre 2019 don Mattia lancia in chat i cinque step per chiudere la partita. Si punta sullāeffetto domino: Ā«Se per dire Caritas internationalis mettesse 100.000 euro, poi Caritas europea ne metterebbe altrettanti e Caritas italiana pure, poi la Migrantes idem e cosƬ via. Alla fine si supera il milione di euroĀ». Ma lāincombenza considerata più urgente ĆØ quella di Ā«far firmare ai nostri vescovi la garanzia che la Chiesa restituirĆ Ā» agli istituti di credito Ā«i soldi della nave entro la data stabilitaĀ». Una garanzia fideiussoria di cui Panorama ha trovato traccia e che sarebbe stata presentata a Banca etica.
Il 7 maggio 2020, alla vigilia del suo compleanno, Casarini scrive: «Messaggio di Zuppi: oggi arrivati e oggi fatto bonifico». Don Mattia non sta nella pelle: «E così finalmente, per la prima volta, la Chiesa italiana finanzia il soccorso in mare. Abbiamo fatto la storia ragazzi».
Lā8 maggio un altro vescovo amico, Giovanni Ricchiuti, consiglia a don Mattia come muoversi e spiega di aver scritto alla fondazione Migrantes che il loro direttore generale don Giovanni de Robertis ĆØ della partita e avrebbe consigliato a Casarini di scrivere una lettera, sulla falsariga di quella inviata ai vescovi, al presidente della Cei Bassetti (Gualtiero, ndr) e al segretario generale Stefano Russo. Il consiglio ĆØ di indicare il costo delle quattro missioni o anche di una sola. Lāaccerchiamento ĆØ quasi completato e tutti hanno iniziato a scrivere al riottoso Krajewskij. Don Mattia a questo punto suggerisce Ā«di alzare la posta per la richiesta alla CeiĀ». E commenta. Ā«La lettera del Papa a Luca ha proprio sbloccato tuttoĀ». Quindi ironizza: Ā«Pensate il povero Krajewskij che adesso di troverĆ subissato di lettere. DirĆ : āPerchĆ© non gli ho dato tutto subito?āĀ».
Casarini, in quel momento, deve avere il simbolo dellāeuro al posto delle pupille, come nei fumetti: Ā«Se fa la somma vengono fuori tre milioniĀ». Don Mattia rilancia: Ā«Ma ora che abbiamo sbloccato il meccanismo la cifra aumenterĆ . Se addirittura la Cei fa una donazione, dopo ĆØ il tana liberi tutti. E per come certi devono far vedere di non essere da meno, fanno partire le richieste anche loroĀ».
Una previsione che sarebbe stata confermata nei fatti, come ha rivelato lāinchiesta di Panorama in edicola. Il 22 maggio 2020 il vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada invia una missiva al miele a don Ferrari e questi va in brodo di giuggiole: Ā«Il vescovo di Brescia ĆØ uno aperto, anche se non ĆØ tra i più spinti. Aveva ragione Beppe, dobbiamo sfondare anche tra questi, che forse sono più concreti. Intanto comunque la conquista dei vescovi ĆØ cominciata: uno dopo lāaltro cadranno nelle mani di Med.Ā Presto la Cei sarĆ in mano a Luca CasariniĀ».Ā Ma il progetto ĆØ persino più ambizioso. In quelle stesse ore lāex mangiapreti si esibisce in un commovente discorso davanti ad alcuni vescovi e don Mattia commenta: Ā«Pare che lāintervento di Luca abbia sbancato. Ma non poteva che essere cosƬ. Era davvero un intervento al livello dei Dossetti (Giuseppe, ndr) e La Pira (Giorgio, ndr)Ā».
Casarini fa il modesto: «Sei troppo buono⦠semplice intervento da marinaio del lago Tiberiade». Don Mattia insiste: «Come vedete qui stanno arrivando tutti gli elogi dei vescovi per Luca. Al prossimo conclave ce lo giochiamo. Secondo me sei il candidato più quotato». Una battuta, ma forse neanche troppo. Nella Chiesa bergogliana anche Casarini, forse, può ambire al soglio di Pietro.
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